Una storia vera, o forse no. Una storia formata da tante altre piccole storie, ascoltate, inventate, vissute o quasi mai accadute. Una narrazione che gravita intorno a personaggi anonimi, intorno al terremoto e alla città dell’Aquila. Una storia, forse, come tutte quelle che il nostro territorio vive ogni giorno. Per la rassegna “I Terremoti dell’Arte” organizzata dal MU.SP.A.C. lo spettacolo di Luigi Guerrieri è il primo appuntamento di una serie di iniziative che animeranno il nostro territorio durante tutto il mese di Aprile.
Va in scena al MU.SP.A.C. “Immota Manet – resta immobile”, spettacolo vincitore (ex equo con “Inossidabile miele” di Domenico Cucinot- ta) dell’ultima edizione del Festival Inventaria nella sezione monologhi/performance, che racconta attraverso una raccolta di storie e te- stimonianze il terremoto dell’Aquila del 2009. In scena un attore, un microfono, una sedia per un allestimento scarno ed essenziale cornice di un racconto evocativo fatto di tante piccole storie, ascoltate, inventate, vissute oppure mai accadute, intrecciate all’esperienza del narra- tore. Un uomo dall’altra parte dell’Europa, nato e cresciuto a L’Aquila e partito ormai da anni, che nello spazio immaginario della sua città natale, riporta un racconto anonimo e collettivo nato dall’ascolto di testimonianze, poesie, “cal- cinacci” e risultato della sofferta lontananza dalla sua terra così colpita dalla catastrofe. Punto cruciale dello spettacolo è l’uomo, il suo relazionarsi con qualcosa di ingestibile come il terremoto. La sua accettazione, adattabilità, disperazione oppure resistenza. Il risultato è una narrazione che vorrebbe essere lineare ma che inevitabilmente si frammenta. C’è la storia del narratore che vede il tutto da fuori e poi le storie di chi il terremoto l’ha vissuto e subito C’è la parola ma anche la danza, la musica, il movimento, il dialetto, il grammelot. Da questo groviglio emerge un personaggio, anzi un anonimo. Un poeta, un po’ filosofo, dal bicchiere facile. Il tizio del paese che tutti conoscono ma pochi frequentano. Lui è quello che ha resistito, che non ha voluto piegarsi alla realtà dei fatti, che ha parcheggiato la mac-china di fronte i resti di casa sua e lì dormiva, in un paese ormai fantasma. Un tema più che mai attuale dopo gli ultimi av-venimenti sismici che hanno colpito e distrutto diverse cittadine del centro Italia, che senza sfociare nella retorica o nella commiserazione, porta in primo piano una riflessione profonda e mai banale sull’uomo e sulla sua fragilità.