Gallo Giuseppe

Gallo Giuseppe

GIUSEPPE GALLO

Giuseppe Gallo, nato a Rogliano vive e lavora a Roma dal 1976, anno in cui inaugura la prima personale presso la Galleria Ferro di Cavallo. Dal 1979 approda in ambito internazionale con Europa ’79 a Stoccarda. In questi anni stabilisce il suo studio nell’ex-pastificio Cerere, dove lavora tutt’oggi, e si moltiplicano le iniziative nazionali ed internazionali: le mostre presso la Galleria Ferranti di Roma, le rassegne al Groninger Museum a Groningen, al Haus am Waldsee a Berlino nel 1981, l’esordio a New York con la Annina Nosei Gallery nel 1983, la partecipazione alla collettiva Atelier a cura di Achille Bonito Oliva nel 1984, L’Italie aujourd’hui/Italia oggi a Nizza e la mostra Anniottanta a Bologna nel 1985. Nel 1985 è invitato a partecipare alla XIIIe Biennale de Paris. Tra il 1986 e il 1992 si susseguono quattro personali da Sperone Westwater a New York e le collaborazioni con L.A. Louver di Venice, Akira Ikeda di Tokyo, la Galleria Di Meo a Parigi e la Galleria Triebold di Basilea. È alla Biennale di Venezia nel 1986 e nel 1990 con una sala personale nel Padiglione Italia. Nel 1990 inaugura la mostra Giuseppe Gallo. Oh Vocazione allestita prima a Roma, presso la Galleria Gian Enzo Sperone, e successivamente a Milano presso la Galleria Claudia Gian Ferrari Arte Contemporanea, dove esporrà nuovamente nel 1995 con la personale Giuseppe Gallo. Con le unghie della purezza. Risalgono al 1989 e 1993 due personali presso la Galleria di Alessandro Bagnai a Siena: Gallo è pazzo e Giuseppe Gallo. Danza armonia sui volti/sfiora le ciglia/e fermati sulle labbra di chi ride. Nel 1998 presenta la personale Tempus edax rerum. Seven Sculptures Measuring Time and Gallo’s Twenty-four Hours a Vienna, presso la Galerie Ernst Hilger, e successivamente a Parigi presso la Galerie Di Meo. Nel 2001 presenta a Rende, nella sua terra natia, Prova generale, analisi della sua intera attività, a cura di Achille Bonito Oliva, con la direzione generale di Tonino Sicoli e il coordinamento di Angelo Capasso; l’anno successivo inaugura una mostra-allestimento presso la Fondazione Volume! di Roma, e nel 2004 Gallo dedica alle sue sculture la retrospettiva Percorso amoroso presso la Galleria Civica di Spoleto, a cura di Giovanni Carandente. Dal 2005 al 2006, si susseguono una serie di esposizioni personali in prestigiose gallerie italiane, come la mostra Mito-Rito-Sito, a cura di Rolf Lauter e Mirta D’Argenzio (Galleria dello Scudo, Verona) e Gioco felice di un suonatore di tamburi (Galleria d’arte Emilio Mazzoli, Modena). Nel 2007, è protagonista di un’importante mostra al MACRO, Museo d’Arte Contemporanea di Roma, a cura di Danilo Eccher, dove si ripercorrono 25 anni della sua produzione artistica unitamente a nuove, suggestive produzioni. L’anno seguente inaugura un’ampia rassegna, a cura di Inge Herold e Danilo Eccher, dedicata al suo lavoro presso la Kunsthalle di Mannheim. Del 2008 è la personale Giuseppe Gallo. Symphonie en trois mouvements, presso la Galeria Di Meo a Parigi. Tra il 2009 e il 2010 partecipa a numerose collettive in importanti musei e spazi pubblici italiani quali: Italia Contemporanea. Officina San Lorenzo, Rovereto MART – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto; Gli anni 80. Una prospettiva italiana, Monza, Arengario e Serrone di Villa Reale; Keep your seat: stai al tuo posto, Torino, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea. Le opere di Giuseppe Gallo fanno parte di prestigiose collezioni pubbliche: il Moma di New York, il Museum Modern Kunst Stiftung Ludwig di Vienna, il Contemporain Midi Pirenées di Toulouse, il Groninger Museum, il Fukuyama Museum of Art, il Museum Biedermann di Donaueschingen e il MART di Rovereto.

 

 

Sito web: http://www.giuseppe-gallo.it/


Caprone

olio, acrilico ed encausto su tavola

157 x 202,5 cm

2010

 

 

L’opera è stata gentilmente donata dall’artista al MUSPAC, per la ricostituzione

della collezione permanente, gravemente danneggiata dal sisma del 6 aprile 2009.

“Partecipare alla ricostruzione della collezione del Museo Sperimentale dell’Aquila (MU.SP.A.C) mi è sembrato un modo per essere solidale alla tragedia che ha colpito una delle più affascinanti città d’arte del centro Italia. Come pittore ho reputato opportuno sostenere la causa con i miei mezzi, quindi con il mio lavoro. Penso inoltre che l’iniziativa sia più valida di ogni tipo di asta o raccolta fondi con finalità affini e simili, per questo motivo non ho esitato a dare la mia adesione, contribuendo in maniera consapevole alla rinascita del museo”.

Giuseppe Gallo 
ottobre 2011

Rosa Foschi_hi

Foschi Rosa

032-Rosa-Foschi-da-giovane

Rosa Foschi, film-maker, fotografa e pittrice, dopo studi classici ed artistici  ha frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma e ha realizzato vari cortometraggi in disegno animato (depositati presso la cineteca di Bologna), prodotti dalla “Corona cinematografica” di E. Gagliardo e con i quali ha partecipato a vari festival e ottenuto numerosi premi.
Successivamente si è dedicata alla pittura e in particolar modo alla fotografia. L’ultima mostra a cui ha partecipato è stata “Italia 1946-2006. Dalla ricostruzione al nuovo millennio”,  a cura di Walter Leva, un excursus sulle fotografie italiane dal 1946 al 2006. Ha pubblicato inoltre libri di poesie tra cui Woodnote (ed. Empiria 2005) e ha illustrato libri di Paolo Valesio, Carlo Bordini e Attilo Lolini.


Foschi Rosa

Senza titolo

foto e disegno su carta

31 x 35 cm

1997

 

L’opera Senza titolo del 1997 stata gentilmente donata dall’artista al MUSPAC, per la ricostituzione

della collezione permanente, gravemente danneggiata dal sisma del 6 aprile 2009.

Rosa Foschi_hi

Senza titolo

fotografia

2000

Esposito Bruna

Esposito Bruna

Bruna Esposito sua foto 2006

Roma – 1960.
Diploma al IV° Liceo Artistico Statale di Roma; un anno di frequenza alla Facoltà di Architettura di Roma; si trasferisce a New York dove vive e lavora dal 1980 al 86.  Studia danza aerea con Batya Zamir e danza minimal con Sally Gross.  Nel ’86 selezionata nel Whitney Indipendent Studio Program. Si trasferisce a Berlino Ovest dal 1987 al 89 dove realizza sculture galleggianti e happening. Riceve nel ’87 e ’88 due borse di studio dall’I.B.A.-Berlin per la ricerca, la progettazione e gli studi di fattibilità di due Gabinetti Pubblici a compost. 
Le mostre e i premi più prestigiosi: 
Documenta a Kassel nel ’97, La Biennale di Venezia nel ’99 e nel 2005, le Biennali di Istanbul nel 2003 e di Gwanjiu in Corea nel 2004. 
Le Quadriennali di Roma nel 1996 e nel 2008.  Le mostre personali: Museo d’Arte Contemporanea del Castello di Rivoli 2002; Castel Sant’Elmo a Napoli nel 2002.  I premi: nel ’99  Italian Studio Program P.S.1 a New York e il Leone d’Oro della Biennale di Venezia per il padiglione Italiano Dapertutto condiviso con quattro artiste.  Nel 2001 Primo Premio Nazionale per i giovani Artisti Italiani.  
I lavori sono scultorei, video installazioni, opere multimedia, site specific, opere pubbliche, progetti, opere galleggianti e/o sonore, disegni, fotografie e collage.


In Teca

legno, ottone, pittura acrilica, bucce di cipolle.

50 x 50 x 8 cm

2011

 

 

L’opera è stata gentilmente donata dall’artista al MUSPAC, per la ricostituzione

della collezione permanente, gravemente danneggiata dal sisma del 6 aprile 2009

“Alla Biennale di Venezia del 2005, Bruna Esposito ci sorprese con il lavoro ‘Precipitazioni Sparse’,
un piedistallo di lastre di marmo con sopra sparse delle bucce di cipolla. In un’altra sala  dell’arsenale in Biennale era  allestita ‘Perla a Piombo’, un lavoro composto da un filo a piombo con infilata una perla bianca perfettamente tonda.

‘Precipitazioni Sparse’ e ‘Perla a Piombo’ sono lavori in comunione con gli spazi alti del cielo.
L’artista  riprende l’ispirazione dall’alto, con delle composizioni su semplici tavolette di legno.
Questi nuovi lavori, intitolati ‘In Teca’,  sono come frammenti di mosaici fatti di gancetti di ottone nichelato. La pittura acrilica lascia trasparire, a volte, la superficie del legno, i cui nodi e venature dirigono le composizioni. Le tavolette sono sospese all’interno di teche apribili. Delle bucce di cipolla sono bloccate dai gancetti appendi quadri e potrebbero cambiare nel tempo, come se segnassero l’ora di chissà quale costellazione modulare su delle micro-meridiane dorate.
In questi  nuovi lavori  Bruna Esposito ritrova  la forza emblematica degli elementi naturali, fragilissimi ma potenzialmente molto duraturi, la cui custodia è affidata nelle mani di altri, che possono aprire la teca.
Scrive l’autrice: “ Di solito i quadri sigillati sotto vetro mi sono sempre apparsi come congelati e inaccessibili. Le teche spero accorcino la distanza convenzionale tra l’opera e chi la osserva.
Spero venga raccolto e accolto lo sguardo.”

 

Federico Luger

Donzelli Bruno

Donzelli Bruno

06

Bruno Donzelli nasce a Napoli il 12 aprile del 1941. Giovanissimo partecipa a diversi premi fra i quali, nel 1960, al Premio San Fedele di Milano e al Premio Termoli, per essere poi presente, nel 1962, al Premio indetto dal Ministero della Pubblica Istruzione presso la Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma. Il 1962 è anche l’anno dell’esordio ufficiale dell’artista, appena ventunenne, sulla scena nazionale, esordio sancito dall’allestimento di una personale tenutasi alla galleria del Fiorino di Firenze. Innumerevoli e diverse, da questo momento, sono le partecipazioni dell’artista a premi e mostre, collettive e personali, di respiro nazionale e internazionale. Già nel 1963 una seconda esposizione di opere del solo Donzelli tenutasi a Genova presso la Galleria Centro Arte.E personali interamente dedicate al maestro, negli anni, vengono allestite nelle più prestigiose città italiane ed europee, da Venezia a Roma, da Parigi a Barcellona. La produzione pittorica di Bruno Donzelli è suddivisa in cicli pittorici, tra i quali, si ricordi, “ Ormare”, “ Siparietti impertinenti”, “ Specchiarsi nel cuore dell’Arte”, “ Nuove piazze d’Italia”, “ Morandina”,“ Sironiana”. Ora, all’evidenza dai titoli di alcuni dei suoi cicli, lo stretto legame con la Grande Storia dell’Arte del XX secolo, a cui l’artista, quasi a mo’ di gioco, fa continuamente rimando. Inizialmente ispirato dal linguaggio di Pop e Cobra, Donzelli, già sul finire degli anni sessanta, si volge a una pittura “fantastica” di matrice espressionistica. Sviluppa in seguito una personale cifra stilistica, che, non dimentica degli illustri Maestri del passato recente, raggiunge totale maturità artistica nonché piena affermazione internazionale, solo negli ultimi decenni. Ed ecco che nelle sue note “Orme Mnemoniche” Donzelli, intesse un serrato dialogo con le avanguardie storiche: nelle sue opere, “le orme” di Picasso, Mirò, Boccioni, Warhol, Burri, Fontana e Kandinsky. Il linguaggio è ironico, dissacrante, i colori brillanti, vividissimi. La figurazione, al limite della fumettistica, è ludica, infantile e fresca. Nel 1989 crea alcuni lavori su ceramica, multipli e pezzi unici dipinti a mano. Si cimenta, nel 1991, anche nella scenografia con la realizzazione di costumi e allestimenti per lo spettacolo “ Folli notti a Pietroburgo”, tratto da Le Notti Bianche di Dostoevskij al Teatro dell’Orologio di Roma. Diverse le monografie che danno conto dell’iter artistico di Bruno Donzelli, da quella storica edita da La scaletta di San Polo del 1986, a quelle di più recente pubblicazione del 1997 e del 1998, edite rispettivamente da Mazzotta e dalla Galleria Georges Fall di Parigi. Lo scoccare del nuovo millennio è poi occasione per la proposizione di una vasta mostra antologica a Caserta, ove l’artista risiede, mostra che si pone l’obbiettivo di ripercorrere, con sguardo critico, la produzione pittorica di Donzelli. Dalla mostra – tenutasi presso la celebre Reggia – un catalogo monografico, edito da Charta, sintesi dell’ultimo trentennio creativo dell’artista. Nel 2008 le personali d’oltre oceano: Miami, New York e Shangai.

 

 

 

tratto da: Deodato Arte

 

 

 

 

Sito: http://www.brunodonzelli.it/


Donzelli Bruno

Tavolozza sironiana

litografia

23 x 23 cm

1986