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INSIEME. VOLUMI, COLORI, PAROLE Mostra d'arte

04 - 12 Luglio 2012

Il MU.SP.A.C. ha ospitato la rassegna “INSIEME. Volumi, colori, Parole”, a cura del Gruppo d’Arte “Saturnino Gatti” che, con i suoi pittori, scultori e poeti, è tornato a cercare il calore dei cittadini dopo la dolorosa esperienza del 6 Aprile 2009.

 

 

Alla mostra d’arte hanno partecipato gli artisti: Sandro Arduini,Pasquale De Carolis, Paolo De Felice, Claudio Del Romano, Giovanni De Sanctis, Augusto Pelliccione, Antonio Rauco, Bruno Sabatini, Vincenzo Bonanni, Riccardo Chiodi, Gianfranco Di Bernardini, Stefano Ianni, Reza Khan, Raul Rodriguez, Massimina Pesce.

Invito Muspac-Saturnino-Gatti
L'artista Navid Azimi Sajadi

NAVID AZIMI SAJADI mostra personale dell'artista iraniano

17 - 30 Giugno 2012

a cura di Martina Sconci

 

Domenica 17 giugno alle 18,30, presso la sede del MU.SP.A.C. – Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea – è stata inaugurata la mostra personale dell’artista iraniano Navid Azimi Sajadi (Teheran 1982), a cura di Martina Sconci. È questo l’ultimo evento d’arte contemporanea nell’ambito del progetto “Percorsi Migranti”, promosso dal Coordinamento Ricostruire Insieme in collaborazione con il MU.SP.A.C., per favorire l’incontro interculturale nella città dell’Aquila, mettendo in connessione varie discipline.
Promotore di un linguaggio artistico che spazia dalla fotografia manipolata all’installazione, alla scultura, al disegno e alla scrittura Farsi, utilizzata come decorazione, Navid Azimi Sajadi ci racconta il suo essere cittadino del mondo e la sua doppia identità, risultato del continuo viaggiare tra Oriente e Occidente. Attraverso un ricco panorama di simboli, Navid ci parla delle contraddizioni del suo paese, mettendo in discussione tutte le immagini stereotipate tipiche della cultura medio orientale.  Spinta dalla forza di gravità, la sagoma del suo paese natio cade a terra creando una doppia immagine, una doppia realtà, come quella che vivono i suoi giovani concittadini, combattendo contro il governo. Non a caso il colore verde è proprio quello usato come simbolo della protesta, speranza di un cambiamento. Un’altra sagoma formata dall’insieme di Kalashnikov e pugnali evoca la dura realtà della guerra. Ma anche in questo caso la sagoma cade a terra, scoprendo una fitta decorazione geometrica tipica di alcuni mausolei, come quello di Hafez – il più grande poeta persiano di tutti i tempi – meta di tanti giovani che si rispecchiano nei suoi versi d’amore.  A ricollegarsi con lo spirito alla nostra città, l’immagine di un’aquila reale, allegoria dell’alta divinità, del fuoco celeste, del Sole, della nobiltà e dell’anima – come parte dell’uomo appartenente a Dio – ma soprattutto emblema degli stati totalitari che devastarono l’Europa nel Novecento. Dietro di lei una stella a sette punte, simbolo esoterico che ricorre molto spesso nei lavori di Navid. Si ricollega ai sette pianeti e, poiché il numero sette deriva dal celestiale tre e dal terrestre quattro, indica l’uomo nella sua totalità: il corpo materiale e l’anima divina.

NAVID Azimi sajadi,
Opera di Rosa Jijon

ROSA JIJON It's just a game

31 Maggio - 12 Giugno 2012

a cura di Martina Sconci

 

 

Giovedì 31 maggio alle 18,30, presso la sede del MU.SP.A.C. – Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea – sarà inaugurata la mostra personale dell’artista ecuadoriana Maria Rosa Jijon (Quito, 1968) dal titolo “It’s just a game”, a cura di Martina Sconci. È questo il quarto evento d’arte contemporanea che si inserisce all’interno del progetto “Percorsi Migranti”, promosso dal Coordinamento Ricostruire Insieme in collaborazione con il MU.SP.A.C., per favorire l’incontro interculturale nella città dell’Aquila e non solo, all’interno di varie discipline. Una riflessione di Simòn Bolìvar introduce la mostra: con grande delusione Il “Libertador” dell’America Latina parla del futuro della sua regione, offrendo uno sguardo pessimista sull’avvenire e allo stesso tempo lanciando un invito a riflettere sul significato di migrazione. Nel video It’s just a game delle telecamere a infrarossi registrano i passaggi di frontiera dei migranti. Giocando sull’ambivalente significato della parola “game”, intesa come “gioco” ma anche come “preda”, le immagini, ironicamente accompagnate da una musica ripetitiva e alienante tipica dei videogiochi, fanno riflettere sui sistemi di controllo. In un’epoca cibernetica in cui l’azzeramento delle distanze di spazio e tempo promette una grande libertà dagli ostacoli di carattere fisico e una capacità inaudita di muoversi e agire a distanza, siamo ancora “prede” o “pedine” di un videogame comandato dalla società. Lo Stato ci sorveglia ma noi non possiamo sorvegliarlo. I cartelli usati per manifestazioni anti immigrazione, raccolti dall’artista da vari siti xenofobi per creare l’installazione “STOP!”, infondono una sensazione di pericolo e allerta. In “Extraterritorial. Remake 2004 – 2012” siamo invece circondati da infinite pagine della legge Bossi-Fini, mentre la comunità latino-americana di Roma legge tutti gli articoli che la compongono, ricordandoci tutti i problemi che sono costretti ad affrontare, tra cui quelli legati alla cittadinanza dei figli nati in Italia da genitori stranieri. Sujeto Movil impone una riflessione sull’immagine che la società contemporanea crea dello straniero, attribuendogli alcune caratteristiche fisiche o comportamentali fuori dai canoni tradizionali, per suscitare paura, rifiuto o perplessità: un modo efficace per ottenere il sostegno di una popolazione acritica che consuma messaggi senza discriminarne i contenuti e i propositi. Le persone nel video, silenziose davanti alla telecamera, si mostrano per quello che sono. L’immagine che ne risulta è una critica ironica sulle differenze genetiche, etniche e razziali, attribuite ai migranti nell’uso originario della foto antropologica per gli studi sulla diversità genetica. Kika, è una donna ecuadoriana che sognava di emigrare in Europa per vivere una vita migliore. Ci racconta confidenzialmente la sua storia di migrazione fallita, ricordandoci che “tutti siamo condannati a una vita di scelte, ma non tutti abbiamo i mezzi per scegliere” (Z. Bauman).

 

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ASCOLTARE IL LUOGO workshop fotografico con Jacopo Benci e Silvia Stucky

15 - 17 Maggio 2012

San Bernardino – AQ

 

 

Il MU.SP.A.C. Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea, in collaborazione con l’Associazione Culturale Hatha Ciudad Onlus e il Comune dell’Aquila, all’interno del progetto “Verso una città a dimensione studente”, organizza presso la Struttura Polivalente Centro di consulenza e formazione, vicino la Scalinata di San Bernardino, una serie di workshops con artisti internazionali che si svilupperanno nel centro storico dell’Aquila.Il primo workshop con gli artisti Jacopo Benci e Silvia Stucky si svolgerà nei giorni del 15, 16 e 17 maggio 2012 e si articolerà in una giornata teorica in cui i due artisti presenteranno il proprio lavoro ai partecipanti, e due giornate pratiche in cui metodologie e tecniche sviluppate nella parte teorica saranno messe in pratica sfruttando i luoghi del centro storico dell’Aquila.
Ripercorrendo spazi urbani che prima rappresentavano la quotidianità, armati di una qualsiasi macchinetta fotografica, come veri e propri flâneur contemporanei, si passeggerà silenziosamente e senza meta per le strade della città e, ascoltando la voce dei luoghi, ci si soffermerà sui suoi angoli più nascosti.I due artisti, ognuno con il proprio particolare approccio, potranno stimolare i partecipanti in direzione di una più ampia comprensione del luogo, che vada oltre la mera rappresentazione. Comprendere il luogo come dimensione in cui perdersi e ritrovarsi, per scoprire che non serve andare lontano per trovare un senso più profondo delle cose, a condizione di saper osservare.

 

Programma

martedì 15 maggio
Ore 11.00-13.00
Silvia Stucky: Seguire il modo di comportarsi dell’acqua senza averne uno proprio.
Ore 15.00-17.00 Jacopo Benci: Itinerari silenziosi
Ore 17.00-18.00 Discussione generale tra gli artisti e i partecipanti

 

mercoledì 16 maggio
Ore 11.00-13.00 / 14.00-16.00 Jacopo Benci: Itinerari silenziosi, ricognizione in città

 

giovedì 17 maggio
Ore 11.00-13.00 / 14.00-16.00 Silvia Stucky: Seguire il modo di comportarsi dell’acqua senza averne uno proprio, ricognizione in città

 

 

GUARDA IL VIDEO
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Inaugurazione della mostra

MONTICELLI & PAGONE Terrae Motus Shut Out - Chiusi Fuori

13 - 26 Maggio 2012

mostra a cura di Martina Sconci

 

 

“la moderna Cappuccetto Rosso, allevata a suon di pubblicità, non ha nulla in contrario a lasciarsi mangiare dal lupo”.

Marshall McLuhan

 

 

L’Io e il suo doppio, il corpo e l’anima, il positivo e il negativo, il bianco e il nero, il femminile e il maschile, il conscio e l’inconscio, rappresentano gli opposti che sono parte del nostro essere. Ognuno di noi è solito proiettare nell’altra parte di sé tutte le possibilità non realizzate, che potrebbero accadere e a cui la fantasia si aggrappa ancora, le aspirazioni dell’Io che il destino non ha permesso si realizzassero e tutti i desideri repressi, i sogni negati.
Monticelli & Pagone fanno propria questa ambiguità dell’essere: rinunciano a una individualità artistica per un agire comune, che si rispecchia in tutte le loro opere.
Uomini e donne dal volto coperto si confrontano con il proprio doppio e con la propria ombra. La conoscono e l’affrontano, anche nei suoi tratti più conturbanti, per trovare una propria autenticità. Interagendo con essa si possono scoprire tutti i contenuti positivi che la formano, per attingere alle sue potenzialità celate.
Come nelle macchie di Rorschach, le enigmatiche figure di Monticelli & Pagone si specchiano dandosi le spalle, ma perdono la loro identità nel momento in cui si abbandonano alle immagini mediatiche. Non a caso le loro teste sono occultate, le loro menti messe a tacere, isolate da una carta stagnola che li rende alieni dalla realtà, a favore di una corporeità forte e ingombrante. I corpi nudi, ancora legati ai marchi della società consumistica, si confrontano con quello che ne rimane una volta spogliati dai feticci della contemporaneità. Rappresentano, nel senso heideggeriano del termine, da una parte l’inautentico ed esistentivo – cioè tutto quello che concerne la banalità del quotidiano – dall’altra parte, nella loro immagine speculare, l’autentico e l’esistenziale, cioè la aletheia, verità dis-velata dell’essere.

Shut Out – Chiusi Fuori indica la condizione di sradicamento sociale e la perdita di identità causata dall’energia naturale del Terrae Motus ma anche dall’immagine riflessa di una catastrofe generalizzata del vivere, che coinvolge l’intero corpo sociale.
Così come i simboli delle mode diventano superficie dei nostri corpi, allo stesso modo le crepe della città dell’Aquila sono anche le crepe esistenziali che rimangono attaccate alla nostra pelle e alla nostra mente, da cui non riusciamo a liberarci.
Sempre Heidegger ci ricorda che l’uomo è un essere “gettato” nel mondo, ma è anche “trascendenza” rispetto a questa situazione nel senso che, essendoci dentro, può decidere se vivere nel mondo senza coscienza oppure trascendere da esso.
Forse allora è proprio questo che ci stanno chiedendo Monticelli & Pagone. Psicologi dell’arte ci mostrano le loro tavole di Rorschach obbligandoci a una scelta: lasciarsi rassicurare, consolare o “massaggiare” (M. McLuhan) dai medium oppure decidere di uscire dalla nostra condizione di caos ritrovando noi stessi?

Martina Sconci

 

 

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