L’artista presenta in questa mostra una serie di lavori il cui tema ricorrente può essere quello del labirinto, simbolo che percorre tutta la storia dell’umanità ma che è anche metafora dell’arte e della vita dell’uomo d’oggi, che “naviga” nella rete web alla ricerca di un altrove. La stessa città contemporanea, così come viene rappresentata in diverse opere, vista dell’alto o a volo “dell’Aquila”, è un labirinto, una moltitudine di “non luoghi”, sinonimo d’infinite vie, di tracciati inestricabili, senza un centro, senza piazze, senza luoghi collettivi che rappresentano l’identità della città storica. Qui l’uomo non riesce più ad orientarsi, è solo nella moltitudine, immerso nel caos.
Come si legge nel testo critico di Taricco: “L’indagine che compie l’artista aquilano consiste essenzialmente nel percorrere in termini cerebrali il flusso quantistico delle emozioni, convertendo i surrogati della realtà remota in matrici direzionali atte a svelarne l’immanenza latente. Estrapola dal mondo ordinario i suoi codici archetipici e li converte in grammatiche programmate”. L’opera di Pierpaolo Mancinelli si dischiude verso derive aperte, in un coagulo di direzioni da dove partono traiettorie e slittamenti. Un puro errare della fantasia, un continuo movimento fuori dalla logica dell’approdo, dove “i sentieri si biforcano” (Borges) e i “destini si incrociano” (Calvino).
I diversi percorsi digitali sono intrappolati nella “rete”, come nelle opere dei maestri dell’arte astratta o dell’action painting di Pollock, nessuna porta sembra aprirsi in fondo al percorso, perché l’arte possiede una dinamica che risponde anche a un’economia interna fondata sulla coscienza metalinguistica del proprio operare. Il linguaggio dell’arte non offre certezze rassicuranti, spinge la vita verso mete non prefissate, attraversa soglie e confini dell’inerzia del quotidiano, sempre rinchiuso nei propri confini interni.
Il fluire continuo di segni, che comprendono anche il caso, l’immaterialità, l’indeterminazione, la discontinuità, sono elementi fondamentali sviluppati dalle avanguardie artistiche. Già la psicanalisi aveva messo in crisi la possibilità di controllo da parte dell’uomo di tutta la realtà. Non a caso frantumazione e discontinuità, instabilità e incertezza vengono rilette anche con i mezzi elettronici. Il camminamento, la ricerca, il viaggio dentro il labirinto ci porta alla scoperta dell’altro da sé: ci sono sempre porte da attraversare e infiniti mondi da scoprire.
Arch. Enrico Sconci
Presidente Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea