Rainaldi Oliviero

Rainaldi Oliviero

Rainaldi

Lo studio della pittura è un percorso lungo e aspro. Difficile dire quando ad esso subentra la fase dell’autonomia della ricerca; ovvero quando un artista ha raggiunto quella dimestichezza con la tela, che gli permette, quindi, sperimentazione e ricerca, sia del suo stile sia di una nuova immagine. E’ a questo punto delicato, da una parte arrivo e dall’altra partenza, che si colloca il lavoro di Oliviero Rainaldi. Attento a ciò che lo circonda, personale nell’immagine, Oliviero ha uno stile già individuale che lo fa riconoscere e che, al tempo stesso, rivela da dove parte la sua storia di pittore. L’immagine che Oliviero produce è astratta con dei richiami alle forme plastiche dei simboli numerici, ricorda in questo l’atmosfera, il clima fervido e già in parte storia della Roma degli anni sessanta, quando a ridurre la forma sulla tela si andava essenzializzando sino a ridurre la parte pittorica al minimo a favore della stessa forma. Ebbene se da essa trae ispirazione, come per esempio i numeri di Jannis Kounellis, in questi lavori degli anni ottanta del giovane Rainaldi, proprio in sintonia con i tempi, si vede il ripristino della superficie pittorica, si assiste all’espandersi liquido e plastico di questa materia-colore: è il ritorno della pittura. Proprio su questa superficie hanno cominciato ad appoggiarsi forme lineari e geometriche, macroscopiche e materiche come delle gigantesche clessidre tutte abitate di concrezioni pittoriche di materie plastiche e cromatiche suggestive e misteriose. Siamo all’inizio di una storia di tele, di pitture, ovvero quella di Oliviero, e sempre per un critico è emozionante e proficuo assistere all’esordio, che già ha in sé i caratteri di uno con le carte in regola, con la stoffa…etc…Ciò che è proficuo per il critico è la lettura accurata dell’immagine e la sua registrazione all’interno di un discorso globale, di una fitta rete di indagini iconologiche ed iconografiche, che lo portano ad essere compagno di strada e osservatore in primo piano di ciò che stava avvenendo nell’arte.

Barbara Tosi

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Senza titolo

pittura su tela

103 x 151 cm

1985

Rainaldi Oliviero

Senza titolo

legno, pittura

80 x 76 cm

1987

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Doppia predestinazione

legno, ferro, pittura

157 x 56 cm

1987

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Senza titolo

tecnica mista

110 x 120 cm

1985

Rainaldi 5

Senza titolo

tecnica mista

78 x 39 cm

1989

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Rossi Aldo

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Nasce a Milano nel 1931; nel 1949 si iscrive al Politecnico di Milano, dove si laurea nel 1959. Dal 1955 collabora come redattore a “Casabella-continuità” fino aI 1964, anno di chiusura della rivista. E’ la prima di una lunga serie di collaborazioni che lo portano partecipare attivamente al dibattito culturale di quegli anni: collabora al periodico “Società” ed è membro della redazione di “Il Contemporaneo”. Nel 1956 inizia a lavorare da Gardella e poi da Zanuso; a partire dal 1963 è assistente di Quaroni alla scuola di urbanistica di Arezzo e di Aymonino all’Istituto di Architettura di Venezia. Nel 1965 viene nominato professore incaricato al Politecnico di Milano e l’anno seguente pubblica l’Architettura della città. Nel 1971 è sospeso dall’insegnamento in Italia insieme ai membri del Consiglio di Facoltà di Architettura di Milano, e negli anni successivi (1972-1975) insegna progettazione architettonica presso il Politecnico federale di Zurigo. Nel 1973 dirige la sezione internazionale di architettura alla Triennale di Milano . Reintegrato all’insegnamento in Italia, dal 1975 insegna Composizione architettonica all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia e diventa Accademico di San Luca nel 1979. Negli stessi anni si dedica ad una intensa attività internazionale: è Direttore del Seminario internazionale di Santiago de Compostela, insegna in diverse Università negli Stati Uniti, collabora con l’Institute for Architecture and Urban Studies. Seguono viaggi in Cina e a Hong Kong e varie conferenze in America Latina. Nel 1981 pubblica A scientific Authobiography e ottiene il primo premio al concorso internazionale ristretto IBA per il progetto dell’isolato n.10 tra la Kochstrasse e la Friedrichstrasse a Berlino Nominato Direttore della sezione architettura della Biennale di Venezia del 1983 e membro onorario del Bda, ottiene il primo premio al concorso per il Teatro Carlo Felice di Genova nel 1984. Cura importanti mostre dal 1986 al 1988: le personali di Torino e di Mosca, una antologica al museo di York e al Riba di Londra, altre mostre a Madrid e a villa Farsetti per la Biennale di Venezia. Nel 1987 vince il concorso internazionale per la Villette Sud a Parigi e il concorso internazionale per il Deutsches Historisches Museum a Berlino (che presenta in Germania con un ciclo di conferenze). Nel 1989 riceve l’incarico per il Teatro de las lndias da parte della Junta de Andalucia a Siviglia e continua le ricerche nel campo del design industriale per Unifor e Alessi L’assegnazione del Pritzker Prize nel 1990 apre un periodo di prestigiosi riconoscimenti: nei due anni successivi dopo l’Aia Honor Award ottiene il premio città di Fukuoka per la migliore architettura con il complesso alberghiero “Il Palazzo”; il premio per l’architettura “Campione d’Italia nel mondo” e il premio “1991 Thomas Jefferson Medal in Architecture”. Grandi mostre sulle sue opere si susseguono al Centre Georges Pompidou di Parigi, alla Borsa di Berlage ad Amsterdam, presso la Berlinische Galerie di Berlino e il Museo di arte contemporanea di Gand.

Membro onorario dell’American Academy of Arts and Letters di New York nel 1996, riceve il Premio speciale Cultura per il settore “Architettura e Design” della Presidenza del Consiglio dei Ministri nel 1997. Muore a Milano il 4 settembre dello stesso anno. Negli anni successivi riceve il premio “Torre Guinigi” alla memoria (1999) per i “fondamentali contributi agli studi urbani” e il premio postumo Seaside Architectural Prize (2000) del Seaside Institute (Florida), per il significativo contributo” to the quality and character of communities” (residenza unifamiliare a Seaside,1995).


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Litografia

50 x 70 cm

Angelo Ricciardi

Ricciardi Angelo

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Lavora intorno al rapporto tra linguaggio verbale e altre forme di comunicazione. Collabora sin dal 1999 con Coco Gordon al progetto CÓNGELO BOOK ENCYCLOPEDIA. Ha collaborato inoltre con la videoartista e performer finlandese Eva Forsman. Ha organizzato, nel marzo del 2002, Leafletting, volantinaggio poetico svoltosi in contemporanea nelle strade delle città di New York, Parigi, Stuttgart, Napoli, ecc. Il suo ultimo progetto, ART LINE DO NOT CROSS, un lavoro su limiti e confini dell’arte contemporanea e sui ruoli delle avanguardie storiche, è stato presentato alla 404 arte contemporanea di Napoli nel marzo del 2004.

E’ autore di numerosi libri d’artista. E’ tra i fondatori di CODICE EAN, laboratorio di approfondimento intorno al contemporaneo. È stato presente in Progetto Oreste. Nato a Napoli, vive e lavora a Torre Annunziata-NA.


Angelo Ricciardi
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Raparelli Marco

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Marco Raparelli (Roma, 1975; vive e lavora a Roma) è uno dei pochi che in Italia si è confrontato con il disegno di derivazione fumettistica trovando una sua personale cifra stilistica.
Tra le molte mostre a cui ha partecipato ricordiamo: “When In Rome” Istituto Italiano di Cultura, LaXart, Los Angeles TV/ART/TV Arts Santa Monica, Barcellona, a cura di Valentina Valentini, “Mutiny seemed a probability”, Fondazione Giuliani, Roma a cura di Adrienne Drake,Flow, Kunstraum Kreuzberg in Bethanien, Berlin, a cura di  Bjorn Hegardt , “Luoghi per eroi”, Via Nuova arte contemporanea, Firenze a cura di Lorenzo Bruni; “Screening”, Haunch of Venison Londra; “A,B,C,D,M,N,Z”, Fondazione Bevilacqua La Masa Venezia a cura di Chiara Agnello; “One of these things is not like the other things”, Galleria unosunove Roma a cura di Raimundas Malasauskas; “Sarah’s Journey” Section of the 7th Bulgarian Biennal of Contemporary Art in Varna, Bulgaria a cura di Lorenzo Bruni.Le sue personali, Everything will be wonderfoul someday, Santa Reparata, Firenze, a cura di Lorenzo Bruni, Il Futuro non è più quello di una volta, Galleria Umberto di Marino, Napoli (2009).
Il suo libro As a drop of water on a k-way, è stato pubblicato da fine arts unternehmen books. Nel 2009 ha pubblicato per la casa editrice Purple press di Roma il suo nuovo libro “The economy of the leisur class”.

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Abandoned dog

animazione video

4 minuti e 20 secondi

2008

L’opera è stata gentilmente donata dall’artista al MUSPAC, per la ricostituzione

della collezione permanente, gravemente danneggiata dal sisma del 6 aprile 2009

Abandoned Dog – 2008

Animazione Video
4 minuti 20 secondi

“Questo video d’animazione racconta una giornata immaginaria di un cane abbandonato, durante il quale il protagonista cercherà di raggiungere il mare ed incontrerà amici di avventura e nemici, attraversando situazioni astratte e surreali. Questo video è una metafora della vita dove il protagonista, cioè il cane, tenterà di sopravvivere al giorno che verrà. Nel finale gli uomini diventeranno cibo per pesci e ci saranno altre sorprese. La musica di Cosme Mc Moon accompagna il video. (Cosme Mc Moon suonava il pianoforte per la soprano americana Florence Foster Jenkins, una ricca ereditiera americana di scarso talento, che si esibiva grazie al suo potere economico). La musica offre una colonna sonora grottesca e decadente che accompagna con un’ironia senza speranza l’approssimazione dei disegni in una narrazione continua.”

Marco Raparelli


“Ho donato questo video al Muspac con la speranza che questo mio contributo insieme a quello di altri artisti renda possibile la rinascita del museo ma anche della città dell’Aquila, che considero una seconda città viste le mie origini abruzzesi. Prima del terremoto l’Aquila era per me una delle città più belle al mondo con una qualità di vita altissima e pensare che oggi i lavori di recupero di quel patrimonio siano in mano all’incuria della politica mi rattrista moltissimo quindi non ho esitato a dare la mia adesione, senza polemica ma credo che la cultura sia davvero importante per tutti. Quando parlo di Rinascita auspico ad una rinascita culturale che permetta alle persone di far coesistere la storia e la bellezza del passato con un’idea nuova di futuro consapevole della sua storia passata e della sua contemporaneità.”

Marco Raparelli
ottobre 2011