Gestante - SabatiniBruno

Sabatini Bruno

PIETRE CHE CANTANO - 19 agosto 2011
Pagliare di Tione degli Abruzzi

Nato a Secinaro (Aq). Medico chirurgo, specializzato in Ostetricia e Ginecologia. Pittore autodidatta, nel 1971 ha partecipato, per la prima volta, a una collettiva (“Mostra Don Bosco”) presso l’Istituto Salesiano dell’Aquila. In questa città ha tenuto varie mostre personali. Come poeta ha realizzato numerose pubblicazioni e ricevuto diversi premi nazionali. Nel 2011 è stato invitato dalla Segreteria del Premio Campiello a far parte della Giuria dei Trecento, i cui membri sono scelti su tutto il territorio nazionale. 

 


Gestante - SabatiniBruno

Gestante

Olio su tela

1991

foto dell'opera di Gino Sabatini

Sabatini Odoardi Gino

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Gino Sabatini Odoardi (Pescara, 1968)

Si è diplomato al Liceo Artistico di Pescara e successivamente in Pittura all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila discutendo una tesi in Estetica sulla fenomenologia del “Silenzio” con Massimo Carboni. Nel 2011 è stato invitato alla 54° Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia, Padiglione Italia (Arsenale).

Determinanti nella sua formazione gli incontri con Fabio Mauri (performer nel 1997 in “Che cosa è il fascismo” alla Kunsthalle di Klagenfurt e successivamente suo assistente) e Jannis Kounellis (Seminario-Laboratorio nel 1998 a L’Aquila curato da Sergio Risaliti). Nel 2006 nello spazio di Viafarini a Milano, ha partecipato al workshop con Antoni Muntadas curato da Gabi Scardi. Tra i vari premi: nel 1999 ha ricevuto da Alfred Pacquement (Centre George Pompidou) “Le prix des Jeunes Createurs” all’Ecole Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi. Nel 2010 la Logos edizioni ha pubblicato un volume a lui dedicato, a cura di Francesco Poli e Massimo Carboni. “Termoformatura in polistirene” è la definizione tecnica del procedimento sfruttato dall’artista per realizzare gran parte dei suoi lavori, l’appropriazione di tale processo materico lo rende artista unico nel panorama italiano e internazionale. Dal 2013 è rappresentato dalla galleria Gowen Contemporary di Ginevra. Attualmente è docente di Plastica Ornamentale, Tecniche Plastiche Contemporanee e Disegno per la Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Frosinone. Vive e lavora a Pescara.

 

info: www.ginosabatiniodoardi.com

 


foto dell'opera di Gino Sabatini

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Nell’opera “Impossibilità Espressa,” viene operata subito una scelta di campo che si pone in netta distanza dalla pseudo-spontaneità di certa arte informale ed espressionista. Si avverte in quest’opera un atteggiamento di astinenza espressiva tipica dell’arte minimalista, un minimalismo caldo. L’artista crea una struttura geometrica di mensole con sopra quindici bicchieri di vetro contenenti un liquido rosso, tecnicamente reso solido in modo da creare un trompe d’oeil: un solido che finge di essere un liquido che sta per uscire dai bicchieri come se questi si trovassero su un piano inclinato. Ciò testimonia come l’arte sia continuamente in uno stato di precarietà, sebbene sia in grado di sfidare qualsiasi legge, anche quelle fisiche.

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Guelfo

Guelfo

Guelfo (Fabriano 1937 – Roma 1997)

Nasce a Fabriano nel 1937. Compie gli studi alla Scuola del Libro di Urbino.
Fra il 1957 e il 1963 ha l’occasione di frequentare il mondo romano e stringe rapporti con gli artisti Francalancia, Bartolini, De Chirico e Cocteau. Nel 1961 è invitato da Oskar Kokoschka nel castello di Salisburgo, dove conosce Manzù. Esegue la serie di disegni Viaggio in Austria e ritrae Kokoschka ricevendo in cambio dall’artista austriaco il Ritratto di Guelfo – Velfen. Conosce Marc Chagall che gli dona il disegno Profilo di Guelfo e in occasione del compleanno dell’artista russo Guelfo gli regalerà Chagall ironico (coll. Vence, Francia).
Fra il 1965 e il 1973 è titolare della cattedra di Discipline pittoriche al Liceo Artistico di Roma. Compie numerosi viaggi in Francia dove incontra Magnelli, Picasso e Mirò. Grazie all’amicizia di George Visat, editore parigino, conosce molti artisti e inizia una collezione di opere su carta. Dal 1957 il suo Studio dell’Orologio, situato all’ombra della torre dell’orologio del Borromini, è punto d’incontro e poi sede “patafisica”. Viaggia a Berlino, in Grecia e Parigi, dove incontra Ernst, Tanning, Matta, Ray, Bellmer. Questi due ultimi eseguiranno foto e disegni per Guelfo. Nel ’71 fonda il “Giornale invisibile TIC biografici” e il Museo Internazionale l’Orologio. Conosce Buñuel, Hans Richter, Masson che lo ritrae in un disegno. Conosce Hartung, invitato dalla sua scuola, e Lam a Parigi.
Nel 1974 viaggia attraverso Olanda, Danimarca, Francia. Guidi e Cagli disegnano un suo ritratto. A Parigi conosce Dalì che schizza un suo profilo e le Gallerie di Visat e Berggruen espongono le sue opere. Nel 1977 è Pericle Fazzini a eseguire un suo ritratto. Nel 1978 viene fondata l’Associazione Museo Internazionale d’Arte Moderna – l’Orologio a Fabriano e Guelfo è presidente. Madame Arp dona l’opera Idol di Jean Arp come simbolo del Museo di Guelfo. Nel 1979 entra come protagonista nel romanzo La torre dell’Orologio di Franco Simongini. Esce il filmato nella rassegna televisiva “Artisti d’oggi” Guelfo e la torre dell’orologio con un testo di Giuliano Briganti e intervista di Sergio Pautasso, musiche Alvin Curran. Il Giornale Invisibile TIC (Diario di bordo biografico) diventa visibile ed esce in edizione d’arte: TIC di Guelfo, ovvero capricci a volo, Giorgio De Chirico, Guelfo e gli amici volanti, stampato a Roma da M. De Rossi, con la collaborazione di De Chirico, Arp, Dalì, Fazzini, Guidi, Kokoschka, Manzù, Mirò, Ray, Strazza, Turcato, poesie di Borges e altri. Al 1980 risalgono gli studi per un suo ritratto da parte di Riccardo Tommasi Ferroni. Angela Redini gli dedica un servizio televisivo: “Guelfo in bicicletta nei cortili barocchi di Roma”.
Nel 1983, Roberto Soldati realizza il film Guelfo, Tempo allo specchio che viene presentato al Festival del cinema di Salsomaggiore e dell’Aquila.
Dal 1983 alla morte nel 1997 a Roma, la sua biografia registra un’intensa attività pittorica come la messa in opera delle vetrate per la chiesa di San Giuseppe Lavoratore di Fabriano e molteplici mostre. Guelfo, in questi ultimi tempi, continua a dare tregua alle sue inquietudini nei viaggi attraverso l’Europa.

 

Info da: magazineart


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Senza titolo

 

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Senza titolo 

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Ricciardi Cloti

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Cloti Ricciardi inizia la sua attività artistica a Roma negli anni ’60 e la sua ricerca è inizialmente orientata verso la pittura. Di questo periodo ricordiamo le seguenti mostre:
1961 – Galleria del Vantaggio, Roma; Incontri d’Arte, a cura di G. Appella, Roma; “Promesse dell’arte oggi”.
1962 – “Concorso Nazionale P.I.” Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma; Circolo Liberi Incontri.
1963 -“I Biennale Internazionale di Pittura” Macerata; “Concorso Nazionale P.I. Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma; V Premio internazionale “Carlo Della Penna”, Vasto ; “IV Rassegna d’Arte Figurativa di Roma e del Lazio” Palazzo delle Esposizioni, Roma .
1964 – personale, “Cloti Ricciardi” Palazzo della Provincia, Messina; “Premio Salvi e Piccola Europa” Sassoferrato;
1965 – personale, “Cloti Ricciardi” Galleria L’Arco, a cura di Giuseppe Appella, Macerata; “XIII Premio Genazzano”, palazzo comunale, Genazzano;

Intanto la sua ricerca si evolve rapidamente verso la costruzione di forme nello spazio. Alcune mostre segnano questo periodo:
1968 – personale “Respiro” teatro di Giancarlo Nanni, presentazione di A. Bonito Oliva, Roma.
1969 – personale, Modern Art Agency di Lucio Amelio, Napoli; “VI Biennale Internazionale dei Giovani” , Parigi ; “Premio Internazionale Michetti ” a cura di Giorgio De Marchis, Francavilla a Mare.
1971 – “Ipotesi Grafica” , a cura di Tommaso Trini, Galleria Toselli, Milano .
1972 – personale, “Mappa 72 “, Incontri Internazionali d’Arte, a cura di A. Bonito Oliva, Roma.
1973 – personale, “Io,donna “, a cura di Enzo Cannaviello, galleria Seconda Scala ,Roma; Museum of Philadelphia Civic Center ” Italy two”, Philadelphia;  “Ricognizione ’73, nuove tendenze della grafica internazionale “, Napoli.

Dopo queste mostre il suo interesse si concentra prevalentemente sulla pratica e la ricerca Teorico politica femminista. Fin dal primo numero collabora con ad Effe, primo periodico femminista a diffusione nazionale; pubblica ” Alfabeta” libro di foto e parole con la Cooperativa Prove 10 nel ’75; nel ’79, insieme ad altre fonda “Differenze”,rivista di pratica e teoria politica.
Dagli anni ’80 riprende con continuità la sua attività espositiva. Tra le altre ricordiamo la personale “Finestre” presentata da Bruno Corà alla Galleria del Cortile nel 1983.


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Fiordiferro

ferro, alluminio, resina

140 x 32 cm

2010

 

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particolare dell’opera

 

 

 

L’opera è stata gentilmente donata dall’artista al MUSPAC, per la ricostituzione

della collezione permanente, gravemente danneggiata dal sisma del 6 aprile 2009

 


“Fiorire e rifiorire. Senza tregua.”

Cloti Ricciardi

ottobre 2011

 


1107 B Angolo d'infinito celeste

Ravà Tobia

TOBIA RAVA' 1

Nato a Padova nel 1959. Lavora a Venezia, ha frequentato la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia ed Urbino. Si è laureato in semiologia delle arti all’Università di Bologna, allievo di Umberto Eco, Renato Barilli, Omar Calabrese, Flavio Caroli. Dipinge dal 1971 ed ha esposto dal 1977 in mostre personali e collettive in Italia, Belgio, Croazia, Francia, Germania, Spagna, Brasile, Argentina, Giappone e Stati Uniti. È presente in collezioni sia private che pubbliche, in Europa, Stati Uniti, America Latina, e in Estremo Oriente. Nel 1983 è tra i fondatori del gruppo bolognese AlcArte, attivo all’Università di Bologna (DAMS), con l’intento di coniugare il fare arte all’epistemologia. Dal 1988 si occupa di iconografia ebraica e ha svolto con Gadi Luzzatto Voghera e Paolo Navarro Dina un lavoro di ricerca e schedatura nell’ambito dell’epigrafia ebraica nel Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. Nel 1993 è il promotore del gruppo Triplani, che, partendo dalla semiologia biplanare di Greimas e Calabrese, prende il nome dall’ipotesi di un terzo livello di lettura simbolica, accanto a quelli del significato e del significante. 

Nel 1998 è tra i soci fondatori di Concerto d’Arte Contemporanea, associazione culturale che si propone di riunire artisti con le stesse affinità per riqualificare l’uomo ponendolo in sintonia con l’ambiente e rendere l’arte contemporanea conscia dei suoi rapporti con la storia e la storia dell’arte, anche interagendo espositivamente con parchi, ville, edifici storici e piazze di città d’arte. Dal 1999 ha avviato un ciclo di conferenze, invitato da università e istituti superiori d’arte, sulla sua attività nel contesto della cultura ebraica, della logica matematica e dell’arte contemporanea.

SITO WEB

 

 


1107 B Angolo d'infinito celeste

Angolo d’infinito celeste

sublimazione su raso acrilico

156 x 120 cm

2010

 

 

L’opera è stata gentilmente donata dall’artista al MUSPAC, per la ricostituzione

della collezione permanente, gravemente danneggiata dal sisma del 6 aprile 2009

 

“Ho scelto di inviare al “rinascente” Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea dell’Aquila un lavoro particolare a tema veneziano: “Angolo d’infinito celeste”.
Venezia, la mia città, è delicata, preda delle acque alte e forse del bradisismo, è una città antica che forse sprofonderà. L’Aquila si è dimostrata altrettanto delicata e preda degli eventi ma, ambedue, anche degli errori e degli orrori umani.
“Angolo d’infinito celeste” rappresenta un canale veneziano che costeggia una serie di palazzi per poi confluire nel Canal Grande, fonte di luce. I palazzi, il cielo, la vegetazione e l’acqua sono costituiti da numeri e da parole ebraiche che a loro volta sono anche numeri.
Ogni lettera ebraica è anche un numero (ghematrià) e parole con lo stesso valore numerico sono legate tra loro. Il percorso è collegato al testo biblico attraverso diversi concetti e questi alla matematica e alla kabbalah: “Emet” 441 VERITA’, “Shadai” 314 ONNIPOTENTE, “Halom” 84 SOGNO, “ Maim” 90 ACQUA, “ain –sof” = INFINITO = valore ghematrico 207 (come “ohr” LUCE, “raz” SEGRETO, “zer” CORONA, “Adon Olam” SIGNORE DEL MONDO, “bohar” LUCE BRILLANTE, “gheder” RECINTO, tutti di valore 207).
“Emet” ovvero la VERITA’ è il concetto principale nel testo pittorico dell’opera, ed è 441 eguale a “Teva sheni” = seconda natura, a “taam”= essere simile (affine) ed a “Lev avot” = il cuore dei padri (la tradizione ma anche la costruzione, ciò che i padri hanno edificato).
“Emet” è composta dalla prima lettera dell’alfabeto ebraico “alef” =1 la mediana centrale “mem”=40 e l’ultima “tav”=400, se si toglie la prima (la “alef” che rappresenta la presenza dina) rimane met = morte.
La verità non può venir scoperta nel solo ordine naturale; bisogna salire al livello superiore, chiamato in ebraico “ teva sheni “ la seconda natura delle cose, non ciò che appare ma quello che c’è sotto e quello che c’è sopra (soprannaturale) a ciò che risulta evidente.”

Tobia Ravà

ottobre 2011