"Love Devotion Surrender" Opera di Daniele Breccia

DANIELE BRECCIA mostra personale

17 - 24 Maggio 2014

Presso la sede del MU.SP.A.C. di Piazza d’Arti è stata inaugurata la mostra personale di Daniele Breccia, a cura di Martina Sconci.

 

Per l’occasione l’artista presenta una selezione di sette lavori inediti, eseguiti tra il 2012 e il 2014, frutto delle sue ultime ricerche artistiche.
Come si legge nel testo critico che accompagna la mostra: “Daniele Breccia sperimenta diversi tipi di linguaggio. Servendosi di vari mezzi quali la pittura, la scultura e l’installazione, destabilizza i vari generi artistici, creando delle opere che divertono, sorprendono, ma allo stesso tempo invitano a riflettere. Dialogando in maniera sottile con alcuni capisaldi della storia dell’arte, egli li interpreta, li sbeffeggia e li celebra allo stesso tempo. Il suo intento non è quello di turbare, bensì di andare oltre le convenzioni figurative e rappresentative, creando dei cortocircuiti formali, per scardinare le nostre abitudini visive più radicate”.
In opere dal forte impatto visivo come “A love supreme” e “Love Devotion Surrender”, Breccia affronta con ironia e sarcasmo alcune tematiche esistenziali quali la morte e la spiritualità. In altri lavori come “Double Elvis” e “Lullaby” dà una sua chiave di lettura di alcuni movimenti artistici americani sviluppatesi negli anni settanta come il Minimalismo e l’Iperrealismo. In “Romance” primi piani di modelle ritagliati da riviste e giornali, restituiscono attraverso la tecnica del “trasfer” (molto usata da artisti come Rauschenberg) un effetto sbiadito e invecchiato, come a sottolineare l’aspetto effimero della bellezza. Con un certo umorismo in “Self-portrait like Prada’s advertising” l’artista gioca ancora con il mondo della moda e della pubblicità, sostituendo la sua immagine dipinta a quella di un modello di Prada.

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locandina mostra collezione

COLLEZIONE PERMANENTE Mostra

07 - 14 Maggio 2014

Presso la sede del MU.SP.A.C. è stato possibile visitare alcune opere della collezione permanente che raccontano momenti della lunga storia espositiva del museo. Nel corso degli anni il MU.SP.A.C. ha sempre posto attenzione alle opere della collezione – perno intorno al quale ruota tutta l’attività – organizzando delle esposizioni tematiche, per riscoprire e valorizzare ciclicamente alcuni lavori che hanno fatto la storia del museo. La collezione documenta i momenti cruciali dello sviluppo dell’arte contemporanea in Italia e all’estero, dalla metà degli anni Sessanta fino alle più recenti tendenze internazionali. L’intenzione è sempre stata quella di seguire una precisa linea di ricerca, scegliendo opere che avessero un’aderenza con l’idea di arte totale portata avanti dal museo. Molti gli artisti contemporanei che hanno lasciato un segno della loro presenza, da Fabio Mauri, con il quale sono state organizzate numerose esposizioni, agli artisti della Scuola di via degli Ausoni, fino alle giovani generazioni. Tra le più recenti donazioni, “Sedimenti” di Roberto Pietrosanti; una tempera su carta di Marco Tirelli che rivela l’atmosfera rarefatta e metafisica di una forma geometrica, una teca apribile di Bruna Esposito con all’interno una composizione su tavola di gancetti, pittura e bucce di cipolla. Una carta di riso con i progetti di un’installazione è l’opera di Giuseppe Pietroniro che, attraverso un inganno visivo, racconta la storia del controverso rapporto fra opacità e trasparenza, realtà e illusione, visibile e invisibile. Un foglio A4 piegato seguendo le linee determinate dalla dimensione stessa del foglio rappresenta il work in progress “Frammenti per un cronologia#1, #2, #3, … … … …..#20” di Stanislao Di Giugno che indaga, in questo caso, il limite tra pittura e scultura, rigore e caso. “Mediterraneo II” rivela la costante presenza dell’identità mediterranea dell’artista Giulio De Mitri, in un percorso di rimandi tra storia e mito. Un’apposita sezione della mostra è dedicata invece alle opere fotografiche di Claudio Asquini, Jacopo Benci, Elisabetta Catamo, Giuseppe Stampone, Corrado Sassi.

 

 

 

COLLEZIONE PERMANENTE

Fabio Mauri, Gino De Dominicis, Gilberto Zorio, Jannis Kounellis, Oliviero Rainaldi, Marco Tirelli, Ettore Spalletti, Roberto Pietrosanti, Giuseppe Pietroniro, Stanislao Di Giugno Bruna Esposito, Matteo Montani, Giuseppe Stampone, Corrado Sassi, Elisabetta Catamo, Claudio Asquini, Jacopo Benci, Giulio De Mitri, Silvano Servillo

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LA CICALA. SOGNO DI UNA NOTTE DI PIENO INVERNO Presentazione del libro di Franco Cagnoli

12 Aprile 2014

Presso la sede del MU.SP.A.C. è stato presentato il libro di Franco Cagnoli dal titolo “La Cicala (Sogno d’una notte di pieno inverno) “.

La presentazione è stata affidata al giornalista Roberto Ciuffini e ci sono stati interventi della Prof.ssa Liliana Biondi e dell’imprenditore Daniele Kihlgren, i quali si sono interrogati sui temi trattati dallo scrittore nella sua profonda novella.

Lo stesso Cagnoli afferma: “Cosa vuol dire essere una Formica o una Cicala? Quali differenze passano tra il loro modo di affrontare la vita e le stagioni? Un Ragazzo deve pur comprendere ciò, soprattutto dal momento che il Nonno, leggendogli fin dall’infanzia delle storie, gli ha raccomandato di sviluppare crescendo una propria “visione”. E così il Ragazzo, in un viaggio onirico tra una natura incontaminata e cangiante, incontrerà e parlerà sia con la Formica che con la Cicala, avvicinandosi a quei piccoli segreti della vita, che solo tramite l’esperienza individuale si possono cogliere…”

Franco Cagnoli è nato nel 1982 a L’Aquila. Dopo il terremoto del 2009, che ha seriamente danneggiato la sua casa, ha deciso di trasferirsi a Calascio (AQ). Nel 1999 ha partecipato a diversi concorsi di poesia ricevendo la menzione d’onore a “I Malavoglia” (Patti Montagnareale, ME), e risultando finalista al premio letterario “Marguerite Yourcenar” con la poesia Jim, inserita poi nella relativa antologia. Da musicista (chitarrista, fonico e compositore) ha finora pubblicato due album solisti: Wastelands (2003) e Came Back To Win (2012), entrambi autoprodotti, e l’album Meglio In Duo (2011), progetto jazzistico ideato insieme al bassista aquilano Stefano Francazio.

locandina Libro La Cicala
LOCANDINA LAQUILA

L’AQUILA SILENZIOSA mostra fotografica di Marco Equizi

05 -12 Aprile 2014

L’Aquila Silenziosa è un progetto che nasce in agosto, per caso. Vuole documentare il “letargo” della città, interdetta alla normale vita dei suoi residenti, isolata da una barriera più forte delle sue possenti mura.
Dopo ogni disastroso evento sismico, come è accaduto anche nel 1703, il capoluogo d’Abruzzo ha vissuto lunghe pause, in attesa della ricostruzione. In ogni epoca, vie e piazze sono rimaste deserte, senza che anima viva passasse tra di esse: “Quando, dopo anni, furono riparati i danni riparabili, ricostruito il ricostruibile, sostituito il distrutto, L’Aquila fu un’altra città: fiorì il barocco e i resti medievali e rinascimentali affiorarono solo qua e là”(*).
L’obiettivo grandangolare riprende quiete e desolazione in diversi punti della città, fingendosi tanti occhi aperti in un’unica, lunga, notte d’estate; sottolinea l’assenza di persone, così come di autovetture e motocicli. I fontanili proiettano le loro ombre sui palazzi danneggiati e messi in sicurezza da tiranti e puntelli, l’acqua però non scorre nelle vasche e, nei campanili delle chiese, non si scorgono le campane. C’è solo un avvolgente silenzio e qualche lieve e isolato scricchiolio: è come il fotogramma di un home video, bloccato in pausa fino a quando lo spettatore non si deciderà a premere di nuovo il tasto “play”. Alcune immagini mostrano linee di entrata e punti di fuga, altre nascondono indizi di geometria; alberi e lampioni spezzano la continuità spaziale di opere architettoniche di diversi stili ed epoche. Tutte, però, vogliono mostrare l’anima di L’Aquila, città immota dove, quattro anni fa, morivano sogni ed esistenze; nei suoi angusti vicoli e nelle sue piazze non si percepisce alcun segno di vita, ma cresce uno stato d’animo: la spasmodica, ansiosa attesa di un nuovo inizio.

 

LOCANDINA SILENT LAQUILA