Annuale d'arte 2007_Servillo

L’AQUILA CITTÀ DELLA PACE IN NOME DI CELESTINO V Mostra Annuale d'Arte 2007

22 Settembre 2007

Sabato 22 settembre, alle ore 18,00, con il contributo dell’Assessorato alla Cultura del Comune dell’Aquila, della Regione Abruzzo e della Provincia dell’Aquila,  presso  l’Ex Monastero di S.Maria dei Raccomandati, è stata inaugurata la seconda sezione della mostra “ANNUALE D’ARTE 2007  L’Aquila città della Pace in nome di Celestino V”, organizzata dal Muspac in occasione della Perdonanza Celestiniana, che resterà aperta fino al 30 ottobre.

La mostra avrà l’ingresso principale sul C.so Vittorio Emanuele, 124 e  sarà arricchita da nuove istallazioni e da opere della collezione permanente del Muspac.

Nell’antico chiostro è stata istallata una bellissima opera dell’artista Silvano Servillo: un grande trabucco, omaggio anche al creatore della metafisica Giorgio De Chirico.

Nel percorso della mostra, che conduce fino all’ex chiesa dell’antico monastero, sono dislocate varie opere che, a partire dagli anni ’60 e ’70, arrivano fino agli artisti dell’ultima generazione, per lo più abruzzesi.

Gli artisti degli anni ’60 e ’70 sono: Joseph Beuys, Jannis Kounellis, Mario Merz, Gino De Dominicis, Christo, Giulio Paolini, Luca Maria Patella, Vettor Pisani, Giuseppe Chiari, Michelangelo Pistoletto, Mario Schifano ecc.

Gli artisti di origine abruzzese e della nuova generazione sono: Oliviero Rainaldi, Licia Galizia, Mauro Folci, Lea Contestabile, Silvano Servillo, Pasquale Liberatore, Sergio Nannicola , Franco Fiorillo, Sandro Visca, Zybbà, Gino D’Alfonso, Silvestro Cutuli, Soldati Roberto, Carlo Giancarli ecc.

Artisti dell’ultima generazione: Corrado Sassi, Gino Sabatini Odoardi, Giuseppe Stampone, Luca Di Gregorio, Lucia Leuci, Paolo Radi, Massimo Piunti, Michelangelo Consani, Giovanni Mostarda, Lucia Piccioni, Faragalli Natalia, Gabriele Sordini, Piotr Hanzelewicz, Domenico Boffa  ecc.

In un’apposita sala verranno proiettati video d’arte e  durante la durata della mostra verranno organizzate serate musicali.

 

Finalmente viene data dal Comune dell’Aquila la possibilità di riaprire lo spazio dell’ex Monastero di S.Maria dei Raccomandati a mostre ed eventi importanti che creano dinamicità e che riguardano anche l’arte di oggi.

In linea con i nuovi programmi scolastici, che riguardano la cultura del Novecento e quindi anche l’arte dei nostri giorni, il Muspac prevede di organizzare, insieme ad artisti e operatori museali, visite guidate per le scuole e laboratori didattici.

 

Scuola e Museo

 

Alcune immagini del laboratorio didattico svolto nel museo con le classi del liceo psico-pedagogico D. Cotugno dell’Aquila

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mauri

CELESTINO V – UNA STORIA MODERNA Mostra di Fabio Mauri

26 Agosto 2007

In occasione della Perdonanza Celestiniana 2007 si è tenuta presso il Muspac-Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea la mostra Celestino V, una storia moderna di Fabio Mauri.

Artista di rilievo internazionale, Fabio Mauri è molto legato alla città dell’Aquila. Con il Muspac ha collaborato in molte occasioni presentando conferenze, mostre, azioni e performance. Nel 1989, negli spazi di Via Crispomonti, ha presentato, in prima mondiale, l’atto in mostra o concerto da tavolo “Heidegger e la questione tedesca”, con la partecipazione, in veste di performer, del filosofo Giacomo Marramao.

Nel 1995 ha partecipato alla mostra “Ad Usum Fabricae”, organizzata da Tullio Catalano e Gianni Fileccia, svoltasi presso il Muspac (ex monastero di S.Maria dei Raccomandati) e la chiesa di San Domenico.

Nel 1996, nella stessa sede, ha eseguito le “prove aperte” della notissima performance “Che cosa è il fascismo”, già presentata per la prima volta a Roma nel 1971 ed eseguita anche presso la Kunsthalle di Klagenfurt.

Nel 2000 ha partecipato alla mostra “Annuale 2000 – Lo scandalo dello Spirito”, curata da Enrico Sconci e realizzata con il patrocinio dei Beni Culturali nel Castello Cinquecentesco dell’Aquila.

Mauri è stato amico fraterno di Alberto Moravia e di Pier Paolo Pasolini fin dai tempi dell’adolescenza. Nella performance del 1975 “Intellettuale”, ha proiettato sul petto del regista il film “Il Vangelo secondo Matteo”, facendogli sperimentare sulla propria pelle gli effetti dell’opera.

Secondo una caratteristica costante delle sue opere ideologiche, l’autore ripropone spesso il tema del sacro. La sua “esperienza con Dio”, come egli stesso dice: “fu quella di un flirt (uso il termine troppo umano per rendere conto della sua natura pungentemente reale), smodato, indiscretissimo. Prescinderne era impossibile”. (da “Dio e la scena. L’esperienza dell’essere”).

Nell’opera su Celestino V un vissuto storico viene presentato in chiave essenziale, in modo che, dall’inevitabile confronto tra passato e presente, si alimenti il processo critico che egli stesso definisce “esercizio spirituale”, destinato all’individuazione e alla messa al bando delle false ideologie.

Per conoscere meglio l’attività artistica di Fabio Mauri consultare il sito www.fabiomauri.com


NOTA SU CELESTINO
Una storia moderna di Fabio Mauri

Una serie di fogli d’acquerello, i passepartout dipinti ad olio, incisi a secco, con date sconosciute ricorrenti (il 21), alcuni nomi e frasi brevi o più lunghe tratte dai Vangeli e dalla Bibbia.
Una storia a pezzi come quella di un artista, uno anonimo, dell’esistenza in generale, e di Celestino V.
Il corpo naviga in rapporto stretto con la religione.
I suoi bisogni coincidono con il dolore: ho fame, ho sete.
Al centro si disegna l’ordine interrogativo dell’esistenza.
Chi decifra le frasi fa da filo di imbastitura a una storia, vera o simbolica,
uguale alla storia drammatica del mondo.
Eternità e temporalità scorrono intangibilmente parallele; in mezzo il vuoto di una memoria disabile.
Solo la morte non viene mai dimenticata.
Solo una coscienza inesatta resta a l’uomo.
L’incertezza globale si erige in luogo di una fede costruita.
Una cattedrale terrena, un paradosso.
L’usuale e l’inesplicabile si fanno abituali. Senza fini propri.
Uno scambio tra codici diversi di linguaggio muto.
La croce spezzata, (la metto, non la metto?), è simbolo della religione irreligione moderna.
O forse è simbolo della croce.
Simula un cavalletto. Allude al papa autodisdetto. Un accurato design del dolore, incompleto, dell’esistenza.
L’enigma, per via di memoria storica, si riforma attualmente intero, reintegra l’obbligo ragionevole di una inevitabile attesa.
Una mostra che non mostra.
L’invisibile non ama apparire oltre l’apparenza. L’apparenza basta, da tempo.

Fabio Mauri

mauri
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ANNUALE 2007 L’AQUILA CITTÀ DELLA PACE IN NOME DI CELESTINO V Mostra di Fabio Mauri

23 Agosto 2007

Giovedì 23 agosto alle ore 18,00, in occasione dell’apertura delle celebrazioni della Perdonanza Celestiniana 2007, organizzata dall’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune dell’Aquila,  presso la Chiesa di S.Maria dei Raccomandati, in Via Bominaco 1A , è stata inaugurata la mostra ANNUALE 2007 – L’Aquila città della Pace in nome di Celestino V.

La chiesa sconsacrata è stata aperta per la prima volta al pubblico ed è stata allestita con opere di arte contemporanea della collezione permanente del Muspac, composta da artisti emergenti, per lo più abruzzesi, come Gino Sabatini, Giuseppe Stampone, Massimo Piunti ecc… e anche da artisti  degli anni ’60 come Luca Maria Patella, che ha realizzato appositamente per la città dell’Aquila e per la Perdonanza Celestiniana un mosaico di grandi dimensioni (180 x 250 cm.)  che rappresenta il ritratto di Celestino V. Le opere istallate, dedicate alla Pace e a Celestino V, completano gli spazi (altare, nicchie, pale d’altare) rimasti vuoti nel corso del tempo.

E’ questa un’ottima occasione per iniziare finalmente a valorizzare un nuovo spazio rimasto abbandonato per molti anni a se stesso.

Dal 10 settembre inoltre, la mostra verrà ampliata negli spazi dell’ex Monastero di S. Maria dei Raccomandati, con ingresso sul Corso Vittorio Emanuele II.

Il tentativo è quello di mettere in un positivo cortocircuito passato e presente, per attivare un processo di riflessione critica sulle ampie problematiche del mondo contemporaneo.

Con il lavoro portato avanti dal Muspac nel corso di ventitre anni, si cerca quindi di praticare una nuova concezione dell’arte, non più intesa come elemento puramente decorativo o nostalgico regressivo.

 

Domenica 26 agosto 2007, presso la sede del  Muspac, in Via Paganica 17, è stata inaugurata la mostra di Fabio Mauri dal titolo “Celestino V – Una storia moderna”, con frasi tratte dai Vangeli e dalla Bibbia, che rimarrà aperta fino al 30 settembre 2007. vedi

 

 

 

Testo di Luca Maria Patella

 

De vita solitaria / De altissima vita

 

c’è chi guarda il Sole, le Stelle, il Tempo

che scorre eterno e perfetto, senza paura

Horatius

 

…Celestino rappresenta un emblema storico di grande significato, dato che le dinamiche del potere, anche nel nostro mondo, sembrano ottusamente preminenti, rispetto a quelle della Psiche, della Cultura e di.. un’altissima Vita. ..Ma l’Arte, nei suoi significati profondi non è proprio il luogo che si oppone a questo stato di cose?

Vorrei aggiungere che, anche all’interno della ricerca artistica, esistono forse dei..celestini, magari un po’ sommersi o avversati, in quanto tenacemente contrari al vento unicamente promanato dalle convenzioni e dal consumo. Non parlo, sia chiaro, tanto o solo pro do momea; voglio invece suggerire a qualche coraggioso intellettuale, di prendere le distanze e di guardare in profondità (volendo, possiamo anche limitarci alla produzione degli italiani o del Concettualismo, in particolare). Prendere magari..potere (un po’ più “vero” ed elevato al contempo) prendendo coscienza di realtà sottaciute o minimizzate. Per mia parte, credo si tratti di realtà sostanziali proprio a causa del loro apporto, che è consapevole della dimensione storica.

Passiamo alle mie opere esposte (sotto il “cartiglio” dal titolo): 3 “Vasi Fisiognomici”. Il visitatore si sarà reso conto che essi sono perfettamente delineati a partire da profili umani, che si scorgono o..scoprono (!) nel vuoto, ai lati dei Vasi. È questo un classico della mia produzione e che muove dall’inizio degli anni ’80. qui, a mo’ di aneddoto, potrò ricordare una bambina di cinque anni, che- posta di fronte ad una delle Coppe- subito reagì (..a differenza di un noto critico) indicando: “la testa!”.

Ho realizzato Complessi di Vasi, dipinti o tridimensionali (in marmo, in oro..): tratti di profili di personaggi storici o anche di viventi. Dei veri e propri “vasi-ritratti”, poiché ogni persona possiede un suo caratteristico profilo, e quindi un possibile Vas individuale, spesso assai diverso dagli altri; potrò anche aggiungere che – di questi tempi- in una piazza centrale di Bruxelles, sta iniziando la costruzione di una grande “Magrittefontaine” (Fontaine Physiognomique) esattamente tornita (in “pierre bleue “, la pietra magrittiana) su profilo del maestro surrealista, nome tutelare non solo dell’arte belga. Un grande Vaso lapideo da cui zampilla in alto il “Jet d’eau”, che ricade tutto intorno, a cortina in un’apposita vasca, velando e movendo il profilo.

Proviamo ora a saggiare qualche “contenuto” un poco più “Secretum” (..il Vas contiene lo Spirito?). IL “Vas alchemicum” corrisponde simbolicamente alla testa, elaboratrice delle idee, nell’Opus.

..C’è quindi una perfetta corrispondenza nella mia coppe-teste! Ma mi son chiesto anche qualcos’altro: perche i manieristi non li hanno realizzati? (oltretutto lo studio della “figura/sfondo” non è tanto cosa “gestaltica” quanto assai più antica: medievale, greco-romana e ancora precedente. Sarebbero stati credo – anche per i manieristi – troppo antinaturalistici! (pur nella loro forma equilibrata, e nella foggia più ben tornita o delineata). O, altrimenti, potrebbero essere quasi “orientali”, simili vasi? (data la: presenza che si localizza nell’assenza. Il “Tao” racconta di un’artista che, invece di rappresentare corpi, si concentrava sul vuoto che li circonda).

I Vasa rispecchiano inoltre – nella loro configurazione – gli stili del tempo: sono, ad esempio, euritmici quelli quattrocenteschi, tormentati i tardo cinquecenteschi..Mi sono anche sorpreso, nel realizzare il vaso – ritratto di un amico artista orientale, H.H. LIM è il risultato con andamenti a pagoda; questo non me lo aspettavo proprio!

Eccoci ora, più specificamente, hai 3 “Vasa Physiognomica” esposti nella mia installazione: i 2 Tondi dipinti (..Nigredo e Rubedo? o più semplicemente, i classici colori del Libro e della Stampa, storici?) appartengono rispettivamente a Dante e ad Horatius. Si tratta forse di un richiamo – così come per il titolo dell’installazione – alla classicità insita nella cultura di Celestino; nonché alle note vicende storiche? Certo, ma anche magari una continuità geografica, per Horatius; mentre l’altro grandissimo – Dante – ..non ha colto nel segno parlando di “viltate”.

Ed ecco infine il grande “Vas Caelestinus V”, dalla campitura araldica, vibrante per le tessere del mosaico. Esso è stato eseguito con maestria, in un laboratorio aquilano, dietro mio preciso disegno progettuale e sotto la capace e cortese guida di Enrico Sconci. Il profilo è tratto da un’incisione calcografica settecentesca (per l’esattezza – e data l’arbitrarietà della fonte – ne ho leggermente “migliorate” le proporzioni apportandovi qualche modifica, dettata magari da..Paolo Uccello!); la scritta – titolo sottostante proviene – solo ingrandita – da un repertorio secentesco “Summorum Pontificum” del De Cavalleriis.

Ma ora vorrei concludere salutandovi e ri-assumendo quanto ho affermato: in definitiva, questa grande e “pesantissima (!) pagina” di cui sono grato agli amici aquilani: viene a ricordarci la forza e la libertà dell’Essere; viene a parlarci di una possibile, altissima (altissima?) Vita!

 

Luca Maria Patella

 

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KILWIRIA, IL PAESE IMMAGINATO Performance di Ivan Barlafante, Massimo Piunti e Max Scatena

11 Luglio 2007

Con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura della Regione Abruzzo, della Provincia dell’Aquila e del Comune dell’Aquila, mercoledì 11 luglio, alle ore 21,30, presso il Muspac si inaugurerà l’evento KYLWIRIA, Il paese immaginato, seconda collaborazione tra Max Scatena  e Massimo Piunti.

Dopo l’ ottimo riscontro di pubblico e critica ottenuto nel precedente concerto-installazione al Conservatorio A. Casella dell’ Aquila, ai due si affianca Ivan Barlafante artista che vive e lavora  a Roma.

Piunti e Barlafante realizzeranno delle installazioni multimediali negli spazi del Muspac che dalle 21.30 diverrà luogo di incontro e ascolti musicali di autori poco frequentati come: Cornelius Cardew, Demetrio Stratos, Terry Riley, Edgar Froese ed altri. Intorno alla mezzanotte poi, Max Scatena eseguirà al pianoforte la Partita in Sib M di J.S. Bach, la Sonata op.80 di B. Bartok ed infine quattro études di G. Ligeti (Fém, Der Zauberlehrling, En suspens, Columna Infinita).

 

Le opere presentate dai tre artisti sono le seguenti:

MAX SCATENA Gyorgy Ligeti: Etùdes por piano

IVAN BARLAFANTE istallazione “Verbo o in principio”

MASSIMO PIUNTI istallazioni “Fine delle trasmissioni” – “Costituzione provvisoria” (Omaggio a Cornelius Cardew)

 

Max Scatena, musicista poliedrico e incline alle sperimentazioni anche in altri ambiti artistici, si è  diplomato in pianoforte presso il Conservatorio A. Casella dell’ Aquila dove ha conseguito successivamente, la laurea di secondo livello con una tesi su Gyorgy Ligeti, musicista ungherese del 900 recentemente scomparso.Ha avuto varie esperienze formative all’ estero, Estonia , Polonia ecc.ed è stato vincitore di svariati concorsi nazionali. Da anni svolge attività concertistica nell’ ambito della musica classica, suona in alcuni gruppi di impronta jazzistica e con l’ Orchestra TNT, da lui formata, conduce un percorso di ricerca nella musica etnica e popolare.

 

Ivan Barlafante nasce a Giulianova (TE) nel 1967. Ricordiamo la mostra “Andromeda e Cassiopea” dove realizza, nel 2000, una mappa stellare in acciaio a specchio con cui riveste un intera piazza di Praga nell’ ambito di: Praga Capitale Europea della Cultura; nel 2001 partecipa alla “VIII Biennale d’ Arte Contemporanea del Cairo”dove il Padiglione Italia vince il primo premio; “Cosa Arcana e Stupenda” a cura di Andrea Bellini e, nell’ ambito di un pluriennale progetto di riconciliazione attraverso l’ arte creato dal Centro Dionysia, l’ installazione “I Love You” nel Tempietto Del Carmelo a Roma nel 2005. Tra i musei dove ha esposto ricordiamo la Galleria Civica di Gibellina, La galleria Civica di Modena, il Museo Villa Croce di Genova, il Museo Laboratorio La Sapienza a Roma e il MACRO sempre a Roma dove vive e lavora.

 

Massimo Piunti è nato a Giulianova (TE) nel 1965. Si è diplomato in Scultura presso l’ Accademia di Belle Arti dell’ Aquila. A partecipato a numerose mostre e collabora attualmente con musicisti e compagnie teatrali.Si occupa inoltre di pirotecnica, radiantistica e agricoltura. Vive e lavora a Roio Piano (AQ)

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