Carrarini_Italo

Carrarini Italo

Carracini

E’ nato a Tivoli nel 1953.
Ha iniziato a dipingere giovanissimo. dando vita ad una figurazione di matrice iperrealista ricca di connotazioni analitiche.
Tra il 1975 e il 1976 svolge un’intensa attività per il “Centro Culrurale Arti Visive” di Tivoli dove realizza diverse installazioni.
Nel 1978 pubblica Souvmirs. raccolta di interventi e testimonianze operative dal 1971 al 1977.
Ha gradualmente abbandonato la pittura interessandosi già dai primi anni ’70 di fotografia, mail art, installazioni, ambientazioni e pertormances, con un lavoro complessivo che partecipa ad alcune istanze Post-Concettuali.
E’ presente a rassegne di tendenza in Italia e all’estero tra cui: Situazione ’77 e Un ‘opera per un ambiente nella Galleria San Fedele di Milano: a Millenovecentoottantatré nella Roccaforte di Bard; a Presenza/Assenza e Dismisure, Tivoli: Book Art, Berlino; al IX Neoist International Festival di Ponte Nossa; a In Dies, biennale d’arte di Villa di Serio. alla rassegna multimediale di Prato Creatio Libitum.
Promuove e aderisce ad alcuni progetti di “Mail Art”. Negli ultimi anni ha assimilato alla ricerca diversi aspetti del quotidiano articolandoli in “Adempi menti d’Ufficio” e “Attività del Tempo Libero”.
Vive un intenso rapporto con la montagna, riferimento costante di numerosi spunti creativi.


Carrarini Italo
ItaloCarrarini
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Sulle tracce di Celestino V

Tecnica mista

49 x 69 cm

2000

Sulle tracce di Celestino V

Tela su forex

69 x 47 cm

2000

PierPaolo Calzolari_Senza titolo_fil di ferro su carta_70x100_27su30_1977hi

Calzolari Pier Paolo

PierPaoloCalzolari

Nato a Bologna 1943, vive a Bologna.
Opera dal 1967 nell’ambito dell’arte povera e processuale, con riferimenti alla natura artificiale e con l’uso del neon e del ghiaccio sintetico, tra scrittura in senso autobiografico e sensibilismo “freddo”. Le sue performances accentuano il carattere evocativo secondo un “percorso in cui si intrecciano e si contrappongono i simboli del reggime diurno notturno, della paura e della protezione, della pausa e dell’urgenza”.
La sua opera- scrive Mario Bertoni- è ricca di intenzioni, di stimoli sensoriali, fisiologici, psichici, di processi metamorfici delle materie, un’opera dalla dimensione estetica così dilatata da essere restituita in tutti i suoi stati: pittura, testi, registrazioni sonore, video, neon e strutture ghiaccianti, fuoco e ghiaccio, sale, muschi e animali viventi, architettura e luce” (C. David).

Quest’opera, l’opera di Calzolari, è sicuramente tra quelle che decisive nel panorama internazionale, costituisce una delle voci più alte e profonde del nostro scorcio di secolo.


PierPaolo Calzolari_Senza titolo_fil di ferro su carta_70x100_27su30_1977hi

Senza titolo

fil di ferro su carta

70 x 100 cm

silvano bussotti

Bussotti Sylvano

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Nato a Firenze il 1 ottobre 1931. Inizia lo studio del violino con Margherita Castellani ancora prima di compiere i cinque anni di età. Al Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze studierà l’armonia e il contrappunto con Roberto Lupi e il pianoforte con Luigi Dallapiccola: studi che interromperà a causa della guerra, senza conseguire alcun titolo di studio.
Determinanti, per la sua educazione, il  fratello Renzo e lo zio materno Tono Zancanaro, pittori entrambi e, più tardi, l’incontro con il poeta Aldo Braibanti. Dal 1949 al 1956 approfondisce, da autodidatta, lo studio della composizione. A Parigi, nel periodo che va dal 1956 al 1958, frequenta i corsi privati di Max Deutsch, incontra Pierre Boulez e Heinz-Klaus Metzger, che lo condurrà a Darmstadt, dove conosce  John Cage.
Inizia in Germania, nel 1958, l’attività pubblica, con l’esecuzione delle sue musiche da parte del pianista David Tudor, seguita dalla presentazione a Parigi di brani eseguiti da Cathy Berberian sotto la direzione di Pierre Boulez.
L’Universal Edition e, successivamente, gli editori Moeck e Bruzzichelli pubblicano in quegli anni alcune sue partiture. Sarà infine con Casa Ricordi, che nel 1956,  Bussotti stringe un importante  rapporto editoriale. 
Soggiorna in U.S.A. nel 1964-65, invitato dalla Fondazione Rockfeller a Buffalo e New York, dopo il conferimento di tre premi da parte della SIMC negli anni 1961, 1963 e 1965. Nel 1967 riceve il premio “all’Amelia” della Biennale Di Venezia; nel 1974  il premio “Toscani d’Oggi” e nel 1979 il premio Psacaropulo a Torino. A Berlino, nel 1972, risiede per un anno, ospite delle DAAD per la Fondazione Ford.   E’ stato direttore artistico del Teatro La Fenice di Venezia e del Festival Pucciniano di Torre del Lago. Ha insegnato storia del teatro musicale all’Accademia di Belle Arti a l’Aquila. Nel 1980 è stato docente di composizione e analisi alla Scuola di Musica di Fiesole, direttore della sezione Musica alla Biennale di Venezia dal 1987 al 1991. 
Fin da ragazzo lavora alla composizione musicale cosi come al disegno e alla pittura; sue mostre d’arte si allestiscono in vari paesi del mondo. Dall’attività concertistica si sviluppa l’esperienza teatrale che lo porta ad occuparsi di  cinema e di televisione . Dal 1965 l’aspetto fondamentale della sua attività è costituito da spettacoli di teatro musicale, sintesi della propria esperienza creativa realizzati nell’ambito del BUSSOTTIOPERABALLET, nome abbreviato in B.O.B. da lui fondato a Genazzano nel 1984 e che allestisce concerti, spettacoli, mostre d’arte e manifestazioni di ampio respiro internazionale.
Sylvano Bussotti è Accademico dell’Accademia Filarmonica Romana, Accademico di S. Cecilia, Cavaliere dell’ordine di Marck Twain, Cavaliere di Micky Mause, Cittadino Onorario della Città di Palermo Commandeur de l’Ordre des Artes e des Lettres dello Stato Francese.

 

 

 

 

Sito web: https://www.sylvanobussotti.org/

 


silvano bussotti

Cavata Rossina

Incisione a punta secca

36 x 47 cm

1992

Le arti belle di Sylvano Bussotti

 

opere in musica e dipinte recentemente o nel tempo

 

7 maggio/14 giugno 1992

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COOP: SPOT CONTRO IL BULLISMO regia di Francesco Paolucci

26 Novembre 2017

Il giorno 26 novembre 2017 alle ore 18.00 presso la sede del Muspac è stato presentato il video “Ognuno di noi”, uno spot contro il bullismo per la regia di Francesco Paolucci, con la partecipazione speciale di Alessio De Matteis dei Soci e dei Lavoratori Coop Centro Italia di Aquila. Una tematica quanto mai attuale quella del bullismo che attraverso gli occhi e la voce del piccolo Alessio è stata raccontata al pubblico presente. Dopo la visione dello spot è seguito un aperitivo, accompagnato dalla musica di Alessio Di Francesco e Saverio Di Pasquale.

Nel corso del 2017 la Coop Centro Italia ha promosso il progetto “Insieme per il nostro futuro”, con la finalità di intervenire concretamente a favore delle fasce più deboli della società e per diffondere una maggiore consapevolezza della realtà in cui viviamo e delle sue problematiche.

Fondamentale è stato per la conclusione del progetto il contributo volontario dei Soci attivi e dei Lavoratori Coop Centro Italia.

JOSEPH BEUYS, difesa della natura

Beuys Joseph

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Nasce a Krefeld nel 1921, ma diceva di essere nato a Kleve. In gioventù frequenta la Hindenburg-Oberschule di Kleve e aderisce al nazismo entrando nella Hitler-Jugend (Gioventù hitleriana). Lo scoppio della seconda guerra mondiale lo vede arruolarsi nell’aviazione, in un primo momento come operatore radio e successivamente come aviatore. Nel 1943, in seguito all’abbattimento del suo aereo in Crimea, viene salvato dall’intervento di un gruppo di nomadi tartari che, trovatolo moribondo, lo curano facendo ricorso alle antiche pratiche della loro medicina. Tale esperienza è stata determinante per il percorso creativo dell’artista, segnato dalla ricerca di un’armonia superiore tra uomo e natura che spingerà molti critici ad attribuirgli l’appellativo di “sciamano” dell’arte. Nel 1944 è fatto prigioniero dagli inglesi nelle mani dei quali rimarrà fino alla fine del conflitto. 

fonte: www..wikipedia.org


Difesa della natura

stampa fotolito 48/300

60 x 82 cm

1984

 

Apri bene la bocca

 serigrafia firmata da J.Beuys Jork Frank 58/100

 8 x 31,5 cm

1978

 

Olivestone (Loschblatt)

carta assorbente stampata intinta nell’olio d’oliva

29,5 x 8,5 cm

1984

 

Il Muspac (Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea) ha sempre avuto una particolare attenzione per l’opera del grande artista tedesco Joseph Beuys che ha fatto parlare di sé esibendosi spesso in provocatorie performance. La sua produzione varia dalle “azioni”, come Coyote: I Like America and America Likes Me (1974) –  in occasione della quale convisse con un coyote (e una coperta di feltro) in una galleria di New York – a sculture realizzate con materiali insoliti quali grasso e feltro, a opere più tradizionali, tra cui molti disegni e acquerelli. Dal 1963 al 1965 partecipò in più occasioni alle manifestazioni del gruppo Fluxus. Nella collezione permanente del museo troviamo molte opere che riguardano il suo impegno rivoluzionario. Tra queste, particolare attenzione merita il multiplo di carta assorbente che rimanda all’azione  Olivestones, tenutasi nel 1984 al Castello di Rivoli di Torino, in occasione della mostra “Ouverture” (organizzata da Rudi Fuchs per inaugurare il museo d’arte contemporanea). Per questa occasione Beuys usufruisce di cinque vasche di pietra arenaria di Lettomanoppello (Abruzzo) del XVIII sec. usate originariamente per decantare l’olio d’oliva. Vi attua però una trasformazione, inserendo dei blocchi della stessa pietra ma di misura leggermente inferiore, in modo da creare un interstizio di qualche millimetro tra le loro pareti e quelle delle vasche. I cinque parallelepipedi vengono colmati con circa 200 litri d’olio d’oliva, che penetra la pietra fino a filtrarla completamente, creando una patina sulla superficie che riflette l’ambiente circostante come uno specchio. Abbiamo quindi da una parte il materiale cristallino della pietra, rigidamente geometrica e, dall’altra, il principio organico e informe costituito dall’olio: è la tensione tra caos e forma, condizione necessaria affinché si alimenti il fluire della vita e della creatività. L’olio d’oliva annulla le distanze e crea una continuità tra gli elementi: li penetra e li impregna di sé facendo di due corpi un’unica realtà. “Olivestone” significa nocciolo d’oliva: è la parte più dura del frutto, nascosta nella sua polpa, l’anima, lo scrigno in cui sono contenuti i principi vitali. L’artista ne crea una versione letterale: un nocciolo di pietra che naviga nell’olio. Impegnandosi politicamente in difesa della democrazia e dell’ambiente, realizza nel 1984 a  Bolognano (in provincia di Pescara) per Lucrezia De Domizio, “Difesa della natura” (anche di quest’ opera il Muspac possiede un multiplo). L’azione, che vede l’artista piantare un albero, non va intesa solo in senso ecologico, ma va letta soprattutto in senso antropologico: difesa dell’uomo, dei valori umani e della creatività. Il lavoro di piantagione durerà per oltre quattro anni: circa quindici ettari di terreno del paese verranno concimati per poi piantarvi alberi e arbusti in via d’estinzione. Nel pomeriggio l’azione si trasferisce in un grande capannone (la cantina del barone Buby Durini), appena fuori dell’abitato. Due enormi lavagne sono predisposte sullo sfondo e servono a Beuys per visualizzare schemi e per introdurre la sua discussione “Difesa della Natura” in cui parla del concetto di creatività strettamente connesso alla vita sociale di ogni individuo. Beuys sostiene che tutti gli uomini sono artisti in quanto possessori di una propria creatività, spesso alienata perché repressa dalla società contemporanea. L’Arte quindi non riguarda solo pittori, scultori, musicisti e scrittori, ma abbraccia le capacità creative di ciascun individuo, che attraverso la propria spiritualità può riconciliarsi con il mondo per trasformarlo e realizzare l’ “utopia concreta”.

Martina Sconci

 

Mostra al Quarto di Santa Giusta su Joseph Beuys copia

JOSEPH BEUYS

 

Mostra e presentazione del libro Incontro con Beuys
di Lucrezia De Domizio , Buby Durini , Italo Tomassoni

 

08 novembre – 13 dicembre 1985

 

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