Annuale2007_PATELLA

ANNUALE 2007 L’AQUILA CITTÀ DELLA PACE IN NOME DI CELESTINO V Mostra di Fabio Mauri

23 Agosto 2007

Giovedì 23 agosto alle ore 18,00, in occasione dell’apertura delle celebrazioni della Perdonanza Celestiniana 2007, organizzata dall’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune dell’Aquila,  presso la Chiesa di S.Maria dei Raccomandati, in Via Bominaco 1A , è stata inaugurata la mostra ANNUALE 2007 – L’Aquila città della Pace in nome di Celestino V.

La chiesa sconsacrata è stata aperta per la prima volta al pubblico ed è stata allestita con opere di arte contemporanea della collezione permanente del Muspac, composta da artisti emergenti, per lo più abruzzesi, come Gino Sabatini, Giuseppe Stampone, Massimo Piunti ecc… e anche da artisti  degli anni ’60 come Luca Maria Patella, che ha realizzato appositamente per la città dell’Aquila e per la Perdonanza Celestiniana un mosaico di grandi dimensioni (180 x 250 cm.)  che rappresenta il ritratto di Celestino V. Le opere istallate, dedicate alla Pace e a Celestino V, completano gli spazi (altare, nicchie, pale d’altare) rimasti vuoti nel corso del tempo.

E’ questa un’ottima occasione per iniziare finalmente a valorizzare un nuovo spazio rimasto abbandonato per molti anni a se stesso.

Dal 10 settembre inoltre, la mostra verrà ampliata negli spazi dell’ex Monastero di S. Maria dei Raccomandati, con ingresso sul Corso Vittorio Emanuele II.

Il tentativo è quello di mettere in un positivo cortocircuito passato e presente, per attivare un processo di riflessione critica sulle ampie problematiche del mondo contemporaneo.

Con il lavoro portato avanti dal Muspac nel corso di ventitre anni, si cerca quindi di praticare una nuova concezione dell’arte, non più intesa come elemento puramente decorativo o nostalgico regressivo.

 

Domenica 26 agosto 2007, presso la sede del  Muspac, in Via Paganica 17, è stata inaugurata la mostra di Fabio Mauri dal titolo “Celestino V – Una storia moderna”, con frasi tratte dai Vangeli e dalla Bibbia, che rimarrà aperta fino al 30 settembre 2007. vedi

 

 

 

Testo di Luca Maria Patella

 

De vita solitaria / De altissima vita

 

c’è chi guarda il Sole, le Stelle, il Tempo

che scorre eterno e perfetto, senza paura

Horatius

 

…Celestino rappresenta un emblema storico di grande significato, dato che le dinamiche del potere, anche nel nostro mondo, sembrano ottusamente preminenti, rispetto a quelle della Psiche, della Cultura e di.. un’altissima Vita. ..Ma l’Arte, nei suoi significati profondi non è proprio il luogo che si oppone a questo stato di cose?

Vorrei aggiungere che, anche all’interno della ricerca artistica, esistono forse dei..celestini, magari un po’ sommersi o avversati, in quanto tenacemente contrari al vento unicamente promanato dalle convenzioni e dal consumo. Non parlo, sia chiaro, tanto o solo pro do momea; voglio invece suggerire a qualche coraggioso intellettuale, di prendere le distanze e di guardare in profondità (volendo, possiamo anche limitarci alla produzione degli italiani o del Concettualismo, in particolare). Prendere magari..potere (un po’ più “vero” ed elevato al contempo) prendendo coscienza di realtà sottaciute o minimizzate. Per mia parte, credo si tratti di realtà sostanziali proprio a causa del loro apporto, che è consapevole della dimensione storica.

Passiamo alle mie opere esposte (sotto il “cartiglio” dal titolo): 3 “Vasi Fisiognomici”. Il visitatore si sarà reso conto che essi sono perfettamente delineati a partire da profili umani, che si scorgono o..scoprono (!) nel vuoto, ai lati dei Vasi. È questo un classico della mia produzione e che muove dall’inizio degli anni ’80. qui, a mo’ di aneddoto, potrò ricordare una bambina di cinque anni, che- posta di fronte ad una delle Coppe- subito reagì (..a differenza di un noto critico) indicando: “la testa!”.

Ho realizzato Complessi di Vasi, dipinti o tridimensionali (in marmo, in oro..): tratti di profili di personaggi storici o anche di viventi. Dei veri e propri “vasi-ritratti”, poiché ogni persona possiede un suo caratteristico profilo, e quindi un possibile Vas individuale, spesso assai diverso dagli altri; potrò anche aggiungere che – di questi tempi- in una piazza centrale di Bruxelles, sta iniziando la costruzione di una grande “Magrittefontaine” (Fontaine Physiognomique) esattamente tornita (in “pierre bleue “, la pietra magrittiana) su profilo del maestro surrealista, nome tutelare non solo dell’arte belga. Un grande Vaso lapideo da cui zampilla in alto il “Jet d’eau”, che ricade tutto intorno, a cortina in un’apposita vasca, velando e movendo il profilo.

Proviamo ora a saggiare qualche “contenuto” un poco più “Secretum” (..il Vas contiene lo Spirito?). IL “Vas alchemicum” corrisponde simbolicamente alla testa, elaboratrice delle idee, nell’Opus.

..C’è quindi una perfetta corrispondenza nella mia coppe-teste! Ma mi son chiesto anche qualcos’altro: perche i manieristi non li hanno realizzati? (oltretutto lo studio della “figura/sfondo” non è tanto cosa “gestaltica” quanto assai più antica: medievale, greco-romana e ancora precedente. Sarebbero stati credo – anche per i manieristi – troppo antinaturalistici! (pur nella loro forma equilibrata, e nella foggia più ben tornita o delineata). O, altrimenti, potrebbero essere quasi “orientali”, simili vasi? (data la: presenza che si localizza nell’assenza. Il “Tao” racconta di un’artista che, invece di rappresentare corpi, si concentrava sul vuoto che li circonda).

I Vasa rispecchiano inoltre – nella loro configurazione – gli stili del tempo: sono, ad esempio, euritmici quelli quattrocenteschi, tormentati i tardo cinquecenteschi..Mi sono anche sorpreso, nel realizzare il vaso – ritratto di un amico artista orientale, H.H. LIM è il risultato con andamenti a pagoda; questo non me lo aspettavo proprio!

Eccoci ora, più specificamente, hai 3 “Vasa Physiognomica” esposti nella mia installazione: i 2 Tondi dipinti (..Nigredo e Rubedo? o più semplicemente, i classici colori del Libro e della Stampa, storici?) appartengono rispettivamente a Dante e ad Horatius. Si tratta forse di un richiamo – così come per il titolo dell’installazione – alla classicità insita nella cultura di Celestino; nonché alle note vicende storiche? Certo, ma anche magari una continuità geografica, per Horatius; mentre l’altro grandissimo – Dante – ..non ha colto nel segno parlando di “viltate”.

Ed ecco infine il grande “Vas Caelestinus V”, dalla campitura araldica, vibrante per le tessere del mosaico. Esso è stato eseguito con maestria, in un laboratorio aquilano, dietro mio preciso disegno progettuale e sotto la capace e cortese guida di Enrico Sconci. Il profilo è tratto da un’incisione calcografica settecentesca (per l’esattezza – e data l’arbitrarietà della fonte – ne ho leggermente “migliorate” le proporzioni apportandovi qualche modifica, dettata magari da..Paolo Uccello!); la scritta – titolo sottostante proviene – solo ingrandita – da un repertorio secentesco “Summorum Pontificum” del De Cavalleriis.

Ma ora vorrei concludere salutandovi e ri-assumendo quanto ho affermato: in definitiva, questa grande e “pesantissima (!) pagina” di cui sono grato agli amici aquilani: viene a ricordarci la forza e la libertà dell’Essere; viene a parlarci di una possibile, altissima (altissima?) Vita!

 

Luca Maria Patella

 

Annuale2007_PATELLA
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KILWIRIA, IL PAESE IMMAGINATO Performance di Ivan Barlafante, Massimo Piunti e Max Scatena

11 Luglio 2007

Con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura della Regione Abruzzo, della Provincia dell’Aquila e del Comune dell’Aquila, mercoledì 11 luglio, alle ore 21,30, presso il Muspac si inaugurerà l’evento KYLWIRIA, Il paese immaginato, seconda collaborazione tra Max Scatena  e Massimo Piunti.

Dopo l’ ottimo riscontro di pubblico e critica ottenuto nel precedente concerto-installazione al Conservatorio A. Casella dell’ Aquila, ai due si affianca Ivan Barlafante artista che vive e lavora  a Roma.

Piunti e Barlafante realizzeranno delle installazioni multimediali negli spazi del Muspac che dalle 21.30 diverrà luogo di incontro e ascolti musicali di autori poco frequentati come: Cornelius Cardew, Demetrio Stratos, Terry Riley, Edgar Froese ed altri. Intorno alla mezzanotte poi, Max Scatena eseguirà al pianoforte la Partita in Sib M di J.S. Bach, la Sonata op.80 di B. Bartok ed infine quattro études di G. Ligeti (Fém, Der Zauberlehrling, En suspens, Columna Infinita).

 

Le opere presentate dai tre artisti sono le seguenti:

MAX SCATENA Gyorgy Ligeti: Etùdes por piano

IVAN BARLAFANTE istallazione “Verbo o in principio”

MASSIMO PIUNTI istallazioni “Fine delle trasmissioni” – “Costituzione provvisoria” (Omaggio a Cornelius Cardew)

 

Max Scatena, musicista poliedrico e incline alle sperimentazioni anche in altri ambiti artistici, si è  diplomato in pianoforte presso il Conservatorio A. Casella dell’ Aquila dove ha conseguito successivamente, la laurea di secondo livello con una tesi su Gyorgy Ligeti, musicista ungherese del 900 recentemente scomparso.Ha avuto varie esperienze formative all’ estero, Estonia , Polonia ecc.ed è stato vincitore di svariati concorsi nazionali. Da anni svolge attività concertistica nell’ ambito della musica classica, suona in alcuni gruppi di impronta jazzistica e con l’ Orchestra TNT, da lui formata, conduce un percorso di ricerca nella musica etnica e popolare.

 

Ivan Barlafante nasce a Giulianova (TE) nel 1967. Ricordiamo la mostra “Andromeda e Cassiopea” dove realizza, nel 2000, una mappa stellare in acciaio a specchio con cui riveste un intera piazza di Praga nell’ ambito di: Praga Capitale Europea della Cultura; nel 2001 partecipa alla “VIII Biennale d’ Arte Contemporanea del Cairo”dove il Padiglione Italia vince il primo premio; “Cosa Arcana e Stupenda” a cura di Andrea Bellini e, nell’ ambito di un pluriennale progetto di riconciliazione attraverso l’ arte creato dal Centro Dionysia, l’ installazione “I Love You” nel Tempietto Del Carmelo a Roma nel 2005. Tra i musei dove ha esposto ricordiamo la Galleria Civica di Gibellina, La galleria Civica di Modena, il Museo Villa Croce di Genova, il Museo Laboratorio La Sapienza a Roma e il MACRO sempre a Roma dove vive e lavora.

 

Massimo Piunti è nato a Giulianova (TE) nel 1965. Si è diplomato in Scultura presso l’ Accademia di Belle Arti dell’ Aquila. A partecipato a numerose mostre e collabora attualmente con musicisti e compagnie teatrali.Si occupa inoltre di pirotecnica, radiantistica e agricoltura. Vive e lavora a Roio Piano (AQ)

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L’EREDITÀ DI ANTIGONE, PASSIONI TRA ETICA E POLITICA Seminario convegno

30 Giugno 2016

10 maggio 2007 L’Aquila

Sala Muspac Museo Sperimentale di Arte Contemporanea (Via Paganica, 17)

 

– ore 9:00 Antigone di Sofolce: film dello spettacolo teatrale del Living Theatre;

incontro con Marcello Gallucci, Claudio Di Scanno e Fabrizio Crisafulli

 

– ore 15:30 Sulla drammaturgia dell’Antigone. Parole e musica dall’Antigone di Brecht;

incontro con Sergio Rendine e Claudio Di Scanno

Da Sofocle a Artaud. Antigone di Sofocle nella messa in scena di Charles Dullin; incontro con Marcello Gallucci e Helena Calvarese

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