Nasce a Viterbo Vive e lavora a Celleno e a Roma Si diploma come scalpellino alla Scuola per le Arti di Viterbo della Regione Lazio. Nel 1998 pubblica il documento Fusione Estetica edito dalla Litos Editrice
Dal 2002, Pino Barillà integra il suo concetto di scultura che riguarda la struttura, la forma, la percezione della luce nel vuoto ed in fine della linea di cui l’opera si compone, superando l’idea sia dell’installazione, in cui c’era l’esigenza di ancorarsi agli spazi pre-esistenti, sia della scultura oggetto, ritenuta dall’artista legata ad un concetto del “secolo scorso”.
Come scrive il critico Anton Giulio Niccoli: “Barillà è consapevole che ogni arte deve tendere alla piena definizione dei propri elementi irriducibili, prima di tentare una fusione con ogni altra. […] Nel tempo, Barillà epura lentamente i lavori da ogni reminiscenza pseudo-concettuale, rendendo le forme sospese nell’atmosfera, ridotte all’essenziale. Barillà, di fatto, espleta la sua ricerca d’un nuovo punto di partenza, d’un metodo reale che abolisca, in maniera definitiva, le infinite varianti artistiche, erigendo lo spazio misurato”.