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VIAGGIO E MITO Mostra personale di Hiroko Kono a cura di Paola Ardizzola

24-29 agosto 2008

Palazzetto dei Nobili – L’Aquila

 

Inaugurazione: domenica 24 agosto, ore 16.00

 

HIROKO KONO – I fiori del silenzio

Se un’immagine vale più di mille parole dobbiamo osservare in Silenzio questi crateri dell’anima di Hiroko Kono esposti al MU.SP.A.C.

E forse rincorrere i Sogni di Kurosawa e attraversare gli spazi della mostra come fosse un giardino Zen, pieno di peschi in fiore o come un campo di grano di Van Gogh.

Grazie a Massimina Pesce e a Paola Ardizzola per averci fatto cogliere i fiori del silenzio di Hiroko Kono.

 

 

Il direttore del Muspac

Enrico Sconci

 

 

 

HIROKO KONO – Silence Flowers

 

If a picture is worth a thousand words this means we have to watch in Silence these Hiroko Kono soul’s craters exhibited in the MU.sP.A.C.

And maybe chasing Kurosawa’s Dreams and pass through exhibition spaces as in a Zen garden, full of peach trees in bloom, or as in a Van Gogh’s wheat field.

Thanks to Massimina Pesce and Paola Ardizzola to let us pick Hiroko Kono silence

flowers.

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PANE AMARO Proiezione del documentario di Gianfranco Norelli

4 Agosto 2008

PANE AMARO

Storie di emigrati italiani in America

 

di Gianfranco Norelli

 

Il Comune dell’Aquila – Assessorato alla Cultura ed il Muspac hanno proposto la proiezione del documentario “Pane amaro” del giornalista e regista Gianfranco Norelli.

Il film è un’inchiesta sugli aspetti più drammatici dell’emigrazione italiana negli Stati Uniti tra gli ultimi decenni del 1800 e la seconda guerra mondiale.

 

Alla proiezione ha fatto seguito un dibattito cui hanno preso parte, oltre allo stesso autore, il Prof. Vittorio De Petris del Centro Studi Storici Carlo Tresca, Piercesare Stagni dell’Istituto Cinematografico dell’Aquila ed il direttore del Muspac Enrico Sconci.

 

Alcuni articoli e recensioni su “Pane amaro”:

 

La Grande Storia – Rai

Corriere della Sera

la Repubblica

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PLENILUNIO INTERIORE Mostra personale di Rosa De Grandis

14 - 25 Giugno 2008

Una lotta con il corpo. O più precisamente, con la materia corporea.

Questi quadri di Rosa De Grandis non nascono da presupposti culturali e artistici, ma da una passione violenta e drammatica per l’essenzialità, la semplicità. Corpi nudi che non esibiscono se stessi, ma fuggono da se stessi prendendo due vie: quella di una ferma innocenza irriflessa e quella dell’ angoscia che non sa più tollerare illusioni. Fra queste due possibilità non ce n’è una terza. Perché se la felice innocenza è perduta, è solo un passato reale e ipotetico, allora nessuna apparente “normalità” è più possibile, si può solo sprofondare in se stessi o guardare l’inevitabile, quello che saremo quando le favole ci avranno abbandonato.

 

Alfonso Berardinelli

 

 

 

Rosa De Grandis nasce nel 1963 ad Avezzano dove frequenta l’Istituto Statale d’Arte ed inizia una sua personale ricerca di forma ed espressività caratterizzata da un interesse preponderante per le umane vicende. Interesse che la porterà a laurearsi in Psicologia presso l’Università “La Sapienza” di Roma e nel contempo ad esprimere in chiave pittorica gli aspetti più profondi ed essenziali della natura umana. Le sue immagini sembrano sospese in un’ atmosfera quasi onirica emergenti dal tempo senza tempo del ricordo, della riflessione, del sogno.