Fuoco 2005

Pisano Pietro

Digital StillCamera

1999 – realizza un presepe a tutto tondo, commissionato dal comune di Roseto degli Abruzzi. Partecipa alla realizzazione di un presepe monumentale (quattro bassorilievi a muro per il “Nuovo millennio”) ha partecipato ai laboratori realizzati nell’ambito della manifestazione “Arte ed Artigianato nelle Botteghe del Parco”. 2000 – partecipa al concorso “Idee e progetti per una scuola che cambia” classificandosi secondo a Silvi Marina (TE). A novembre riceve un riconoscimento, per l’impegno profuso ed i risultati ottenuti nell’attività artistica, dalla Provincia di Teramo Politiche Giovanile su “La scuola chevogliamo” 2004 – partecipa alla collettiva “Leforme del mare” Pineto (TE) dal 2005 collabora con Piotr Hanzelewicz nella formazione “piotr V.S pietro”

 


Fuoco 2005

Fuoco

Scultura creta, legno, combustione

diametro 150 cm

2005

 

 

Contenitore di procedimenti alchemici di solidificazione

della terra e di riduzione e carbonizzazione del legno

 

Bruno Paglialonga

Paglialonga Bruno

Bruno paglieri tag

E’ nato a Foggi il 21/01/1941. Vive e lavora a Francavilla al Mare. Compiuti gli studi artistici ed accademici in Abruzzo, dal 1979 ha insegnato incisione e tecniche grafiche speciali presso l’Accademia di Belle Arti di Perugia. Ha esposto le sue opere in Italia, Belgio, Germania, Svizzera, Spagna, Olanda e Stati Uniti, ottenendo premi e riconoscimenti.

 


Bruno Paglialonga

Incisione

50 x 70 cm

 

DIPINTI E INCISIONI

Mostra personale di Bruno Paglialonga

14 Novembre – 15 Dicembre 1987

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Michelangelo Pistoletto_quadri

Pistoletto Michelangelo

pistoletto

Nato a  Biella 1933, vive a San Sicario. Opera in termini concettuali sulla rappresentazione dinamica, la riflessività, l’energia, lo spazio e il tempo. Quando, 1961, Michelangelo Pistoletto iniziò ad usare superfici specchianti per i suoi quadri, nel percorso dell’arte contemporanea non sussisteva alcun spiraglio in cui affacciarsi per superare intensa passività dell’opera. La pittura era ancora una finestra cieca o, al massimo dopo Duchamp, un battente da stanza a stanza, in cui era impossibile entrare o si passava senza lasciare traccia. La sostanza delle superfici era pittorica e materica per imitare il mondo, ma negava l’influsso della presenza esterna. Con gli specchi di Pistoletto la reciprocità tra esistenza artistica e condizione di situazione viene invece affermata. Il rapporto non è più unidirezionale, ma dialettico. Riguarda la possibilità di interazione tra originale e copia, tra mimesi e realtà, tra istantanea ed istante, tra fissare e scorrere. Sulla superficie specchiante, occupate dalla figura riprodotta, possono infatti convivere tali polarità, che si ritrovano ora nella piacevole condizione di non stare più da sole. Istituendo una concreta relazione tra le due, Pistoletto ha rimosso l’indifferenza reciproca ed ha svegliato il piacere del dialogo. Caduta la neutralità che è assenza di desiderio, si è istituita tra il lavoro il suo partecipante la voluttà della vicinanza che spinge a vedere ed a vedersi, a godere dell’immagine altrui quanto della propria. Tutta via l’artista è conscio che l’ingordigia dello specchiarsi comporta la tentazione del narcisismo, per cui crea un ostacolo: la riproduzione fotografica di un momento reale già vissuto impedimento e taglio al piacere totale di sé. La sagoma ritagliata e sovrimposta sulla superficie specchiante è una ferita che interrompe la pelle speculare del corpo artistico, così da rimandare ad altro: a qualcosa di fissato e di scolpito nel tempo, distinguibile dal magma presente. Questa presenza serve a rivelare il divario tra percezioni, fa cogliere la differenza tra gli universi incommensurabili della visione fissata e scorsa, nell’oggi quanto nella storia. E se i due elementi, per un attimo, risultano omogenei, la parità vacilla quando il replicante – sia esso figura di schiena, una gazza e un’Annunciazione – nella sua immobilità e atemporalità taglia, fuori dello specchio o dentro di sé, l’immagine temporale e mobile di chi si riflette. Tuttavia anche se l’equivalenza pare costantemente minacciata, l’unità è affermata: empireo fantastico ed universo reale convivono. Quello che si vede mettere in discussione è allora lo scisma che li separa, come la supposta diversità tra immagine simulata ed immagine riflessa. Sono entrambe apparizioni che regnano nel e sul mondo dell’arte. A loro, dice Pistoletto, sia che vengono dalla finzione che dalla realtà, bisogna tributare apertamente il culto che esigono; e poiché la loro separazione è artificiale i loro incontri vanno sollecitati ed accentuati, per perpetuare la “religione dell’arte”. Ecco spiegate le ragioni del continuo e perseverante errare di Pistoletto dalle riflessioni sulle superficie specchianti agli idoli personali, “ oggetti in meno”, dai riti collettivi del teatro per strada agli inattesi innesti delle recenti sculture. La fonte della sua esistenza sta nella dialettica tra singolare e plurale, tra definito ed indefinito, tra pensiero e sogno, e in una condizione dell’agire artistico dove non si riconoscono le contrapposizioni, ma solo i tagli, le ferite e le interruzioni che tendono a creare. Fondamentalmente il suo lavora propone di prendere alle spalle le immagini, gli oggetti e gli esseri umani per convertirli ad una visione a trecentosessanta gradi, che accetta l’abisso della reciprocità, in cui l’alto è il basso, il sopra è il sotto, l’ordine è il disordine, l’ieri è oggi, il dietro è il davanti, il vero è il falso, la copia è l’originale. In questa prospettiva va assunta la presente pubblicazione, è in fatti una trappola che, scattando, trattiene ed imprigiona lo sguardo per convertirlo da spontaneo a riprodotto ed il corpo per trasformarlo in chimera e miraggio……

SITO WEB


Michelangelo Pistoletto_quadri

Tavole in fototipia
50 x 70 ogni foto
cartella di n. 4 foto specchianti

1981

 

I “GLI OCCHIALI E IL METRO

particolare di un’opera realizzata nel 1964 in velina dipinta su acciaio inossidabile lucidato a specchio

50 x 70 cm

 

II “MANI DI BIMBO

serigrafia su acciaio inossidabile lucidato a specchio, riproduzione di un’opera

50 x 70 cm

 

III “MANO CON SPECCHIO

studio per un lavoro da realizzare in serigrafia su acciaio inossidabile lucidato a specchio

50 x 70 cm

 

IV “IL BRACCIO

velina dipinta su acciaio inossidabile lucidato a specchio, particolare della “Annunciazione” realizzata nel 1968

50 x 70 cm

 

Alex Pinna_Alias_dimens.variabili_corda annodata e acciaio_2006_HI

Pinna Alex

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Alex Pinna was born in Imperia and attended the Academy of Fine Arts of Brera in Milan. Since 1993 he exposed his works within successful solo and group exhibitions throughout Italy and abroad. Among the latest ones, Ti guardo, mi guardo organized at the Fondazione Mimmo Rotella in Catanzaro, The way to get lost, a solo show at Arte Fiera Bologna and the exposition Estate Italiana at the MOAH in Lancaster – California, USA.
During the years his works have also been exposed in Shanghai, Tel Aviv, London, New York, Los Angeles, Cologne and Lugano. He teaches sculpture at the Catanzaro Academy of Fine Arts. He lives and works in Milan.

 

 

 

 

info:http://www.puntosullarte.it/ita/artisti_galleria/pinna.php

 

Sito Web: http://www.alexpinna.org/


Alex Pinna_Alias_dimens.variabili_corda annodata e acciaio_2006_HI

Alias

corda annodata e acciaio

dimensioni variabili

2006

 

 

 

 

L’opera è stata gentilmente donata dall’artista al MUSPAC, per la ricostituzione

della collezione permanente, gravemente danneggiata dal sisma del 6 aprile 2009

 

piccioni

Piccioni Lucia

DSC_1353

Nata a Giulianova (Termo) il 26/10/1976

 


piccioni

Esercizi di stile

Installazione specchio e libro opera unica

1999

 

E’ d’obbligo innanzi tutto citare il libro che ha ispirato questo lavoro la cui lettura mi ha fin dall’inizio appassionata e divertita: “Esercizi di stile” di Raymond Queneau. Un episodio di vita quotidiana e 99 variazioni sul tema, in cui la storia viene ridetta mettendo alla prova le figure retoriche, i diversi generi letterari, giocando con sostituzioni lessicali, frantumando la sintassi… Queneau ha quindi inventato un “gioco” esplicitandone le regole nel corso di una partita, giocata da lui stesso nel ’47. La mia partecipazione al gioco è finalizzata ad analizzare il testo, capirne le regole, rispettarle e giocare una nuova partita seguendo solo in parte le mosse. Prendendo in esame le figure retoriche, i divers generi letterari (“geometrico”) e i comportamenti linguistici quotidiani (“volgare”, “disinvolto”), ho inventato un nuovo episodio ripetuto ma variato per 23 volte che descrive la mia metamorfosi interiore resa ancor più evidente da una sequenza di immagini riguardanti il mio volto che cambia espressione nel corso dei 23 esercizi. Ho iniziato così a studiare la mimica del corpo umano interpretandone l’uso come linguaggio. Nel corso dei miei esercizi si dipana una struttura complessa di rimandi, fantasie e proiezioni che suggeriscono modi particolari di presentazione del corpo. Il lavoro nella sua globalità tende a rivelare il processo visivo e mentale, riducendo il linguaggio ad un “bit” d’informazione. Ad un’accurata ispezione, l’esperto di retorica si accorge che le figure di discorso e di pensiero sono rappresentate molto più di quanto i titoli lascino a dividere. E’ per questo motivo che il lettore si rende subito conto che c’è poco da capire, si tratta di ammirare il gioco di bravura. Per ammirarlo, il fruitoredeve capire la regola ma se la deve trovare da solo, e probabilmente mette in conto l’aspetto enigmistico del suo gioco. Queneau usa le figure retoriche per ottenere degli effetti comici ma nel contempo fa del comico anche sulla retorica. Presi singolarmente e fuori contesto gli esercizi non farebbero affatto ridere; essi risultano comici solo nel quadro del progetto, ovvero della scommessa che regge gli esercizi come complesso. Mi sono chiesta: “E’ possibile sottomettere un testo base e una parte del corpo, il volto, a tutte le variazioni pensabili, purché ciascuna segua una qualche regola?” Sulla base di questa domanda ho cominciato a giocare vincendo la mia partita con grande soddisfazione.

Lucia Piccioni