Silvano Servillo_Senza titolo_mixed media_86 x 62 cm_1999_hi

Servillo Silvano

SilvanoServillo

Nato l’ 8\6\1950 a L’Aquila, dove vive e lavora. Si è diplomato in scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di questa città nel 1973. Nello stesso anno partecipa come assistente scenografo al film “Identikit” con Elizabet Tailor per la regia di Giuseppe Patroni Griffi. Dal 1973 al 1978 collabora con lo scultore Mario Ce roli, per cui, tra l’altro, cura la realizzazione della chiesa di Portorotondo. Nel 1977 tiene la cattedra di modellistica presso L ’ Accademia di Belle Arti di Roma. Dal 1979 è assistente alla cattedra di Anatomia Artistica, incarico che svolge successivamente nelle Accademie di L’Aquila, Bologna, Roma e nuovamente L ’Aquila. Dal 1980 al 1981, con la collega Lea Contestabile, dirige la stamperia “Studio Gaglioffi”. Dal 1982 al 1985, con la collega Zoraide Palozzo, dirige la stamperia calcografica “Studio Piranesi”, stampando tra gli altri per: Renato Guttuso, Gianfranco Notargiacomo e Fabio Mauri. Nel 1992, con altri operatori culturali, costituisce l’associazione ”Accademia Aquilana”. Con l’associazione “Accademia Aquilana”, e con coll eghi dell’Accademia di Belle Arti organizza varie iniziative culturali espositive e didattiche, come : “Tracciare Rintracciando” del ‘92 a San Benedetto in Perillis, “Il corpo in gioco” del ‘96 a Castelnuovo e Ortucchio, “L’arte a scuola” del ’96\‘97 a L’Aquila. Tra il 1998 e il 2002 in collaborazione con la collega prof. Lea Contestabile pubblica per la Regione Abruzzo nella collana “L’arte a scuola” i quaderni “La forma e il colore”, “Come si legge un’opera d’arte”, “Il corpo e la sua rappresentazione”. Nel 1999 con la collega prof. Lea Contestabile e co n altri operatori costituisce l’associazione “Mercury”, con cui organizza, in collaborazione con il 6°circolo didattico il laboratorio: “il viaggio dentro l’immagine” e, in collaborazione con la Soprintendenza per l’Abruzzo il laboratorio: “Incontri ravvicinati con l’arte”. Nel 2001 con la collega prof. Lea Contestabile costituisce il “MUBAQ” (Museo dei bambini L’Aquila) organizzando laboratori didattici nelle scuole, mostre di artisti di fama internazionale con relativi laboratori didattici presso il Castello cinquecentesco sede della Soprintendenza regionale per l’Abruzzo, e numerose altre iniziative di carattere culturale e didattico. Nel 2003 e 2004 tiene il corso di fondamenti di informatica presso L’ Accademia di Belle Arti di L’Aquila. Nel 2005 e 2006 tiene il corso di modellistica presso L’Accademia di Belle Arti di L’Aquila. Oltre la personale produzione artistica, ha curato numerose pubblicazioni editoriali e pubblicitarie. Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive dal 1984 ad oggi.


Silvano Servillo_Senza titolo_mixed media_86 x 62 cm_1999_hi

Senza titolo

matita su carta

86 x 62 cm

1999

 

Silvano Servillo 1984

Senza titolo

acrilico su carta

38 x 28 cm

2005

 

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Senso Ale

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Nasce a Bergamo nel 1977. La sua ricerca artistica combina diversi linguaggi e media artistici con una predilezione per il disegno e la pittura murale all’interno di luoghi abbandonati, fabbriche e case dismesse. Si diploma nel 2002 all’Accademia di Belle Arti di Brera, Borsa di studio “Progetto Erasmus” presso l’Hungarian Academy of Fine Art di Budapest, ha frequentato il Corso Superiore di arti visive, Fondazione Antonio Ratti (Como), visiting professor Ilya Kabakow, curata da Giacinto di Pietrantonio e Angela Vettese.Ha partecipato a numerose mostre collettive in Italia e all’estero: nel 2008 la collettiva dedicata all’arte urbana “Scala Mercalli”, Auditorium Parco dell Musica, Roma,  a cura di Gianluca Marziani, la personale nel 2009 “Derelict Building”, XLAB Gallery, Berlino a cura di Paola Verde e Marcello Congui. Mostre più recenti, 2011: Urban Queens, Spazio Concept, Milano, prima mostra collettiva italiana dedicata all’arte urbana femminile e internazionale, a cura di Costanza Sartoris e Urban Painting  Insolite Parentele,Palazzo Ducale, Genova, a cura di Francesca Busellato , Artaq’s – The international Award of Urban Arts, Salle Chemellier,  Angers, France,  a cura di Yves Suty, Shingle22j, Biennale di arte contemporanea di Anzio e Nettuno, 3°edizione, Sala dei Sigilli di forte Sangallo, Nettuno, cura di Chiara Ciappelloni, Dario Evola, Lobodilattice Cover Contest, a cura di Emanuele Beluffi, Alessandro Trabucco, premio speciale StatArt, mostra collettiva presso Associazione Circuiti Dinamici, Milano. Beyond the city walls, Palazzo Orsini, Bomarzo (Roma), a cura di Valentina Laneve e Fabio Weik, Breaking Walls – mostra collettiva, Fondazione Luciana Matalon, Milano. Spazi di Confine/Spazi di Conflitto, 4 personali presso Arte Borgogna, Milano, a cura di Francesca Guerisoli, Rossella Moratto, Gianni Schubert. E’ stata finalista al Premio Terna delle edizioni 2008 e 2010. Nel corso di questi anni, come esponente dell ‘arte urbana ha collaborato all’interno di eventi per comuni, privati e aziende come (Microsoft, Tre, Fiat, Budweiser, Adidas, Amica magazine).
Attualmente vive e lavora a Berlino. 

 


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Fallen Shape

installazione

cartone, pittura, inchiostro, ombrello

2011

foto di Marco D’Antonio

 

L’opera è stata gentilmente donata dall’artista al MUSPAC, per la ricostituzione

della collezione permanente, gravemente danneggiata dal sisma del 6 aprile 2009

 

“Il 16 Luglio 2011 mi sono recata per la prima volta all’Aquila, insieme a un gruppo di persone, composto per lo più da ragazzi, si andava al Parco del Sole, per partecipare ad un evento di festa benefico, dedicato alla street art aquilana. Faceva molto caldo, la maggior parte dei ragazzi dipingevano a spray su pannelli in cartongesso disposti lungo l’inferriata del parco, io nel mezzo, ho realizzato dal vivo alcune sagome in cartone, legno, tempera e spray, l’idea era precisa, le avrei utilizzate per l’installazione fotografica che pensavo di realizzare nella città, in accordo con gli organizzatori, le avrei accomodate lungo quelle ferite urbane purtroppo tuttora aperte che ricordano tutto quel che è accaduto e che sta ancora accadendo. Non era del tutto chiaro quale “messaggio” mettere nelle sagome. Ero intimorita di fuorviare il contenuto, quello che vedevo era più forte di qualsiasi cosa si potesse dire, o meglio, che altro dire.

Durante i giorni dell’evento ho conosciuto molti aquilani, quello che mi ha colpito è stato soprattutto la loro necessità di raccontare, di raccontarsi, così ho deciso che il messaggio sarebbe stato il risultato del filtro dell’azione dell’ ascoltare ma anche del vedere, perchè erano certo racconti ma al contempo lunghe camminate nella città dell’Aquila.

Le sagome di due angeli caduti, una bambina e il suo cagnolino, sono il risultato artistico di questa rilettura e consegnare delle fotografie come ulteriore documentazione attuale, l’intento.

Come spesso opero, i miei lavori sono anche e soprattutto il risultato di una necessità di un percorso personale umano che si incrocia con i percorsi degl’altri. Durante la manifestazione “Graffi&Graffiti”, ho avuto anche la fortuna di conoscere, ascoltare e incrociare il percorso delle memorie di chi sta lavorando giorno per giorno per riaprire e ricostruire il Museo d’arte sperimentale dell’Aquila.”

 

Ale Senso

ottobre 2011

Scimia

Scimia Pierpaolo

scimia pierpaolo

Nato a L’Aquila il 20 settembre 1975 ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di L’Aquila, dove ha frequentato la sezione di Pittura. In quegli anni ha sperimentato vari percorsi, in particolare la pittura tradizionale, la pop art e l’arte concettuale. Al termine del ciclo di studi accademici, si diploma con il massimo dei voti con tesi riguardante Palazzo Centi in L’Aquila (aspetti artistici, storici e architettonici), costruito sulle macerie delle case crollate con il terremoto del 1703; non avrebbe mai pensato di vivere e vedere ciò che accadde 306 anni prima. Oggi la sua attenzione artistica è rivolta principalmente alla riscoperta del “mestiere”, cioè allo studio, all’approfondimento e alla realizzazione di tutte le tecniche pittoriche che si sono sviluppate nel corso dei secoli, aspetti fondamentali per la storia e la sopravvivenza della vera arte della pittura. Ritiene che l’attenzione al passato non sia ne una involuzione professionale, ne timore o disinteresse per il presente o per il futuro. Pier Paolo Scimia crede che una profonda ed onesta conoscenza del passato sia la sola possibilità che il futuro abbia per diventare istantaneamente un presente vivo e, successivamente, un passato valido dal quale attingere con fiducia per il futuro successivo. L’arte possiede una specifica autonomia linguistica ma, contemporaneamente, trasmette significati, osserva criticamente il mondo, non esortando mai all’indifferenza e al distacco. Viveva e vive a L’Aquila… lavorava e lavora a L’Aquila.

Tratto dal sito dell’artista.

SITO WEB


Scimia

Undicisettembreduemilauno

Orologi su specchio

2001

 

ARTE E/E’ GUERRA

 

Mostra collettiva d’arte contemporanea

 

15 Novembre – 15 Dicembre 2001

 

VEDI EVENTO
MarioSchifano_Le avventure di Pinocchio_serigrafia 59su250_1992_hi

Schifano Mario

mario-schifano

Nasce a Homs in Libia il 20 settembre 1934. 
I suoi debutti sono nell’ambito della cultura informale con tele ad alto spessore materico. Con opere di questo genere inaugura la sua prima personale nel 1959 alla Galleria Appia Antica di Roma. E’ comunque in occasione della mostra del 1960 alla Galleria La Salita in compagnia di Angeli, Festa, Lo Savio e Uncini, che la critica comincia a interessarsi del suo lavoro. Abbandonata l’esperienza informale, ora dipinge quadri monocromi, grandi carte incollate su tela e ricoperte di un solo colore, tattile, superficiale, sgocciolante. Il dipinto diventa “schermo”, punto di partenza, spazio di un evento negato in cui, qualche anno dopo, affioreranno cifre, lettere, frammenti segnici della civiltà consumistica, quali il marchio della Esso e della Coca-Cola. Nel 1962 Schifano è negli Stati Uniti; conosce da vicino la Pop Art, resta colpito dall’opera di Dine e Kline ed espone alla Sidney Janis Gallery di New York nella mostra The New Realist. Nel 1964 viene per la prima volta invitato alla Biennale di Venezia. L’artista opera ora per cicli tematici: i paesaggi anemici, la rivisitazione della storia dell’arte con i lavori dedicati al Futurismo. E’attratto dalle immagini prelevabili dai mezzi di comunicazione di massa e quindi patrimoni della collettività. Si occupano di questa fase del lavoro di Schifano tanto critici attenti, come Maurizio Calvesi, Maurizio Fagiolo e Alberto Boatto, quanto scrittori illustri, quali Alberto Moravia e Goffredo Parise. Allo Studio Marconi presenta nel 1967 il lungometraggio Anna Carini vista in agosto dalle farfalle, cui farà seguito la trilogia di film composta da Satellite, Umano non umano, Trapianto, consunzione e morte di Franco Brocani. Le sue prime esperienze cinematografiche, portate avanti parallelamente a quelle pittoriche, risalgono comunque al 1964 e da queste subito si evince l’attenzione critica che l’artista presta all’ininterrotto flusso di immagini prodotto dalla nostra civiltà tecnologica in cui il reale viene sempre sostituito dal suo “doppio”, sia esso fotografico o televisivo o cinematografico.
Agli inizi degli anni Settanta Schifano comincia a riportare delle isolate immagini televisive direttamente su tela emulsionata, riproponendole con tocchi di colore alla nitro in funzione estraniante. Dapprima attinge moltissimo dal materiale girato per un film mai realizzato Laboratorio umano, poi dal patrimonio di immagini che quotidianamente trasmettono le nostre stazioni televisive. Tra gli anni Settanta e Ottanta partecipa a importanti mostre: “Vitalità del negativo nell’arte italiana 1960-70” e “Contemporanea”, entrambe a cura di Achille Bonito Oliva; “Europa/America, l’astrazione determinata 1960-76” alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Bologna; “Arte e critica 1980”, a cura di Maurizio Calvesi; “Identité italienne” a cura di Germano Celant; “Arte italiana nel XX secolo” organizzata dalla Royal Academy di Londra. E’ presente alle edizioni del 1982 e del 1984 della Biennale di Venezia. L’attenzione per il naturale caratterizza tutta l’attuale ricerca di Schifano: paesaggi, gigli d’acqua, campi di grano, movimenti del mare, distese di sabbia sono ricreati, reinventati, filtrati attraverso ricordi, pulsioni, sensazioni, affioramenti del profondo, sequenze di immagini veicolate da apparecchi televisivi, dalla pubblicità, dai rotocalchi, e si configurano pertanto come geografie della memoria. Nel 1990 il Palazzo delle Esposizioni di Roma, in occasione della sua riapertura, gli dedica una rassegna intitolata “Divulgare”, con opere di grande formato realizzate per l’occasione. Nel 1996 Schifano rende un omaggio alla sua Musa ausiliaria, ovvero alla televisione, intesa quale flusso continuo di immagini in grado di strutturarsi come vera e unica realtà totalizzante della nostra epoca. Se alla fine degli anni Sessanta si limitava a estrapolare dai programmi televisivi dei singoli fotogrammi e a proiettarli decontestualizzati sulla tela, ora, invece, interviene sulle immagini pittoricamente, mutandone ulteriormente il senso. 
Schifano muore a Roma il 26 gennaio 1998.

(Da: “Mario Schifano per esempio”, Ed. Charta 1998)

 

 


MarioSchifano_Le avventure di Pinocchio_serigrafia 59su250_1992_hi
 

Le avventure di Pinocchio

serigrafia inserita nell’omonimo libro 59/250

1992

Schifano

Bicicletta

smalto su tela

60 × 90 cm

 

schifano1

Casa

serigrafia ritoccata a mano 127/199

100 x 100 cm

1988