Esposito Bruna

Esposito Bruna

Bruna Esposito sua foto 2006

Roma – 1960.
Diploma al IV° Liceo Artistico Statale di Roma; un anno di frequenza alla Facoltà di Architettura di Roma; si trasferisce a New York dove vive e lavora dal 1980 al 86.  Studia danza aerea con Batya Zamir e danza minimal con Sally Gross.  Nel ’86 selezionata nel Whitney Indipendent Studio Program. Si trasferisce a Berlino Ovest dal 1987 al 89 dove realizza sculture galleggianti e happening. Riceve nel ’87 e ’88 due borse di studio dall’I.B.A.-Berlin per la ricerca, la progettazione e gli studi di fattibilità di due Gabinetti Pubblici a compost. 
Le mostre e i premi più prestigiosi: 
Documenta a Kassel nel ’97, La Biennale di Venezia nel ’99 e nel 2005, le Biennali di Istanbul nel 2003 e di Gwanjiu in Corea nel 2004. 
Le Quadriennali di Roma nel 1996 e nel 2008.  Le mostre personali: Museo d’Arte Contemporanea del Castello di Rivoli 2002; Castel Sant’Elmo a Napoli nel 2002.  I premi: nel ’99  Italian Studio Program P.S.1 a New York e il Leone d’Oro della Biennale di Venezia per il padiglione Italiano Dapertutto condiviso con quattro artiste.  Nel 2001 Primo Premio Nazionale per i giovani Artisti Italiani.  
I lavori sono scultorei, video installazioni, opere multimedia, site specific, opere pubbliche, progetti, opere galleggianti e/o sonore, disegni, fotografie e collage.


In Teca

legno, ottone, pittura acrilica, bucce di cipolle.

50 x 50 x 8 cm

2011

 

 

L’opera è stata gentilmente donata dall’artista al MUSPAC, per la ricostituzione

della collezione permanente, gravemente danneggiata dal sisma del 6 aprile 2009

“Alla Biennale di Venezia del 2005, Bruna Esposito ci sorprese con il lavoro ‘Precipitazioni Sparse’,
un piedistallo di lastre di marmo con sopra sparse delle bucce di cipolla. In un’altra sala  dell’arsenale in Biennale era  allestita ‘Perla a Piombo’, un lavoro composto da un filo a piombo con infilata una perla bianca perfettamente tonda.

‘Precipitazioni Sparse’ e ‘Perla a Piombo’ sono lavori in comunione con gli spazi alti del cielo.
L’artista  riprende l’ispirazione dall’alto, con delle composizioni su semplici tavolette di legno.
Questi nuovi lavori, intitolati ‘In Teca’,  sono come frammenti di mosaici fatti di gancetti di ottone nichelato. La pittura acrilica lascia trasparire, a volte, la superficie del legno, i cui nodi e venature dirigono le composizioni. Le tavolette sono sospese all’interno di teche apribili. Delle bucce di cipolla sono bloccate dai gancetti appendi quadri e potrebbero cambiare nel tempo, come se segnassero l’ora di chissà quale costellazione modulare su delle micro-meridiane dorate.
In questi  nuovi lavori  Bruna Esposito ritrova  la forza emblematica degli elementi naturali, fragilissimi ma potenzialmente molto duraturi, la cui custodia è affidata nelle mani di altri, che possono aprire la teca.
Scrive l’autrice: “ Di solito i quadri sigillati sotto vetro mi sono sempre apparsi come congelati e inaccessibili. Le teche spero accorcino la distanza convenzionale tra l’opera e chi la osserva.
Spero venga raccolto e accolto lo sguardo.”

 

Federico Luger

Donzelli Bruno

Donzelli Bruno

06

Bruno Donzelli nasce a Napoli il 12 aprile del 1941. Giovanissimo partecipa a diversi premi fra i quali, nel 1960, al Premio San Fedele di Milano e al Premio Termoli, per essere poi presente, nel 1962, al Premio indetto dal Ministero della Pubblica Istruzione presso la Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma. Il 1962 è anche l’anno dell’esordio ufficiale dell’artista, appena ventunenne, sulla scena nazionale, esordio sancito dall’allestimento di una personale tenutasi alla galleria del Fiorino di Firenze. Innumerevoli e diverse, da questo momento, sono le partecipazioni dell’artista a premi e mostre, collettive e personali, di respiro nazionale e internazionale. Già nel 1963 una seconda esposizione di opere del solo Donzelli tenutasi a Genova presso la Galleria Centro Arte.E personali interamente dedicate al maestro, negli anni, vengono allestite nelle più prestigiose città italiane ed europee, da Venezia a Roma, da Parigi a Barcellona. La produzione pittorica di Bruno Donzelli è suddivisa in cicli pittorici, tra i quali, si ricordi, “ Ormare”, “ Siparietti impertinenti”, “ Specchiarsi nel cuore dell’Arte”, “ Nuove piazze d’Italia”, “ Morandina”,“ Sironiana”. Ora, all’evidenza dai titoli di alcuni dei suoi cicli, lo stretto legame con la Grande Storia dell’Arte del XX secolo, a cui l’artista, quasi a mo’ di gioco, fa continuamente rimando. Inizialmente ispirato dal linguaggio di Pop e Cobra, Donzelli, già sul finire degli anni sessanta, si volge a una pittura “fantastica” di matrice espressionistica. Sviluppa in seguito una personale cifra stilistica, che, non dimentica degli illustri Maestri del passato recente, raggiunge totale maturità artistica nonché piena affermazione internazionale, solo negli ultimi decenni. Ed ecco che nelle sue note “Orme Mnemoniche” Donzelli, intesse un serrato dialogo con le avanguardie storiche: nelle sue opere, “le orme” di Picasso, Mirò, Boccioni, Warhol, Burri, Fontana e Kandinsky. Il linguaggio è ironico, dissacrante, i colori brillanti, vividissimi. La figurazione, al limite della fumettistica, è ludica, infantile e fresca. Nel 1989 crea alcuni lavori su ceramica, multipli e pezzi unici dipinti a mano. Si cimenta, nel 1991, anche nella scenografia con la realizzazione di costumi e allestimenti per lo spettacolo “ Folli notti a Pietroburgo”, tratto da Le Notti Bianche di Dostoevskij al Teatro dell’Orologio di Roma. Diverse le monografie che danno conto dell’iter artistico di Bruno Donzelli, da quella storica edita da La scaletta di San Polo del 1986, a quelle di più recente pubblicazione del 1997 e del 1998, edite rispettivamente da Mazzotta e dalla Galleria Georges Fall di Parigi. Lo scoccare del nuovo millennio è poi occasione per la proposizione di una vasta mostra antologica a Caserta, ove l’artista risiede, mostra che si pone l’obbiettivo di ripercorrere, con sguardo critico, la produzione pittorica di Donzelli. Dalla mostra – tenutasi presso la celebre Reggia – un catalogo monografico, edito da Charta, sintesi dell’ultimo trentennio creativo dell’artista. Nel 2008 le personali d’oltre oceano: Miami, New York e Shangai.

 

 

 

tratto da: Deodato Arte

 

 

 

 

Sito: http://www.brunodonzelli.it/


Donzelli Bruno

Tavolozza sironiana

litografia

23 x 23 cm

1986

opera Mauro Folci_hi

Folci Mauro

fotoritratto-folci

E’ nato a L’Aquila nel 1959. Il suo percorso artistico è iniziato nell’ambito di quelle problematiche complesse ed essenzialmente filosofiche affrontate da una parte della scultura alla fine degli anni ‘80, sulla riconcettualizzazione artistica dello spazio come luogo da abitare “poeticamente” in cui l’opera è ancora evento visivo e accadimento. I materiali vengono ricomposti, talvolta semplicemente appoggiati l’uno su l’altro, mimando un processo di stratificazione spazio-temporale che sublima l’opera, non in un universo estetico, bensì in un ideale luogo della memoria.


opera Mauro Folci_hi

L’organico metafisico

installazione – calco di gesso, plastica, ferro

2000

Fabrizi Stefania

Fabrizi Stefania

StefaniaFabrizi02

Nata a Roma nel 1958, dove vive e lavora.

 

 

 

mostre personali
2004 Studio Gobbi, Roma.
2004 Galleria Maniero, Flash Art Fair, Milano (con Adriano Nardi); 
2003 Galleria Maniero, Roma;
2002 Galleria Studio d arte Fedele, Monopoli (BA);
2000 Martirio dei Clarettiani, Chiesa di Santa Lucia del Gonfalone, Roma (opera permanente);
2000 Galleria Alberto Frullini, Pistoia; 
2000 Complesso di Sant Andrea al Quirinale, Roma; 
1999 Galleria Studio Gobbi, Roma;
1998 Galleria Marazzani, Piacenza; 
1998 Galleria Marazzani, Arte Fiera 98, Bologna;
1996 Galleria Maniero, Roma;
1994 Galleria Il Polittico, Roma;
1992 Galleria Melari, Roma;

mostre collettive
2006 “Opening”, Libra Arte Contemporanea, Catania;
2006 “O mia cara trementina…” Romberg Arte Contemporanea, Latina;
2006 “XII Biennale d’Arte Sacra Contemporanea”, Museo Stauros, San Gabriele (TE);
2006 “Viaggio in Sicilia”, Complesso Monumentale dello Spasimo, Palermo;
2006 “PITTURA ELETTRICA capitolo I”, GiaMaArt studio, Vitulano (Bn);
2005 “Pasolini e Roma”, Museo di Roma in Trastevere, Roma;
2005 “Ovalitudine”, Complesso Le Ciminiere, Catania;
2005 “Il senso del male”, Galleria delle Arti Contemporanee, Caserta;
2005 “Il fascino indiscreto della pittura 2”, Galleria Maniero, Roma;
2005 “E42 EUR Segno e Sogno del 900”, Palazzo degli uffici Salone delle fontane, Roma;
2005 “Cow Parade”, Firenze;
2005 “Chiaroscuro”, Flowers east gallery, Londra;
2005 “Altre Lilith”, Scuderie Aldobrandini, Frascati;
2004 “XI Biennale d’ arte sacra”, Museo Staurns d arte contemporanea, S. Gabriele (TE);
2004 “Triennale d Arte Sacra”, Lecce;
2004 “Quel che il cuore non dice”, Casa d Arte Del Prete, Roma;
2004 “Lilith”, Scuderie Aldobrandini, Frascati;
2004 “Arte Italiana per il XXI secolo”, Palazzo del Ministero degli Affari Esteri, Roma;
2004 “a.i. 20. Artiste in Italia nel XX secolo” , Palazzo Mediceo, Seravezza (Lucca);
2004 “(C)arte italiane”, Galleria Casagrande, Roma;
2003 “Nel corpo nell’ immagine” XXXVI Premio Vasto, Musei Civici di Palazzo d’ Avalos, Vasto (CH);
2003 “Serata romana”, Galleria Anastasi, Catania;
2003 “Premio Sulmona” , Sulmona;
2003 “Occhio! “, Ex macello, Benevento;
2003 “Obsesinn“, Galleria Piziarte, Teramo;
2003 “Futuro Italiano“, Parlamento Europeo, Bruxelles;
2003 “Anatomie del futuro“, Ex carcere Piazza Trinitr, Vitulano (BN);
2003 “ (C)arte italiane“, Palazzo Justus Lipsius, Commissione Europea, Bruxelles;
2002 “X Biennale d’ Arte Sacra“, Fondazione Staurns Italiana, San Gabriele (Teramo);
2002 “Young Art“, Finarte, Cartiere Vannucci, Milano;
2002 “www.plot.@rt“, Galleria Arturarte, Settevene, Nepi (VT);
2002 “Una Babele postmoderna“, Palazzo Pigorini, Parma;
2002 “Laboratorio Babbuino“, Roma;
2002 “La Famiglia nell’arte – Storia e immagini nell’ Italia del XX secolo“, Museo del Corso; Roma;
2002 “53° Premio Michetti“, La città e le nuvole, Fondazione Michetti Francavilla al Mare (PE);
2001 “XXVI Premio Avezzano“, Avezzano (AQ);
2001 “Premio Ferrazzi“, Sabaudia (LT);
2001 “La Pittura delle Gioie“, Bulgari Contemporary Art Exhibition, Tokyo International Forum;
2001 “Kyoto Takashimaya“, Isetan Tokyo Museum;
2001 “Dalla Mini al Mini“, Palazzo delle Esposizioni, Roma;
1999 “Una stanza tutta per sé“ , Cantieri Culturali alla Zisa, Palermo;
1999 “Straordinari Cortili“, Palazzo Capponi Antonelli, Roma;
1999 “Oraziana“, Licenza;
1999 La pittura ritrovata , Museo del Risorgimento, Roma;
1999 “IX Biennale d’ Arte Sacra Contemporanea“, Fondazione Staurns Italiana, San Gabriele (Teramo);
1999 “I corpi e le mura“, Galleria Il Gabbiano, Roma;
1999 “Giganti“, Fori Imperiali, Roma;
1999 “Finché c’è morte c’è speranza“, Trevi Flash Art Museum, Trevi (Pg);
1999 “Dellanotte“, Galleria Pio Monti, Roma;
1999 “Collettiva“, d’ AC, Ciampino (Roma);
1999 “2000 Nativity“, Ostenda (Belgio);
1998 “Percorsi d’ arte nella Città giardino“, Garbatella, Roma;
1998 “Things to come“, Galleria Maniero, Roma;
1998 “Passeggiata italiana“, Brisbane;
1998 “Il Progetto dell’essenza“, Istambul;
1998 “Futuro Classico“, Galleria Orti Sauli, Genova;
1997 “L’ arte a Roma“, Ex Mattatoio, Roma;
1997 “Dal reale al virtuale“, Temple Gallery, Roma;
1997 “Collezione Permanente“, Museo d arte Paolo Pini, Milano;
1995 “La nuova chiesa“, San Filippo Neri, Roma.


Fabrizi Stefania

Beati quelli che hanno occhi per vedere

carboncino e pittura su carta

150 x 600 cm

2010

 

 

L’opera è stata gentilmente donata dall’artista al MUSPAC, per la ricostituzione

della collezione permanente, gravemente danneggiata dal sisma del 6 aprile 2009.

Stefania Fabrizi_Dormiveglia_gessetto su carta_35x25cm_1991_hi

Dormiveglia

gessetto su carta

35 x 25 cm

1999

“L’opera è un chiaro invito a guardare oltre il velo dell’indifferenza, soprattutto in un contesto come quello dell’Aquila, città provata e ancora ferita dai duri accadimenti inferti da una natura della quale spesso sfugge il recondito disegno.
O più semplicemente la mia opera, una lunga carta dove si ripetono volti con occhi bucati da troppa luce, potrebbe essere intesa come modulo per una carta da parati, adattabile alla camera di chi ha perso la speranza, di chi invece non vuole guardare, di chi non c’è o non risponde a quello che una giusta etica chiamerebbe a fare concretamente.
Un semplice sentito monito per tutti noi, perchè nulla accada invano. L’ apertura del museo indica la ferma volontà di un nuovo inizio ed io partecipo con sincera gioia a questo evento con la donazione della mia opera come piccolo possibile  apporto  che un artista può dare, fiduciosa che nel tempo la città tutta dell’Aquila ritorni ad essere la meraviglia che è sempre stata.”

 

 

Stefania Fabrizi
ottobre 2011

Fioroni Giosetta_hi

Fioroni Giosetta

giosetta fioroni

Nata a Roma nel 1932. Dopo una breve parentesi di vita parigina, durante la quale vive in uno studio affittatole da Tristan Tzara, ritorna a Roma, dove attualmente vive e lavora. Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Roma, seguendo le lezioni di pittura tenute da Toti Scialoja. Il suo debutto in un’esposizione nazionale avviene in occasione della VI edizione della Quadriennale romana del 1955 dove espone una Natura morta. Nel 1957 alla Galleria Montenapoleone di Milano allestisce la sua prima personale e nell’anno seguente, che segna l’inizio del periodo parigino, espone ai vari Salons des Réalités Nouvelles e in Germania al Museo di Leverkusen. Elemento che caratterizza la sua pittura consiste nella grande attenzione in cui è tenuta la ricerca sull’immagine, la quale si serve di segni che la stessa Fioroni definisce stenogrammi: una stenografia allusiva, che a volte si è servita di segni molto riconoscibili, ma sempre simbolica e metaforica. Altro elemento è l’uso dell’argento che si può definire un colore-non colore ma che diviene una superficie, come quella dello specchio, intrigante perché assorbe e restituisce le immagini. Nel 1963 allestisce una personale alla Galerie Breteau di Parigi e, nel 1964, è invitata da Calvesi alla Biennale di Venezia. In questi anni insieme con Angeli, Festa e Schifano frequenta l’ambiente di rinnovamento artistico che si riunisce intorno alla Galleria La Tartaruga di Roma, entrando a far parte di quella che è stata definita “La Scuola di Piazza del Popolo”. In questo contesto si susseguono varie esposizioni collettive alle quali fa seguito un’intensa serie di mostre personali. In questi primi anni Sessanta cominciano a comparire nella sua pittura delle immagini figurative, a volte fotografie proiettate sulla tela, rielaborate attraverso la vernice d’argento: a questo proposito si è parlato di Pop Art romana ma Giosetta Fioroni non si è mai riconosciuta in questa definizione. La sua è una pittura legata comunque all’interiorità, a una manualità artigianale che l’uso del pennello comporta , molto lontana dalla completa spersonalizzazione delle immagini della Pop Art americana . Dal 1965 in poi si manifestano nella sua pittura delle immagini rivisitate, prelevate dal sedimentato patrimonio artistico del Rinascimento italiano, per cui si è adoperato il termine di “citazionismo”. Il 1969 segna l’inizio del ciclo legato all’interesse per la fiaba, nato da alcune letture critiche sull’argomento. Il lavoro è dedicato alle Leggende degli Spiriti Silvani (antiche leggende venete) ed alla Fiaba di Magia. Nascono una serie di opere di legno, scatole, teche nelle quali sono racchiusi fogli e oggetti legati al mondo delle fiabe. Nel 1990 viene allestita una grande antologica alla Calcografia Nazionale di Roma, in cui viene esposto il suo lavoro su carta. Nel 1993 è presente alla Biennale di Venezia con una sala personale. Nello stesso anno inizia a lavorare la ceramica presso la Bottega Gatti di Faenza.


Fioroni Giosetta_hi

Senza titolo

serigrafia

50 x 70 cm 

Fioroni Giosetta_senza titolo_litografia 18-100_24x34cm

Senza Titolo 

litografia

tiratura 18/100

24 x 34 cm

Fioroni Giosetta_serigrafia 91-100_21x30cm

Senza Titolo 

serigrafia

tiratura 91/100

21 x 30 cm