partendo dall’immagine, per rispondere ai quesiti che le opere pongono, invitando gli osservatori ad uno sguardo attivo/produttivo.
I laboratori ludico-creativi, organizzati in questa occasione, sono stati divisi in giornate e prope- deutici al percorso didattico tenuto dagli operatori museali.
Nel primo incontro, dopo aver ascoltato una breve presentazione dell’opera di Lucia Piccioni, ispirata a “Esercizi di stile” di Quineau, i bambini hanno trascritto, nel libretto messo a disposi- zione, i propri esercizi di stile, sperimentando diversi codici di lettura della realtà. In un secondo momento, a partire dall’immagine/cartolina della nicchia di S. Bernardino ispirata all’opera di Natalia Faragalli, i bambini, disegnando all’interno la propria opera, hanno potuto sperimentare gli strumenti d’analisi percettiva (linea, colore, volume, composizione, costruzione, ecc.) e giocare con la realtà, costruendo il senso, la funzione e la forma degli oggetti che ci circondano quotidianamente. L’idea è nata dal progetto di riqualificazione delle edicole architettoniche promosso dal MU.SP.A.C. con l’obiettivo di valorizzare e promuovere il bene culturale in questione. Il laboratorio successivo, ispirato all’opera di Ale Senso, è stato dedicato alla tecnica del collage e ha consentito ai bambini di sperimentare nuove forme espressive e materiali non ordinari tramite la stesura di un autoritratto ispirato alla street art ed al mondo del fumetto.
Considerando poi l’opera della Perego in cui la dimensione dell’abitare diviene conquista della felicità, i piccoli partecipanti hanno disegnato la propria casa dei sogni (intesa come luogo degli affetti, di protezione e serenità) aggiungendo elementi coerenti con un’immagine ideale.
Riuniti in uno spazio di socializzazione e di condivisione, gli alunni, assorti nel gioco, hanno avuto la possibilità di evocare memorie, esperienze, di esprimere emozioni, sensazioni attraverso i segni, le figure ed i colori, dando forma alla loro interiorità.
Traendo ispirazione dall’opera “Eva” di Marcello Di Donato con espliciti riferimenti al film “Blow up” di Michelangelo Antonioni,i bambini hanno acquisito una nuova capacità di lettura dell’im- magine, presentata non nel suo insieme, ma attraverso l’espediente della scomposizione. Ogni museo è una potenziale fucina di storie, ossia un luogo in cui ciascun oggetto custodisce in sé una storia da raccontare. Partendo da questo presupposto si è tentato, nell’ultima sessione, di coinvolgere i giovani come spettatori attivi: attraverso la scrittura di un testo narrativo, dando sfogo all’immaginazione, gli alunni hanno avuto la possibilità d’identificarsi con le situazioni ed i personaggi per renderli vivi.
Le emozioni e le sensazioni dei bambini, raccolte durante gli incontri e documentate anche at- traverso le immagini e le loro narrazioni, divengono importanti elementi d’analisi dell’esperienza formativa e punti di partenza per nuovi percorsi.