Presentazione del film "La Tana del Bianconiglio"

LA TANA DEL BIANCONIGLIO un cortometraggio sull'Aquila scritto e diretto da Linda Parente

4 Aprile 2012

Presso il MU.SP.A.C. (Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea) in Piazza d’Arti a L’Aquila, verrà presentato il cortometraggio “LA TANA DEL BIANCONIGLIO”scritto e diretto dalla regista marsicana Linda Parente, prodotto dalla Peperonitto Film di Avezzano.

 

Il cortometraggio è stato realizzato con lo scopo di mantenere viva l’attenzione sui problemi legati al post terremoto di L’Aquila. E’ una storia di denuncia legata alle vicende personali del protagonista Massimo (Massimo Lello) che non parla dalla notte del 6 aprile 2009. Tra le difficoltà quotidiane della vita in una città terremotata e le questioni irrisolte del suo passato, Massimo dovrà trovare la forza di andare avanti. I suoi ricordi legati al mondo del teatro, dell’arte, si alternano alla spietata realtà aquilana a partire dalle tendopoli fino ad arrivare a due anni dal sisma. Ad accompagnarlo nel suo viaggio interiore, ci sono sua nipote Greta (Camilla Rosselli), sua sorella Sara (Gaia Benassi) e suo padre Stelvio (Gianni Musy). Per trovare un po’ di speranza, Massimo dovrà scavare a fondo tra le macerie del suo cuore spezzato. Però grazie a Nadia (Maria Grazia Cucinotta) e Greta, potrà farcela.
“LA TANA DEL BIANCONIGLIO” è stato girato nel 2011 e ha utilizzato come location anche il cuore della zona rossa del capoluogo abruzzese. La troupe è composta da giovani professionisti legati al territorio. Tutti hanno lavorato a titolo gratuito. Oltre agli attori già citati, fanno parte del cast: Giancarlo Ratti, noto al grande pubblico per “I CESARONI”, Blas Roca Rey, il nastro d’argento Fabio Bussotti e il giovane Matteo Taranto. Le musiche sono del maestro aquilano Fabrizio Mancinelli e sono state registrate in collaborazione con il Conservatorio A.Casella di L’Aquila e con il supporto di giovani studenti del Centro Sperimentale di Cinematografia. Le scenografie sono state curate dal talentuoso scenografo Gianluca Amodio e il direttore della fotografia è Marco Incagnoli, già insegnante presso l’Accademia dell’Immagine.
La serata di presentazione sarà condotta dall’attrice aquilana Alessia Giangiuliani. All’evento sarà presente il cast artistico e tecnico. Il corto, gia’ vincitore di premi, verrà mostrato per la prima volta a L’Aquila.
Il cortometraggio è stato realizzato grazie al contributo di due associazioni venete, la Onlus Rene Arturo Borsatti e l’Associazione Gea, la Carispaq, la Coop e di sponsor come Di Stefano e Chiodo. Molti service e aziende hanno supportato il progetto fornendo aiuto e materiali a titolo gratuito. Anche il corpo dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civile Regione Abruzzo e la Brigata Volontaria Arci di Roma hanno sostenuto le riprese del cortometraggio. Il progetto ha il patrocinio del Comune di L’Aquila, della Provincia e della Regione Abruzzo.

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ALI’ ASSAF Eh...se fosse con noi...

18 Marzo 2012

Presso la sede del MU.SP.A.C. – Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea – in piazza d’Arti-via Ficara a L’Aquila, sarà inaugurata la mostra personale dell’artista iracheno Alì Assaf (Bassora, 1950. Vive e lavora a Roma) dal titolo “Eh… se fosse con noi…”, a cura di Martina Sconci. È questo il primo evento d’arte contemporanea che si inserisce nella serie di iniziative del progetto “Percorsi Migranti”, promosso dal Coordinamento Ricostruire Insieme in collaborazione con il MU.SP.A.C., per favorire l’incontro interculturale nella città dell’Aquila, e non solo, all’interno di varie discipline. L’arte non è mai neutrale o autoreferenziale, ma aiuta a riflettere su ciò che accade nel mondo. Il ruolo che può assumere in questo contesto è proprio quello di far dialogare culture diverse su contenuti di pace, solidarietà e integrazione. Con i suoi valori di libertà può garantire il rispetto morale per la convivenza e per lo sviluppo di rapporti civili, sociali e culturali che riguardano l’intera umanità. E’ proprio per questo che si è deciso di iniziare il percorso con un artista di fama internazionale, che racconta il dramma dell’immigrazione. Alì Assaf utilizza diversi mezzi, spaziando dal video, alla fotografia e all’installazione. Commissario e artista del Padiglione Iraq – che dopo trentacinque anni ha riconfermato la sua presenza alla Biennale d’arte di Venezia del 2011 – presenta per l’occasione una selezione di cinque opere realizzate tra il 2002 e il 2010, frutto di una ricerca artistica sperimentale dovuta a un’esperienza maturata sia dentro che fuori del suo Paese. Pur vivendo in Italia da più di trentacinque anni, Assaf non dimentica le sue origini, raccogliendo riflessioni su quello che accade in Iraq, ma rivolgendosi anche e soprattutto al suo paese d’adozione, l’Italia. Il titolo “Eh… se fosse con noi…”, filo conduttore di tutta la mostra, si riferisce alla classica frase che si dice quando si è riuniti in famiglia e c’è qualche parente lontano di cui si sente la mancanza.
Il video “Narciso”, presentato proprio alla Biennale del 2011, parla del ritorno a Bassora – sua città natale, chiamata la Venezia del Medio Oriente. Come il “Narciso” di Caravaggio, è proprio nell’acqua che si specchia Alì Assaf, l’acqua della sua terra, che trasporta, coprendo la sua immagine riflessa, ricordi della sua famiglia, che pian piano lasciano il posto ad una realtà contemporanea che riguarda anche altri paesi. Il video “Lampedusa Checkpoint” è invece una riflessione sulla condizione dell’immigrato e sulle difficoltà d’integrazione e insediamento che si trova ad affrontare nel suo paese d’adozione.
Ironia e drammaticità sono al centro del lavoro “Greetings from Baghdad”, che affronta il tema dell’emigrazione e della guerra in Iraq. Di fronte a un terribile scenario di bombardamenti e a campi petroliferi in fiamme, tre persone, indifferenti a tutto ciò che accade alle loro spalle, sorridono all’obiettivo. Il loro sorriso è in evidente contrasto con i messaggi e saluti inviati ai loro parenti lontani emigrati in varie parti del mondo. Simile scenario nel video “I am Her. I am Him” che, dopo un tragico esordio caratterizzato da bombardamenti, sirene ed esplosioni, solo alla fine lascia spazio a un velo di speranza. Infine in “Quell’oscuro oggetto del desiderio” Alì Assaf, richiamando alla mente il famoso film di Luis Buñuel, ha chiesto a un gruppo di donne e di uomini emigrati a Roma di spiegare il perché del loro essere in Italia. Raccolte le risposte più varie e disparate, le ha montate, insieme alle loro foto, su strati di cartone, materiale povero come povero e abbandonato al suo destino è chi decide di lasciare il suo paese per trovare altri approdi.

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