Luca Serani

OLTRE I MURI mostra

11 - 24 Maggio 2013

Il mese di maggio è stato caratterizzato dall’iniziativa dal titolo “Oltre i muri” realizzata all’interno del progetto “La città che sPiazza” e che ha visto la collaborazione di diverse Associazioni di Piazza d’Arti.
L’evento si prefiggeva di suscitare una riflessione il più ampia e vivace possibile sulla natura dei muri, fisici e ideali, che ieri ed oggi hanno separato e continuano a separare le persone, a istituire confini oltre i quali si sente sempre di più la necessità di imparare a guardare e a vivere.

All’iniziativa sono intervenuti artisti di fama internazionale, studiosi di massimo rilievo nel loro settore, personalità del nostro territorio e non solo i quali hanno avuto modo di pensare o sperimentare direttamente quella dimensione di dolorosa separazione che i muri creano nei contesti più diversi.
Il programma, suddiviso in tre incontri ciascuno dei quali dedicato a un particolare aspetto della complessa questione: il carcere (“Muri che rinchiudono”, Sabato 11 Maggio 2013), il manicomio (“Muri che escludono”, Venerdì 17 maggio 2013), i muri di confine (“Muri che dividono”, Venerdì 24 maggio), è stato articolato da dibattiti pomeridiani seguiti dalla proiezione di film appena usciti, da spettacoli teatrali e dalla mostra d’arte contemporanea dal titolo “Muri Crollati Muri Dentro”, a cura di Martina Sconci e allestita lungo tutto l’arco temporale dell’iniziativa.
Di seguito il testo critico che ha accompagnato la mostra: «Che cos’è un muro? Un segno architettonico per eccellenza, qualcosa che divide, che separa uno spazio dall’altro e che non ci permette di vedere oltre. Allo stesso tempo il muro è qualcosa che ci protegge da tutto ciò che accade fuori, circonda i nostri spazi, quelli domestici ad esempio, ma anche quelli di una città. E’ lo specchio delle incomprensioni umane. E’ un simbolo religioso, un luogo in cui andare a pregare. E’ una tela bianca per i Writers, un posto su cui esprimere e imprimere la loro creatività.
Ognuno di noi ha una diversa concezione del muro. Oltre ai muri fisici ci sono anche quelli invisibili, i muri interiori, quelli che ci costruiamo dentro, che chiudono la nostra mente e che rappresentano spesso limiti invalicabili. In questo contesto l’essenza che il muro porta con sé non è solo sinonimo di segregazione e sopraffazione ma anche di sospensione di contatto con il mondo. Il muro è un confine, una linea mobile ed incerta legata alla nostra visione della realtà. I muri sono anche le nostre certezze, quelle che mettiamo assieme ogni giorno dentro di noi e su cui fondiamo il nostro vivere, quelle di cui abbiamo bisogno per sentire il limite tra noi e le insicurezze del mondo esterno. Spesso alcuni muri crollano, come sono crollati quelli dell’Aquila e così crollano anche le nostre fermezze.
Molti gli artisti che hanno trattato questo tema, a partire da Fabio Mauri che con il suo Muro Occidentale o del Pianto, presentato alla Biennale di Venezia del 1993, ha mostrato l’emblema della divisione del mondo. O Luca Maria Patella che con I Muri Parlanti ha giocato sull’aspetto ironico dell’arte.
In questa mostra (evento inaugurale di una serie di incontri dal titolo “Oltre i Muri”, che si svilupperanno nel mese di maggio) sette artisti contemporanei si mettono in gioco, ognuno con il proprio linguaggio, nella loro interpretazione del muro.
Per Claudio Asquini il muro è qualcosa che sta dentro di noi, l’incomprensione quotidiana che non riusciamo a risolvere e per cui a volte la fuga è l’unica via di scampo. Iglù è il titolo del muro di cassetti assemblati di Courtney Smith che rimanda a una dimensione domestica della separazione e all’unione tra uomo e architettura. L’iglù, rifugio a forma di cupola costruito con blocchi di neve, è “srotolato” dall’artista e aperto a varie possibilità. Possiamo nascondere i nostri pensieri nei suoi cassetti come gli Ebrei infilano le loro preghiere negli interstizi del Muro del Pianto. Una presa usb è il buco della serratura attraverso il quale possiamo guardare ciò che è accaduto a Salvatore Falci e Simona Barzaghi, rimasti chiusi per una settimana dietro le mura blindate della Fondazione Mudima di Milano. Un rimando ad Étant donnés di Duchamp, opera enigmatica in cui mondo esteriore e mondo interiore si fondono completamente. Marco Brandizzi, nella sua idea di muro, inteso come “area” e come “perimetro”, vuole rendere omaggio al poeta mistico-rivoluzionario Alexander Block. Danilo Balducci, fotografo del mondo, con la sua silenziosa e allo stesso tempo rumorosa immagine, ci fa riflettere sui molteplici significati che il muro può avere. Può essere un riparo dalle intemperie quotidiane, una divisione fisica e mentale tra noi e l’altro, una superficie su cui esprimere al mondo i propri diritti e i propri pensieri. Il Tempio del Paradiso è il titolo del lavoro con cui Franco Fiorillo affronta con cinismo il tema del muro, ironizzando sulle casualità e sulle coincidenze della vita e su come alcune distanze territoriali, solitamente divise da confini, siano completamente azzerate dalla globalizzazione» (Martina Sconci).

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mailing_l'aquila 5 maggio

STORICI DELL’ARTE E RICOSTRUZIONE CIVILE iniziativa per un sostegno fisico e morale alla città

05 Maggio 2013

Il MU.SP.A.C. ha aderito all’iniziativa “Storici dell’Arte e ricostruzione civile” che ha visto riunirsi all’Aquila tutti gli Storici dell’Arte italiani, per un sostegno fisico e morale alla città.

 

Comunicato stampa

L’Aquila 5 maggio. Storici dell’arte e ricostruzione civile.

Il prossimo 5 maggio gli storici dell’arte sono chiamati a riunirsi all’Aquila. È la prima volta che tutti gli storici dell’arte si incontrano: senza distinzioni tra insegnanti di scuola, professori universitari, funzionari del Mibac o di altri enti, studenti, dottorandi, laureandi, pensionati.
Lo faranno all’Aquila, perché se nella distruzione del monumentale centro della città, devastato dal terremoto del 2009, vediamo l’annullamento della nostra stessa missione culturale civile, sentiamo il dovere di partecipare alla ricostruzione, che sta finalmente e faticosamente ripartendo.
Lo stato terribile dell’Aquila, divisa tra monumenti annullati e new towns di cemento, è una metafora perfetta di un Paese che affianca all’inarrestabile stupro edilizio del territorio la distruzione, l’alienazione, la banalizzazione del patrimonio storico monumentale, condannando così all’abbrutimento morale e civile le prossime generazioni.
Gli storici dell’arte vogliono dire con forza che è giunto il momento di ricostruire, e di farlo attraverso la conoscenza : ricostruire, restaurare e restituire alla vita quotidiana dei cittadini il centro dell’Aquila; ricostruire il tessuto civile della nazione; ricostruire il ruolo della storia dell’arte come strumento di formazione alla cittadinanza e non come leva dell’industria alienante dell’intrattenimento culturale.

 

Programma

Dalle 11 (appuntamento alla Fontana Luminosa) alle 13 gli storici dell’arte
visiteranno, in corteo o silenziosa processione, i luoghi simbolo del patrimonio
monumentale colpito dal sisma e abbandonato a se stesso.
Dalle 14 alle 17 (nella chiesa San Giuseppe Artigiano” (ex San Biagio
d’Amiternum) ) si riuniranno in assemblea che si articolerà in tre gruppi di
interventi: la voce dell’Aquila; la testimonianza dell’Emilia egualmente colpita dal
terremoto nel suo patrimonio; e infine alcune riflessioni generali sul senso della
storia dell’arte in relazione alla scuola, alla tutela, alla ricerca. La lettura di brani
fondamentali della letteratura artistica italiana accompagnerà questa
articolazione, collegando i nodi del presente ad una identità secolare.
Introdurrà Tomaso Montanari, concluderà Salvatore Settis.
L’Aquila 5 maggio. Storici dell’arte e ricostruzione civile è un’idea di
Tomaso Montanari, che è cresciuta nella comunità scientifica degli storici
dell’arte italiani.
Con il sostegno di Italia Nostra.
Con il patrocinio del Comune de L’Aquila

 

È promossa da:

AAA/Italia (Associazione nazionale Archivi di architettura contemporanea)
Anisa (Associazione nazionale insegnanti di storia dell’arte)
Comitato per la Bellezza
Cunsta (Consulta universitaria di storia dell’arte)
Eddyburg.it
Italia Nostra
Patrimoniosos
TQ.

 

Hanno aderito:

Associazione Amici dei Musei d’Abruzzo – Rivista Mu6
Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli
Centro Studi Vitruviani – Fano
Legambiente Abruzzo Beni Culturali
Mica Aurea
MUSPAC – Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea
Red de Patrimonio Velázquez
Sisca -Società Italiana di Storia della Critica d’Arte
Per chiarimenti sullo spirito dell’iniziativa è possibile scrivere a:
tomaso.montanari@unina.it
Per informazioni logistiche è possibile visitare il sito
http://laquila5maggio.wordpress.com o scrivere a: laquila5maggio@gmail.com
È necessario aderire entro il 15 aprile, inviando una email a:
laquila5maggio@gmail.com
facebook
twitter

Coordinamento

Santa Nastro
snastro@gmail.com
+39 3928928522

 

press:

Maria Grazia Vernuccio
ITALIA NOSTRA ufficio stampa
Tel. +39 3351282864
mariagrazia.vernuccio@gmail.com

mailing_l'aquila 5 maggio
Presentazione del libro

STEFANO BARTEZZAGHI presentazione del libro "Dando buca a Godot"

03 Maggio 2013

Presso il MU.SP.A.C. è stato presentato da Valeriano Salve, Fulvio Angelini e Pietro Angelini, il libro di Stefano Bartezzaghi “Dando buca a Godot. Giochi insonni di personaggi in cerca di aurore”. Il giornalista e scrittore Angelo De Nicola ha moderato l’incontro dove l’autore ha coinvolto il numerosissimo pubblico nell’analisi del suo scritto. Quest’ultimo mostra come si evolvono, anche grazie alla tecnologia e alla rete, i tradizionali divertimenti, linguistici e non solo. Bartezzaghi ci ha introdotto nel caos delle possibilità linguistiche e ci ha fatto capire come ognuno è autore delle parole che alla maniera dei personaggi, non aspettano altro che farsi raccontare. Bastano un foglio e una penna, o, se volete, lo spazio di un social network, e il potenziale di ogni singola parola viene fuori.

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Allievi-attori dell'accademia Eutheca

L’ECCEZIONE E LA REGOLA spettacolo con gli allievi-attori dell'accademia Eutheca

20 Aprile 2013

A chiusura della mostra, il 20 aprile, in collaborazione con l’Eutheca – European Union Academy of Theatre and Cinema di Roma, si è deciso di mettere in scena al MU.SP.A.C. lo spettacolo “L’Eccezione e la Regola” con i ventisei allievi dell’Accademia, per la regia di Giancarlo Fares, maestro di tecniche teatrali e tecniche di narrazione presso l’Accademia (Direzione artistica: Federica Tatulli; disegno Luci: Luca Barbati).
Combinando stili recitativi diversi come il teatro orientale, la commedia dell’arte e la pantomima, Fares ha diretto con maestria un’opera scritta nel 1930 e ancora strettamente attuale.
Gli allievi-attori hanno catturato il pubblico, trascinandolo nel loro viaggio attraverso un deserto lontano, mettendolo di fronte alla realtà di uno sfruttatore e di due sfruttati. L’influenza del teatro orientale e della danza classica all’interno dell’opera, l’alternanza di più attori per un solo personaggio, il lavoro spettacolare sulle maschere e i costumi -elaborate e realizzate interamente dai ragazzi- hanno conferito alla performance una pluralità di voci e punti di vista che non solo ha risvegliato la coscienza critica dello spettatore ma ha invitato soprattutto alla riflessione.

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Foto dello spettacolo

FAVOLE PER GRANDI spettacolo teatrale

07 Aprile 2013

“C’è un giorno in cui diventi grande e ti dimentichi delle storie. Ma ogni giorno sei parte di una storia. Oggi qualcuno parla di te. Teatro civile per chi non dimentica.”

 

Con questa introduzione è stato presentato il 7 aprile lo spettacolo “Favole per grandi” con Simona Meola, Elisa Panfili e Massimo Sconci. L’iniziativa, realizzata nell’ambito del progetto “La Città che sPiazza” ha coinvolto varie Associazioni di Piazza d’Arti: ogni attore ha messo in scena il suo monologo in una diversa sede della Piazza, per poi concludere lo spettacolo insieme agli altri presso lo spazio del MU.SP.A.C., con un pezzo dedicato al terremoto del 6 aprile 2009.

Ogni monologo ha trattato diversi temi di teatro civile, quali l’anoressia, la corruzione politica, la droga, il lavoro.

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