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Santomaso Giuseppe

Sant
Santomaso 1907 – 1990

E’ stato un uomo/artista speciale, non perché mi fosse amico geniale, era, semplicemente, l’Arte vivente. Anche le sue parole erano arte. Uno dei grandi con Burri, Fontana e Scanavino. La sua arte non si discute;gradevoli all’anima e alla vista. Tele dai titoli molto aderenti. Tele dai contenuti strepitosi. Tecnica di rara maestria, personalissima, unica e divina. Difficile dimenticare quella figura che ha girato il mondo. Impossibile poi, per chi come me, si nutre dell’arte sua. Uomo dal fare semplice, umano senza riserve, amorevole direi. Quanta felicità mi regalò quando poi elogiò i miei dipinti, la tecnica ed ivi i contenuti. Continua così, mi disse, con un sorriso. Venezia e Santomaso, un binomio perfetto.

 


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Senza titolo

litografia

1964

 

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Spaziani Donatella

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E’ nata a Ceprano (Fr) il 10 gennaio 1970. Si è diplomata in pittura nel 1993 presso l’AA/BB di Roma dove vive e lavora. Nel 2001 ha vinto una borsa di studio per “Artomi, international residency”, Hudson River Valley, New York. Nel 2003 ha vinto la borsa di studio “La Seine”, programma di ricerca per le arti visive dell’Ecole Nationale Superieure des Beaux Arts di Parigi. Tra il 2004 e il 2006, sempre a Parigi, è stata residente nella “Citè Internationale des Art”, grazie alla borsa di studio avuta da “Incontri Internazionali d’Arte” (Roma). Nel 2008 ha partecipato alla XIX Quadriennale (Palazzo delle Esposizioni – Roma). Nel 2010 all’Expò Universale, Shanghai, nella mostra “Piazze di Roma”, a cura di Achille Bonito Oliva, MOCA Museo d’Arte Contemporanea. Nel 2011 ha esposto a New York nella mostra “Italian Artists in New York”, per il 150°anniversario dell’Unità d’Italia, nello spazio INDUSTRIA SUPERSTUDIO, con il patrocinio della Presidenza della Repubblica Italiana e a Mosca nel NCCA, Museo Arte Moderna, con al mostra “Arte Italiana all’ascolto”.

 


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Installazione

frammenti di ceramiche

misure variabili

2011

 

“Ho immaginato un palco,composto da moduli di acciaio e legno le cui parti laterali fossero composte dai frammenti delle ceramiche delle cucine dei bagni e dei pavimenti delle abitazioni distrutte dal sisma. Un palco che potesse essere montato e smontato facilmente in luoghi diversi, offrendo a musicisti, artisti ,intellettuali ed altro la possibilità di esibirsi rianimando i luoghi dove questo avviene. Nel progetto per il MU.SP.A.C. utilizzo questi frammenti di ceramiche per ricoprire una parte del pavimento del museo ,ricostruendo una superficie della memoria composta dai frammenti dei ricordi di più famiglie e persone che su quei pavimenti e tra quelle pareti hanno vissuto.”

Donatella Spaziani
ottobre 2011

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Spalletti Ettore

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Pittore e scultore italiano, nato a Cappelle sul Tavo, Pescara, 1940.

Ha iniziato ad esporre nel 1975, incominciando una carriera che lo ha fatto conoscere dal pubblico di tutti i principali musei del mondo, sia con mostre collettive che con mostre personali. Dal punto di vista istituzionale, sono certamente da menzionare le personali presso: The National Museum of Art Osaka, Documenta IX Kassel (1982 1992), Guggenheim Museum di New York (1993), Musee d’art Moderne (Parigi) (1991), ben quattro partecipazioni alla Biennale di Venezia (1982, 1993, 1995, 1997),Minimalia Palazzo delle Esposizioni Roma, Museum Of Modern Art di New York (2000),XIV Quadriennale di Roma: la rivista mensile di arte contemporanea “Artforum”, ha definito la personale di E.S. presso la Henry Moore Foundation a Leeds come uno degli eventi più importanti dell’arte mondiale del 2005. Nel 2010 è il vincitore del Premio Terna per l’Arte Contemporanea. La sua arte è difficilmente definibile e solca i confini della pittura e della scultura, facendo uso di geometrie e linee all’apparenza semplici, ma di grande effetto plastico, visto il visibile sforzo dell’artista di relazionare spazio, colore e forma.

 

 

Info da Wikipedia

 


Ettore_Spalletti_senza titolo_stampa firmata 37-230_47x47cm_2007_

Senza titolo

stampa firmata 37/230

47 x 47 cm

2007

 

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Senza titolo

serigrafia

23 x 23 cm

2011

 

Gabriele Sordini_triste suonata di jazz_acrilico su tavola_2007

Sordini Gabriele

gabriele-sordini

Tra le numerose attività del Muspac c’è soprattutto quella di promuovere i lavori di giovani talenti, per inserirli nel mondo dell’arte.
Il giovane artista aquilano Gabriele Sordini, si inserisce nel filone artistico che tende a rivalutare la linea come segno incisivo della corrente espressionista. 
Enfatizzando il tratto di contorno delle figure e caratterizzandole con una forte gestualità, egli vuole rappresentare sensazioni ed emozioni soggettive. I suoi quadri raccontano storie di personaggi che vivono con la musica e si compenetrano con essa: “Triste suonatore di jazz” rimanda ad un’ intima dimensione sonora in cui l’uomo trova riparo e sicurezza. 
Alla rigidezza ed angolosità delle linee, volte a sottolineare la tristezza del volto del suonatore, si contrappongono i morbidi segni che circondano la forma sinuosa e armoniosa del violoncello, da cui fuoriesce il suono che invade tutto il dipinto: la musica vuole uscire dal quadro per arrivare sino alle nostre orecchie, diventate ormai incapaci di recepire le sensazioni e le emozioni che l’arte intende trasmettere.
Il tutto viene evidenziato dal tratto del pennello, che l’artista pone in una posizione intermedia tra il disegno e il gesto pittorico, negando la materialità della pittura e del colore e facendo affiorare l’incisività del segno.
Evidenti in quest’opera i riferimenti ai grandi maestri dell’Espressionismo. Ritroviamo infatti Vincent Van Gogh nel forte e drammatico gesto pittorico, Ernst Ludwig Kirchner nell’incisività e angolosità del segno, Edvard Munch, nelle onde del suono che si propagano deformando l’ambiente circostante.
“L’espressione è un moto dall’interno verso l’esterno: è il soggetto che imprime di sé l’oggetto…. L’immagine non si libera dalla materia ma si imprime in essa con un atto di forza”

(G.C. Argan)

 

Martina Sconci

Gabriele Sordini_triste suonata di jazz_acrilico su tavola_2007

Triste suonatore di jazz

acrilico su tavola

2007

 

Schnebel

Schnebel Dieter

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14 March 1930 – 20 May 2018. 

 

 

Compositore tedesco (n. Lahr 1930). Ha studiato composizione a Friburgo in Brisgovia e a Darmstadt, e teologia, filosofia e musicologia a Tubinga. Parroco e poi insegnante di religione, dal 1976 al 1995 è stato docente di musicologia, di musica sperimentale e di didattica della musica alla Hochschule der Künste di Berlino. A Monaco di Baviera ha fondato nel 1970 la Arbeitsgemeinschaft für Neue Musik. Particolarmente attento alle dimensioni comunicative della musica e alla vocalità, ha organizzato la sua produzione in ampi progetti compositivi, che la collocano ai confini della tradizionale concezione dell’opus. Dopo i brani seriali del ciclo Versuche (1953-56 e 1964), come I Analysis (1953) e IVKompositio (1955-56 e 1964), il progetto Für Stimmen (… missa est) (1956-58 e 1966-69) inaugurava l’indagine sul rapporto tra musica e parola con brani come dt 31,6 (1956-58), su testo del Deuteronomio. Glossolalie 61 (1960-61) è parte del ciclo Projekte (1958-61). Gli Abfälle (Réactions, 1960-61; Visible music, 1960-62) sono basati su “materiali di scarto” del far musica, come i movimenti del direttore o il rumore prodotto dal pubblico in sala. La serie Produktionsprozesse (dal 1968) è centrata sui processi di fonazione e di produzione del suono (comprende Maulwerke, 1968-74; Atemzuge, 1970-71; Körper-Sprache, 1979-80; WorteTöneSchritte, 1997), mentre le Radiophonien (Hörfunk, 1969-70; No-, 1979-80) sono proposte come “musiche per la percezione”. Schulmusik- Musik für Laien, a partire dal 1973, comprende brani e processi improvvisativi basati su elementi come soffiare, esercitare, cambiare, cantare a bocca chiusa, ritmi, suoni, contrappunto, armonia. I cicli Be-arbeitungen (1972-89; con Bach-Contrapuncti, 1972; Wagner-Idyll, 1980; Schumann-Moment, 1989) e Tradition (dal 1975; comprende Missa. Dahlemer Messe, 1984-87; Sinfonie x, 1987-92; St. Jago, 1981-91 e 1995) sono dedicati all’indagine sulla tradizione e riprendono anche forme come il canone (In >motu proprio, 1975; Diapason, 1977) e il quintetto con pianoforte (B-dur-Quintett, 1976-77). I saggi di S. sono raccolti nei volumi Denkbare Musik (1971) e Anschläge-Ausschläge. Texte zur Neuen Musik (1993).

 


Schnebel
Schnebel dedica

Partitura musicale

1989

 

DIETER SCHNEBEL

Mostra di partiture al “Quarto di Santa Giusta”

26 Settembre 1989

 

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