Gabriele Sordini_triste suonata di jazz_acrilico su tavola_2007

Sordini Gabriele

gabriele-sordini

Tra le numerose attività del Muspac c’è soprattutto quella di promuovere i lavori di giovani talenti, per inserirli nel mondo dell’arte.
Il giovane artista aquilano Gabriele Sordini, si inserisce nel filone artistico che tende a rivalutare la linea come segno incisivo della corrente espressionista. 
Enfatizzando il tratto di contorno delle figure e caratterizzandole con una forte gestualità, egli vuole rappresentare sensazioni ed emozioni soggettive. I suoi quadri raccontano storie di personaggi che vivono con la musica e si compenetrano con essa: “Triste suonatore di jazz” rimanda ad un’ intima dimensione sonora in cui l’uomo trova riparo e sicurezza. 
Alla rigidezza ed angolosità delle linee, volte a sottolineare la tristezza del volto del suonatore, si contrappongono i morbidi segni che circondano la forma sinuosa e armoniosa del violoncello, da cui fuoriesce il suono che invade tutto il dipinto: la musica vuole uscire dal quadro per arrivare sino alle nostre orecchie, diventate ormai incapaci di recepire le sensazioni e le emozioni che l’arte intende trasmettere.
Il tutto viene evidenziato dal tratto del pennello, che l’artista pone in una posizione intermedia tra il disegno e il gesto pittorico, negando la materialità della pittura e del colore e facendo affiorare l’incisività del segno.
Evidenti in quest’opera i riferimenti ai grandi maestri dell’Espressionismo. Ritroviamo infatti Vincent Van Gogh nel forte e drammatico gesto pittorico, Ernst Ludwig Kirchner nell’incisività e angolosità del segno, Edvard Munch, nelle onde del suono che si propagano deformando l’ambiente circostante.
“L’espressione è un moto dall’interno verso l’esterno: è il soggetto che imprime di sé l’oggetto…. L’immagine non si libera dalla materia ma si imprime in essa con un atto di forza”

(G.C. Argan)

 

Martina Sconci

Gabriele Sordini_triste suonata di jazz_acrilico su tavola_2007

Triste suonatore di jazz

acrilico su tavola

2007

 

Schnebel

Schnebel Dieter

Senza-titolo-1

14 March 1930 – 20 May 2018. 

 

 

Compositore tedesco (n. Lahr 1930). Ha studiato composizione a Friburgo in Brisgovia e a Darmstadt, e teologia, filosofia e musicologia a Tubinga. Parroco e poi insegnante di religione, dal 1976 al 1995 è stato docente di musicologia, di musica sperimentale e di didattica della musica alla Hochschule der Künste di Berlino. A Monaco di Baviera ha fondato nel 1970 la Arbeitsgemeinschaft für Neue Musik. Particolarmente attento alle dimensioni comunicative della musica e alla vocalità, ha organizzato la sua produzione in ampi progetti compositivi, che la collocano ai confini della tradizionale concezione dell’opus. Dopo i brani seriali del ciclo Versuche (1953-56 e 1964), come I Analysis (1953) e IVKompositio (1955-56 e 1964), il progetto Für Stimmen (… missa est) (1956-58 e 1966-69) inaugurava l’indagine sul rapporto tra musica e parola con brani come dt 31,6 (1956-58), su testo del Deuteronomio. Glossolalie 61 (1960-61) è parte del ciclo Projekte (1958-61). Gli Abfälle (Réactions, 1960-61; Visible music, 1960-62) sono basati su “materiali di scarto” del far musica, come i movimenti del direttore o il rumore prodotto dal pubblico in sala. La serie Produktionsprozesse (dal 1968) è centrata sui processi di fonazione e di produzione del suono (comprende Maulwerke, 1968-74; Atemzuge, 1970-71; Körper-Sprache, 1979-80; WorteTöneSchritte, 1997), mentre le Radiophonien (Hörfunk, 1969-70; No-, 1979-80) sono proposte come “musiche per la percezione”. Schulmusik- Musik für Laien, a partire dal 1973, comprende brani e processi improvvisativi basati su elementi come soffiare, esercitare, cambiare, cantare a bocca chiusa, ritmi, suoni, contrappunto, armonia. I cicli Be-arbeitungen (1972-89; con Bach-Contrapuncti, 1972; Wagner-Idyll, 1980; Schumann-Moment, 1989) e Tradition (dal 1975; comprende Missa. Dahlemer Messe, 1984-87; Sinfonie x, 1987-92; St. Jago, 1981-91 e 1995) sono dedicati all’indagine sulla tradizione e riprendono anche forme come il canone (In >motu proprio, 1975; Diapason, 1977) e il quintetto con pianoforte (B-dur-Quintett, 1976-77). I saggi di S. sono raccolti nei volumi Denkbare Musik (1971) e Anschläge-Ausschläge. Texte zur Neuen Musik (1993).

 


Schnebel
Schnebel dedica

Partitura musicale

1989

 

DIETER SCHNEBEL

Mostra di partiture al “Quarto di Santa Giusta”

26 Settembre 1989

 

VEDI EVENTO
Silvano Servillo_Senza titolo_mixed media_86 x 62 cm_1999_hi

Servillo Silvano

SilvanoServillo

Nato l’ 8\6\1950 a L’Aquila, dove vive e lavora. Si è diplomato in scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di questa città nel 1973. Nello stesso anno partecipa come assistente scenografo al film “Identikit” con Elizabet Tailor per la regia di Giuseppe Patroni Griffi. Dal 1973 al 1978 collabora con lo scultore Mario Ce roli, per cui, tra l’altro, cura la realizzazione della chiesa di Portorotondo. Nel 1977 tiene la cattedra di modellistica presso L ’ Accademia di Belle Arti di Roma. Dal 1979 è assistente alla cattedra di Anatomia Artistica, incarico che svolge successivamente nelle Accademie di L’Aquila, Bologna, Roma e nuovamente L ’Aquila. Dal 1980 al 1981, con la collega Lea Contestabile, dirige la stamperia “Studio Gaglioffi”. Dal 1982 al 1985, con la collega Zoraide Palozzo, dirige la stamperia calcografica “Studio Piranesi”, stampando tra gli altri per: Renato Guttuso, Gianfranco Notargiacomo e Fabio Mauri. Nel 1992, con altri operatori culturali, costituisce l’associazione ”Accademia Aquilana”. Con l’associazione “Accademia Aquilana”, e con coll eghi dell’Accademia di Belle Arti organizza varie iniziative culturali espositive e didattiche, come : “Tracciare Rintracciando” del ‘92 a San Benedetto in Perillis, “Il corpo in gioco” del ‘96 a Castelnuovo e Ortucchio, “L’arte a scuola” del ’96\‘97 a L’Aquila. Tra il 1998 e il 2002 in collaborazione con la collega prof. Lea Contestabile pubblica per la Regione Abruzzo nella collana “L’arte a scuola” i quaderni “La forma e il colore”, “Come si legge un’opera d’arte”, “Il corpo e la sua rappresentazione”. Nel 1999 con la collega prof. Lea Contestabile e co n altri operatori costituisce l’associazione “Mercury”, con cui organizza, in collaborazione con il 6°circolo didattico il laboratorio: “il viaggio dentro l’immagine” e, in collaborazione con la Soprintendenza per l’Abruzzo il laboratorio: “Incontri ravvicinati con l’arte”. Nel 2001 con la collega prof. Lea Contestabile costituisce il “MUBAQ” (Museo dei bambini L’Aquila) organizzando laboratori didattici nelle scuole, mostre di artisti di fama internazionale con relativi laboratori didattici presso il Castello cinquecentesco sede della Soprintendenza regionale per l’Abruzzo, e numerose altre iniziative di carattere culturale e didattico. Nel 2003 e 2004 tiene il corso di fondamenti di informatica presso L’ Accademia di Belle Arti di L’Aquila. Nel 2005 e 2006 tiene il corso di modellistica presso L’Accademia di Belle Arti di L’Aquila. Oltre la personale produzione artistica, ha curato numerose pubblicazioni editoriali e pubblicitarie. Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive dal 1984 ad oggi.


Silvano Servillo_Senza titolo_mixed media_86 x 62 cm_1999_hi

Senza titolo

matita su carta

86 x 62 cm

1999

 

Silvano Servillo 1984

Senza titolo

acrilico su carta

38 x 28 cm

2005

 

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Senso Ale

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Nasce a Bergamo nel 1977. La sua ricerca artistica combina diversi linguaggi e media artistici con una predilezione per il disegno e la pittura murale all’interno di luoghi abbandonati, fabbriche e case dismesse. Si diploma nel 2002 all’Accademia di Belle Arti di Brera, Borsa di studio “Progetto Erasmus” presso l’Hungarian Academy of Fine Art di Budapest, ha frequentato il Corso Superiore di arti visive, Fondazione Antonio Ratti (Como), visiting professor Ilya Kabakow, curata da Giacinto di Pietrantonio e Angela Vettese.Ha partecipato a numerose mostre collettive in Italia e all’estero: nel 2008 la collettiva dedicata all’arte urbana “Scala Mercalli”, Auditorium Parco dell Musica, Roma,  a cura di Gianluca Marziani, la personale nel 2009 “Derelict Building”, XLAB Gallery, Berlino a cura di Paola Verde e Marcello Congui. Mostre più recenti, 2011: Urban Queens, Spazio Concept, Milano, prima mostra collettiva italiana dedicata all’arte urbana femminile e internazionale, a cura di Costanza Sartoris e Urban Painting  Insolite Parentele,Palazzo Ducale, Genova, a cura di Francesca Busellato , Artaq’s – The international Award of Urban Arts, Salle Chemellier,  Angers, France,  a cura di Yves Suty, Shingle22j, Biennale di arte contemporanea di Anzio e Nettuno, 3°edizione, Sala dei Sigilli di forte Sangallo, Nettuno, cura di Chiara Ciappelloni, Dario Evola, Lobodilattice Cover Contest, a cura di Emanuele Beluffi, Alessandro Trabucco, premio speciale StatArt, mostra collettiva presso Associazione Circuiti Dinamici, Milano. Beyond the city walls, Palazzo Orsini, Bomarzo (Roma), a cura di Valentina Laneve e Fabio Weik, Breaking Walls – mostra collettiva, Fondazione Luciana Matalon, Milano. Spazi di Confine/Spazi di Conflitto, 4 personali presso Arte Borgogna, Milano, a cura di Francesca Guerisoli, Rossella Moratto, Gianni Schubert. E’ stata finalista al Premio Terna delle edizioni 2008 e 2010. Nel corso di questi anni, come esponente dell ‘arte urbana ha collaborato all’interno di eventi per comuni, privati e aziende come (Microsoft, Tre, Fiat, Budweiser, Adidas, Amica magazine).
Attualmente vive e lavora a Berlino. 

 


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Fallen Shape

installazione

cartone, pittura, inchiostro, ombrello

2011

foto di Marco D’Antonio

 

L’opera è stata gentilmente donata dall’artista al MUSPAC, per la ricostituzione

della collezione permanente, gravemente danneggiata dal sisma del 6 aprile 2009

 

“Il 16 Luglio 2011 mi sono recata per la prima volta all’Aquila, insieme a un gruppo di persone, composto per lo più da ragazzi, si andava al Parco del Sole, per partecipare ad un evento di festa benefico, dedicato alla street art aquilana. Faceva molto caldo, la maggior parte dei ragazzi dipingevano a spray su pannelli in cartongesso disposti lungo l’inferriata del parco, io nel mezzo, ho realizzato dal vivo alcune sagome in cartone, legno, tempera e spray, l’idea era precisa, le avrei utilizzate per l’installazione fotografica che pensavo di realizzare nella città, in accordo con gli organizzatori, le avrei accomodate lungo quelle ferite urbane purtroppo tuttora aperte che ricordano tutto quel che è accaduto e che sta ancora accadendo. Non era del tutto chiaro quale “messaggio” mettere nelle sagome. Ero intimorita di fuorviare il contenuto, quello che vedevo era più forte di qualsiasi cosa si potesse dire, o meglio, che altro dire.

Durante i giorni dell’evento ho conosciuto molti aquilani, quello che mi ha colpito è stato soprattutto la loro necessità di raccontare, di raccontarsi, così ho deciso che il messaggio sarebbe stato il risultato del filtro dell’azione dell’ ascoltare ma anche del vedere, perchè erano certo racconti ma al contempo lunghe camminate nella città dell’Aquila.

Le sagome di due angeli caduti, una bambina e il suo cagnolino, sono il risultato artistico di questa rilettura e consegnare delle fotografie come ulteriore documentazione attuale, l’intento.

Come spesso opero, i miei lavori sono anche e soprattutto il risultato di una necessità di un percorso personale umano che si incrocia con i percorsi degl’altri. Durante la manifestazione “Graffi&Graffiti”, ho avuto anche la fortuna di conoscere, ascoltare e incrociare il percorso delle memorie di chi sta lavorando giorno per giorno per riaprire e ricostruire il Museo d’arte sperimentale dell’Aquila.”

 

Ale Senso

ottobre 2011