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L’EREDITÀ DI ANTIGONE, PASSIONI TRA ETICA E POLITICA Seminario convegno

30 Giugno 2016

10 maggio 2007 L’Aquila

Sala Muspac Museo Sperimentale di Arte Contemporanea (Via Paganica, 17)

 

– ore 9:00 Antigone di Sofolce: film dello spettacolo teatrale del Living Theatre;

incontro con Marcello Gallucci, Claudio Di Scanno e Fabrizio Crisafulli

 

– ore 15:30 Sulla drammaturgia dell’Antigone. Parole e musica dall’Antigone di Brecht;

incontro con Sergio Rendine e Claudio Di Scanno

Da Sofocle a Artaud. Antigone di Sofocle nella messa in scena di Charles Dullin; incontro con Marcello Gallucci e Helena Calvarese

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OPERE 2007 Mostra di Corrado sassi

13 Aprile 2007

Dal 13 al 30 Aprile 2007, in via Paganica 17 a L’Aquila, il Muspac presenta la mostra personale dell’artista di fama internazionale Corrado Sassi.

L’artista espone negli spazi del museo le sue ultime opere, realizzate durante la permanenza presso la Cité des Art di Parigi (promossa e sovvenzionata da Incontri Internazionali d’arte, Roma), un video del 2001 dal titolo Je suis content d’etre ici  e delle  foto di grande formato realizzate nel corso dei suoi numerosi viaggi in Europa e negli Stati Uniti .

Corrado Sassi affronta il tema del disegno e della pittura gestuale attraverso un vocabolario espressivo carico di memorie. Nei suoi dipinti non esiste una costruzione spazialmente definita, le forme fluttuano liberamente nello spazio creando un’atmosfera magica e formando composizioni pienamente libere di dispiegarsi in rappresentazioni visionarie. Un terremoto interiore di segni invade la superficie della tela, segni che alludono a spazi dilatati e spingono verso una dissociazione tra forma e colore, segni che si allungano per diventare figure primordiali dell’inconscio, che rimandano all’automatismo psichico del surrealismo e dell’espressionismo astratto. Forme inquietanti e vagamente simboliche esprimono la riappropriazione di un mondo infantile, raccontano piccoli drammi della vita. Realtà filtrate in una visione interiore, costituiscono il momento decisivo per la realizzazione di una forma pittorica sempre più libera da riferimenti esteriori, dove le linee si sciolgono in uno spazio fluido e continuo, dialogando con i colori sfumati e sovrapposti, declinati uno nell’altro. Attraverso grandi macchie di colore e forti segni di graffite ci vengono mostrate figure fantastiche, che alludono ad un mondo velato o solamente intuito. La pittura sembra contenere diretti presagi di una tragedia incombente, ma si configura soprattutto come una complessa forma visiva e simbolica di rappresentazione di spazi misteriosi, disorientanti, che sembrano crescere uno dentro l’altro. La pittura di Sassi è anche una pittura di segni incerti, correzioni e cancellature, come quelle dei bambini, che indicano un pentimento, un tornare indietro sui propri passi, lasciando però le tracce dei propri errori.

Le foto, divise in due parti, non sono mai costruite: in Family l’immagine di una famiglia che aspetta di attraversare la strada, viene bloccata nel caos metropolitano di New York mostrandoci un brano di realtà fissato nel tempo e nello spazio.

Nel video l’artista ripete la stessa frase in tre diverse lingue (inglese, francese, spagnolo): “je suis content d’etre ici” (“sono veramente felice di essere qui”), come in un’immagine virtuale di se stesso che dialoga con il pubblico e come a voler ironizzare sul mito dei grandi artisti assenti alle inaugurazioni. Interessante è il concetto di ripetizione che, come diceva Freud, allude al tema della morte ma allo stesso tempo fa pensare ai matti, che ripetono sempre le stesse frasi.

 

Corrado Sassi (Roma 1965) vive e lavora tra Roma e Berlino. Dopo gli studi di Psicologia e Letteratura all’Università “La Sapienza” di Roma, tra il 1994 e il 1996 Sassi è a New York dove frequenta l’International Center of Photography, in quegli anni esordisce in una mostra collettiva presso l’Art International Center. Studia fotografia all’Istituto Europeo di Design e nel 1997 frequenta i corsi all’Accademia di Belle Arti a Venezia. Ha esposto in Italia e in Europa con un lavoro che spazia dalla fotografia al video, spesso frutto di sofisticata rielaborazione manuale del digitale. E’ presente nella collezione della Galleria Nazionale d’Arte Moderna Valle Giulia di Roma e ha partecipato a numerose iniziative in Italia e all’estero, tra cui il Festival FotoGrafia di Roma, la collettiva “Forse Italia” allo SMAK di Gent in Belgio, e diverse mostre nelle gallerie Valerie Cueto a Parigi. A Roma ha esposto nelle gallerie L’Union, Pino Casagrande, Via della Vetrina, aka e S.A.L.E.S.; alla Galleria Maze di Torino, nello Studio Barbieri Arte Contemporanea di Venezia, da Pianissimo e Pack a Milano e presso Isabella Brancolini Arte Contemporanea di Firenze.

_Invito C. Sassi
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LA CARNE DELL’ARTE Conferenza e presentazione del video di Alessandro Bertozzi

14 Marzo 2007

Sembra quasi un gioco di montaggio il video di Alessandro Bertozzi che “copia e incolla” pezzi di televendite d’arte contemporanea, fenomeno di riguardo nell’economia dell’arte e non solo. A prima vista, un’operazione ironica da fan del trash anche meno noto: quello che vive nelle periferie del territorio televisivo, che abita i palinsesti meno strutturati delle TV minori, ma che tuttavia ha assunto le caratteristiche di un genere, tanto da avere momenti di popolarità quando, non molti anni fa, Corrado Guzzanti fece la parodia di un venditore in particolare, ma coinvolgendo, collateralmente, i linguaggi esoterici-disincarnati del parlar d’arte. Trash che meglio rende la vocazione all’immediatezza, spesso censurata o costruita, del medium tuttora più discusso e conteso, la TV, alla quale si affidano contemporaneamente compiti diametralmente opposti: la costruzione della cittadinanza e il dover essere specchio delle trasformazioni del tessuto sociale, dei suoi processi culturali simbolici e quindi anche estetici di destrutturazione del tessuto sociale stesso, per l’emergere di moltitudini diasporiche e ibride, dissonanti del tutto con i vecchi modelli delle appartenenze culturali, politiche, religiose.

Bertozzi coglie insieme arte e TV in un unico impasto su cui vale la pena riflettere.  Decostruisce il valore dell’opera (e di conseguenza del corpo sociale che rappresenta) non tanto criticandone la tangenza col denaro, anzi sottolineando come l’equivalenza opera-denaro riporti l’opera alla sua carnalità, al di là delle cornici di senso della pratica interpretativa. I riferimenti alla storia, ai cataloghi pubblicati che il venditore usa spesso fare, altro non sono che ulteriori incarnazioni seducenti.  Se la critica aspira a valori più o meno da condividere, costruisce cioè un’ipotesi di cittadinanza, al contrario l’equivlenza col denaro riporta l’opera alla sua essenza di oggetto che si offre ad un soggetto desiderante, si confonde con i suoi processi personali di attribuzione del valore, fino ad essere una “bellezza”  realtiva e non universale.

Alcuni spunti, di diversa provenienza, possono essere utili per meglio sintonizzarci sul video di Bertozzi. Il primo spunto ci viene porpio dal titolo. La carne – non il corpo – dell’arte ci precipita immediatamente nell’esperienza più destrutturata. La contrapposizione carne – corpo, sulla scia delle analisi sul biopotere di Michel Foucault, richiama altre riflesssioni in campo flosofico e sociologico, come quelle più recenti diRoberto Esposito o di Alberto Abruzzese, per cui il corpo è un soggetto socialmente confinato mentre la carne è materia vivente senza confini. Il corpo è un soggetto confinato in un ruolo, la carne abita senza forma le espansioni comunicative e prostetiche.  Un secondo spunto è il medium televisivo, o meglio neotelevisivo, in quanto sempre più territorio di carnalizzazione dell’esperienza non circoscritta da corpi socialmente strutturati. Anche la TV generalista è pertanto l’ habitat dove è possibile sperimentare, ad esempio, alcune pratiche narrative che, pur essendo maturate nelle avanguardie e neoavanguardie artistiche, sono poco presenti nei modi di essere di agenzie culturali tradizionali di formazione come la scuola o il museo. La televendita  crea un rapporto diretto opera – fruitore: questo (anonimo), al di là della telecamera, osserva l’oggetto del desiderio ed è pronto a pagare per averlo. Il territorio televisivo è in grado così di creare per via esperienziale, non intenzionale, quanto Jeff Koons o Andres Serrano hanno già fatto da autori, e cioè una tangenza significativa tra arte e pornografia, tanto che la televendita scivola nel palinsesto ai confini con la pubblicità di linee telefoniche hard, per cui nelle operazioni di postproduzione, Bertozzi alle volte ha “ripulito” le registrazioni su cui lavorare il giorno dopo, dalle sovrapposizioni tra i due tipi di programmi.

Un altro spunto utile ci viene dalle riflessioni di Bruno Latour sui “fatticci”, cioè fatti e feticci insieme. I “fatticci” mettono in crisi la tradizionale differenza tra i fatti – quindi anche opere – costruiti intenzionalmente e i feticci,  che sono invece oggetti che esercitano il loro potere sul soggetto, e non viceversa. Secondo il fiolosofo e antropologo francese, la differenza è del tutto ideologica e fuorviante poiché il valore della cosa è sempre un’affermazione assiomatica conseguente ad un’operatività che si autogiustifica facendosi, e pertanto ciò che questa operatività produce ha un valore in quanto – culturalmente – vogliamo essere disponibili a riconoscerlo come tale. Di conseguenza anche l’oggetto realizzato intenzionalmente esercita il suo potere sul soggetto senza soluzione di continuità tra i due: né più né meno di quanto capita col feticcio.

 

Franco Speroni

 

Riferimenti bibliografici

 

Abruzzese A., Sacralizzazione della carne, scomunica dei corpi, in “Communitas”, n. 5 novembre 2005.

Esposito B., Bìos, Biopolitica e filosofia, Torino, Einaudi, 2004.

Latour B., (1996), Il culto moderno dei fatticci, Roma, Meltemi, 2005

locandina
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W Performance personale di Franco Fiorillo

8 Marzo 2007

FRANCO FIORILLO works

 

L’operazione artistica «W», di Franco Fiorillo, curata per il taglio critico da Paola Ardizzola, è una personale-performance articolata nei diversi ambiti espressivi. La data, 8 marzo, è espressamente voluta in quanto l’happening è dedicato alle donne. La sezione arti visive consta di differenti elementi: la teca-concerto mozartiana «nachtschreine» e «wolume» una parete composta da inediti libri d’artista dedicati alle donne in guerra. La proiezione digitale w-submedia è composta da alcune decine di migliaia di frames subliminali, (volti) che si alternano in maniera casuale, ad intervalli di un ventiquattresimo di secondo. La sezione web prevede l’esecuzione di un inedito “Evoked Potential” del compositore Giorgio Sollazzi, per l’interpretazione del soprano Patrizia Morandini in collegamento web da Firenze. È prevista una sezione di poesia visiva con letture di lettere-opere della scultrice romana Patrizia Solazzi.

 

BEI DIESEN WORTEN

A queste parole

 

In W., complessa Werk (opera) dedicata alle donne, Franco Fiorillo racconta una e tante differenti storie, le storie incrociate di W. come Wolfgang e di W. come Women.

Wolfgang è geniale e impertinente, sempre alle prese con un Wunsch (desiderio) di creare, una Wurst (salsiccia) da mangiare e una Wut (furia) da placare.

Le donne sono sempre in bilico fra una Whal (scelta) da fare, una Wahn (illusione) da assecondare e un Wahr (vero) da conservare.

Wolfgang/Wildfang (bambino vivace) nella musica operistica ha giocato a raccontare, con sublime perfezione, storie di Weib (donna), di Wicht (omiciattolo), di Weltbegluker (benefattore del mondo) e di Weltabaumeister (costruttore del mondo), dove ogni personaggio incarna una sfaccettatura del Mozart Wanderer (viandante) sulle strade di un Welt (mondo) – che in tedesco risulta sorprendentemente di genere femminile – senza paura di dire sempre e comunque die Wahrheit – die Wahrheit, sei sie auch verbrechen! (la verità – la verità, fosse anche un delitto!, Pamina) con la modestia di chi afferma Ich verlang’auch im Grunde gar keine Weisheit (Poi in fondo io non pretendo affatto alcuna saggezza, Papageno). La Wohlklang (melodia, armonia) del lavoro di Franco Fiorillo è melodia nelle strutturate presenze musicali (Sollazzi, Morandini) di un certo Wcht (peso), che rapiscono come un Wirbel (vortice), e armonia nelle parcellizzazioni performative dell’happening artistico W.; la proiezione digitale w-submedia, benchè fatta di immagini, si fissa nella mente del fruitore come un Wortflub (fiume di parole) che non placa la Wissendrang (bramosia di sapere) che cosa c’è, quale storia quale Wahrheit (verità) dietro il volto di ogni donna. C’è una vita delle donne che se trascurata sarebbe Wohnungslos (senza dimora) ma che è intimamente custodita nei libri inviolabili – Wolume – che l’artista assembla ordinatamente, eliminando ed eludendo le gerarchie fra donna e donna: tutte, famose e non, hanno una storia che ci raggiunge come uno Watsche (schiaffo) e che merita di essere ricordata, rispettatata, raccontata. Wolfgang questo lo sapeva e ora rispettoso ora irriverente ha miscelato la Wankelmut (incostanza) e la Wagemut (audacia) delle donne – secondo lo stereotipo dell’epoca – mai prescindendo da una caratterizzazione attenta che parla del Weh (dolore) e della Wunde (ferita) delle donne che sa comunque trasformarsi in Wunder (miracolo). In Wehr (difesa) delle donne Mozart riconosce che Immer ohne Weibchen leben ware wahrlich Hollenglut! (Vivere sempre senza una donna sarebbe davvero il fuoco dell’inferno, Monostatos) e non esita a raccontare in musica anche della Wille (volontà) delle donne che come una Welle (onda) ha la forza di soprastare ed assorbire in se la Wirre (confusione) che gli uomini generano. Alla fine della fruizione dell’opera, vinciamo una Wett (scommessa): seguendo la Weg (strada) che Fiorillo ha percorso, Wir (noi) giungiamo alla stessa certezza mozartiana Nichtes Edlers sei, als Weib und Mann. Mann und Weib, und Weib und Mann, reichen an die Gottheit an (nulla è piùnobile di un uomo e una donna. L’uomo con la donna e la donna con l’uomo s’innalzano fino alla divinità, Papageno e Tamina insieme).

Credit: W.A. Mozart, Die Zauberflote, 1791

 

Paola Ardizzola