Carmine Torincasa_scultura_legno carta e cera_23 x 84 cm_1985

Tornincasa Carmine

tornincasa

Nato a Montenero Valcocchiara (Isernia) nel 1962, ha frequentato l’Accademia di Belle Arti a L’Aquila; vive e lavora a Padova.
Ai suoi esordi come scultore, nel 1988, realizza opere composte da un’anima di rete metallica rivestita di strati di carta macerata.
La sua prima mostra personale si svolge alla Galleria il Ponte di Roma nel 1989: in questa occasione presenta lavori realizzati con diversi materiali come ferro, cemento, gesso, marmo, legno. Già in questa mostra le sue opere si sviluppano e si dispongono nello spazio, e la sua scultura si avvicina al progetto architettonico nel tentativo di coinvolgere tutto lo spazio a disposizione. Obiettivo pienamente raggiunto nella mostra “Salire a piedi scalzi” (Perugia, 1992) dove lo spazio si fa architettura. Così spiega l’artista: “Volevo una struttura che trasformasse lo spazio concretamente, costringendo a una modalità di fruizione obbligata che sta nell’assumere un comportamento preciso: togliersi le scarpe e salire, attraversare questa superficie che ho voluto connotare in senso decisamente pittorico usando un colore catalizzante, emotivo, di forte impatto percettivo. ”
Nel 1989 ottiene il Premio Michetti. Tra le principali mostre collettive ricordiamo la sua partecipazione alla mostra “Arte a Roma 1980-89” (Roma, Galleria Rondanini, 1989), “Giovanni artisti III” (Roma, Palazzo delle Esposizioni, 1990), “Identity problems” (Termoli, Galleria Civica d’Arte Contemporanea, 1994), “Innovazioni nella scultura italiana 1980-1997” (Reggio Emilia, Musei Civici, 1997).

 

 


Carmine Torincasa_scultura_legno carta e cera_23 x 84 cm_1985

Senza titolo

scultura in legno, carta e cera

23 x 84 cm

1985

 

Senza titolo_tempera su carta_50,5x35cm_2009 bassa ris.

Tirelli Marco

Marco Tirelli
Roma, III/2009

Nasce nel 1956 a Roma, dove vive e lavora. 
Comincia a esporre già nella seconda metà degli anni settanta, e si segnala la sua prima partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1982, invitato da Tommaso Trini nella sezione “Aperto 82”, con una sala personale.
Seguono numerose mostre personali in Italia e all’estero, e partecipazioni alle Biennali internazionali tra cui la Biennale di San Paolo, la Biennale di Sydney e quella di Parigi; e mostre collettive, tra le quali quelle che si tengono presso la Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna, il Castello Colonna di Genazzano, e l’XI Quadriennale di Roma.
Gli anni novanta si aprono con la mostra all’American Academy di Roma, che pone in dialogo una serie di disegni di Tirelli con alcuni Wall Drawing di Sol LeWitt. Nel 1990 partecipa con una sala personale alla XLIV Biennale di Venezia. Sempre nello stesso anno la Galleria Civica di Modena dedica una mostra al disegno di Tirelli e nel 1992 una personale curata da Flaminio Gualdoni e Walter Guadagnini.
In questi anni, mantenendo lo studio a Roma, ne allestisce un altro nella campagna vicino Spoleto, dove vive per un lungo periodo.
Nel 2002 si tiene all’Institut Mathildenhoehe di Darmstadt un’importante mostra antologica dal titolo “Das Unversum der Geometrie”, presentata l’anno successivo alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna, curata da Giorgio Verzotti.
Sue opere sono in numerose collezioni di musei internazionali ove ha anche esposto.
Tra le altre principali mostre personali e collettive: 1979 personale alla Bernier Gallery di Atene; 1984 Galleria L’Attico (dove espone anche nel 1985 e nel 1989); 1985 Annina Nosei, New York (anche nel 1986 e nel 1989); 1989 Galleria Skulima, Berlino; 1991 Galleria Triebold, Basilea e Cellar Gallery, Tokyo; 1992 Galleria Gian Ferrari, Milano; 1995 Otto Gallery, Bologna (e presente a più riprese con mostre personali negli anni successivi), e Galerie Di Meo, Parigi (anche nel 2001 e nel 2006); 1996 Base Gallery, Tokyo (anche nel 2000); 1998 Galleria dello Scudo, Verona; 2003 Galleria Fumagalli, Bergamo, e Galleria Marilena Bonomo, Bari; 2006 Kro Art Gallery, Vienna; 2007 “San Lorenzo” Villa Medici, Roma; 2008 Studio Trisorio, Napoli, e Galleria Antonella Cattani, Bolzano (per Manifesta7).
Le mostre più recenti: nel 2009 “Italia Contemporanea. Officina San Lorenzo” MART, (Museo di Arte Contemporanea di Trento e Rovereto), Rovereto; “ExCelle” con Anselm Kiefer, Fattoria di Celle – Collezione Gori, Pistoia. Nel 2010 Anteprima dei nuovi spazi presso il MACRO, Museo di Arte Contemporanea di Roma; le personali presso Oredaria Arti Contemporanee a Roma, Palazzo Fortuny a Venezia, e Galleria Hans Strelow a Dusseldorf. Partecipa alla mostra “Spazio. Dalle collezioni di arte e architettura del MAXXI”, Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo, Roma, e all’esposizione della collezione della Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma. Attualmente è presente nella mostra “TRA – Edge of Becoming”, in corso presso Palazzo Fortuny, Venezia.

SITO WEB

 

 


Senza titolo_tempera su carta_50,5x35cm_2009 bassa ris.

Senza titolo

Tempera su carta

50,5 x 35 cm

2009

 

 

 

 

L’opera è stata gentilmente donata dall’artista al MUSPAC, per la ricostituzione

della collezione permanente, gravemente danneggiata dal sisma del 6 aprile 2009

 

Alberto Timossi_Inserti 6.07_150x70x42cm_PVC, poliuretano_2007_HI

Timossi Alberto

TIMOSSI

Alberto Timossi (Napoli 1965), diplomato all’Accademia di scultura di Carrara. Vive e lavora a Roma, dove insegna al Liceo artistico De Chirico.

Mostre personali

2010 “This is not a pipe, sonde nella città”, Casa dell’Architettura, Acquario Romano, Roma (a cura di Giorgia Calò); 2009 “Innesti” Endemica Arte contemporanea, Roma; “Partitura urbana”, Archivio Crispolti, Roma (a cura di Aldo Iori); 2008 “Parti del discorso”, Ass. culturale Tralevolte, Roma (a cura di Francesco Pezzini e Cesare Sarzini); 2006 “Innesto”, Associazione culturale Lo sguardo dell’altro, Modena (a cura di Marinella Bonaffini); “Innesti”, Fondazione Pastificio Cerere, Roma (a cura di Lorenzo Benedetti); 2005 “Sequenze”, Galleria Limiti Inchiusi, Campobasso; “Anywhere”, Centro per l’arte contemporanea Trebisonda, Perugia; 2003 “Un dia cualquier”, Galleria Nebulosa, Xalapa,( Messico); 2002 “Premio giovani scultura ” (personale dei tre finalisti), Accademia Nazionale di S. Luca, Roma; Centro d’arte L’Idioma, Ascoli Piceno (a cura di Marinella Bonaffini); 1997 “Simple Dialogues”, Plaza Gallery, Tokyo; “Festival” ,Galleria Artivisive, Roma; 1994 Centro per la ricerca artistica contemporanea Luigi di Sarro, Roma (a cura di Paolo Balmas).

Principali collettive

2011 “Emufest, Festival di musica elettroacusica”, sez. installazioniConservatorio di Santa Cecilia (in collaborazione con Simone Pappalardo e Maddalena Gana), Roma; “Aquaquae, Premio arte Rugabella”, Villa Rusconi, Castano Primo (Mi) (a cura di Fabio Carnaghi); “Premio Basi”, Cava di Roselle, Grosseto; “Segno di-vino”, Galleria Sukiya, Lamezia Terme; “Le forme del suono”, Conservatorio Ottorino Respighi ( in collaborazione con Simone Pappalardo), Latina; “Nel segno del Toro: da Mithra ad Europa”,Museo Archeologico dell’antica Capua, Santa Maria Capua Vetere ( a cura di Giorgio Agnisola); “Artour-o, il must, la città d’arte per l’arte contemporanea”, Hotel Villa la Vedetta e Chiostro di Santa Maria Novella, Firenze; 2010 “ Ipotesi dinamica”, Castello Estense di Arquà polesine (a cura di Ellequadro documenti, Genova); “Coincidenze”, Ex officine meccaniche, stazione di Aprilia; “Artour-o, il must, la città d’arte per l’arte contemporanea”, Grand Hotel Minerva, Firenze (a cura del Museo Laboratorio per l’arte contemporanea, Università La Sapienza, Roma); 2009 “Emufest, Festival di musica elettronica”, sez. installazioniConservatorio di Santa Cecilia, Roma; “ Porte aperte: OrientaMenti”, Palazzo Ruspoli, Nemi (a cura di Eloisa Saldari e della Galleria Sala 1, Roma); “Nuove ricerche tra arte e design”, Associazione culturale Studio Or, Roma (a cura di Giorgia Calò) ; 2008“La falce e il martello, simboli di ferro”, Muspac, Museo sperimentale d’arte, L’Aquila; “4°Giornata del Contemporaneo”, MUSMA, Museo della scultura, Matera (a cura di Giuseppe Appella); “Luce al design”, Galleria Magenta 52 e DIMA Design, Vimercate; 2007 “La forma dell’acqua” (in collaborazione con Graziano Pompili), Villa comunale, Pescocostanzo (AQ); “Trittico d’arte” , Alite group, Perugia ( a cura di Emidio de Albentiis); 2006 “Copulamundi”, Ass. cult. Cetra, Castelbolognese (RA);  “Un Quadro per un Fondo”, Palazzo della Cancelleria, Roma ( a cura di Pino Casagrande); “5° Premio Internazionale di scultura Regione Piemonte”, Accademia Albertina,Torino; 2002 “Premio giovani scultura 2002”, Accademia Nazionale di S. Luca, Roma; 2001 “Small stone exhibition”, Plaza Gallery, Tokyo; 2000 “Mixed Media”, Plaza Gallery, Tokyo (a cura del Museo d’arte contemporanea di Villa Croce, Genova); “”BNL, una banca per l’arte oltre il mecenatismo, giovani artisti all’inizio del nuovo millennio”, Chiostro del Bramante, Roma (a cura di Enzo Bilardello); “Periplo della scultura italiana contemporanea 2” Chiese Rupestri, Matera (a cura di Giuseppe Appella, Pier Giovanni Castagnoli e Fabrizio D’Amico). “Vigna Jacobini, proposte per un recupero ambientale”, Ass. cult. Arte Fuori Centro, Roma; 1999 “ Monocromi”, La Reginella arte contemporanea, Roma ( a cura di Marco di Capua); “La biennale dei giovani artisti del Mediterraneo” ( in collaborazione con l’arch. Maurizio Unali), Ex Mattatoio, Roma; 1998 ”Premio di scultura Renato Carnevale”, Museo d’arte contemporanea di Villa Croce, Genova; 1997 “Moto perpetuo”, 2° simposio internazionale di scultura, Pescocostanzo (AQ); “In-Tensione” SVUP (Accademia di Arti applicate), Praga; 1996 “Mostra Internazionale di architettura” ( in collaborazione con l’arch. Mauro Saito) La Biennale, Venezia; “Premio Marche”, Mole Vanvitelliana, Ancona (a cura di Giuseppe Appella); ”Contaminazioni, forme e materiali a confronto”, Galleria L’Atelier, Carrara; Asociacion de artistas plasticos Goya Argon, Saragozza; ”In-contro”, Goethe Institut, Palermo; 1995 “Iconostasi”, Galleria Artivisive, Roma; ”Scultori in Liguria nel secondo Novecento, nuove generazioni”, Parco Carmagnola, Santa Margherita Ligure; “10° Simposio Internazionale di scultura” Horice V Podkrkonosi (Rep. Ceca); 1994 “You Get What You See”, Palazzo Falcione, Campobasso; Museo d’arte moderna, Spoleto; Galleria De’ Serpenti, Roma; “21° premio Sulmona”, Palazzo dell’Annunziata,Sulmona ( a cura di Germano Beringheli); 1993 “International sculptor competition in China”, Wei-Hai ( Shandong, Cina); “Se voir, 1° Biennale di scultura”, Konschtaus Beim Engel, Lussemburgo; Galerie Ymage, Nizza.


Alberto Timossi_Inserti 6.07_150x70x42cm_PVC, poliuretano_2007_HI

Inserti 6.07

PVC, poliuretano

150 x 70 x 42 cm

2007

 

 

 

L’opera è stata gentilmente donata dall’artista al MUSPAC, per la ricostituzione della

collezione permanente, gravemente danneggiata dal sisma del 6 aprile 2009

“La scultura che ho donato al Mu.sp.a.c  è stata  realizzata nel 2007, quando ho cominciato a pensare i miei innesti non solo come elementi tubolari posti in relazione allo spazio edificato, ma anche come incastri fra se stessi. Da qui il titolo di “Inserti”, inteso come inserzioni che portano la scultura ad un dialogo non solo più verso lo spazio esterno, ma concentrato al suo interno.
L’attraversamento che di solito si compie con edifici o pareti, qui si compie fra gli elementi stessi della scultura, e consente un gioco di relazione formale che porta la luce a diventare una componente importante dell’opera. In particolare in Inserti 6.07, dopo essersi incanalata nel tubo che attraversa la composizione, la luce si proietta al suolo disegnando un cerchio che interrompe la stesura uniforme dell’ombra portata della struttura.
Il colore giallo industriale conferisce alla scultura la caratteristica dell’elemento funzionale proprio degli ingranaggi e delle macchine, favorendo la sensazione che si tratti di un frammento, di una  parte per il tutto, che rimanda ad una funzione sconosciuta, al pari degli innesti sugli edifici, che ricoprono un ruolo strutturale che in realtà non esiste.
Ho accolto con entusiasmo l’invito di partecipare alla rinascita del Mu.sp.a.c, perché conosco sia le persone che con passione si sono dedicate a questo progetto sia il territorio dove il terremoto ha lasciato i suoi segni, e in qualche modo ritengo che l’arte e la scultura siano anch’essi segni che incidono sulle coscienze e sull’ambiente che viviamo. Si tratta di segni positivi tanto più che, in questo caso, hanno il significato simbolico di una rinascita. La ricerca artistica non è mai improvvisata, ma dipende da una continua costruzione di forme e di contenuti secondo una direzione che nel tempo si va delineando, questo cammino lento e meditato si scontra con l’ineluttabilità dell’evento catastrofico improvviso e definitivo, e tale contrasto può farci considerare ancora una volta quanto l’arte possa essere salvifica e rigenerante”.

Alberto Timossi
ottobre 2011

opera taraschi

Taraschi Giancarlo

taraschi-giancarlo

Nasce a Torino nel 1962 e inizia il proprio percorso artistico dopo non aver frequentando l’Istituto d’Arte. Dopo una prima esperienza, ancora acerba, si ferma per un paio di anni e riprende a dipingere solo ne 1996. In questi dieci anni di attività crea una vasta produzione di disegni e dipinti fino ad arrivare alle ultime personali con “L’arte non ha prezzo” dove ha riscontrato un successo importante di pubblico e di critica.
Ha seguito un workshop con il Maestro Nakajima e ha stretto importanti rapporti con Yuko Sakurada titolare dell’importante Galleria d’Arte Artesse di Tokyo, con la quale lavorerà in futuro. Nel 2003 partecipa ad un tavolo di studio alla Valencia Art Institute su una retrospettiva su Piero Dorazio. Raggiunge una meta importante esponendo al Museo Brasileiro a San Paolo del Brasile (2004) . Nel 2005 è presente alla Mostra di Arte Italiana di Arte Moderna di New Delhi e Mumbai.

 

 

 

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opera taraschi

Senza titolo

 

SilviaStuckyLe silence habité des maisons-alta-1

Stucky Silvia

Stucky ritratto

Nata il 3 aprile 1959 a Roma, dove vive e lavora. Il suo lavoro comprende pittura, libri d’artista, installazione, video, fotografia, performance. 
Espone dal 1984. Il suo primo lavoro video, Mobile–Immobile, è stato presentato nel 1996 al XVII Festival International de la Vidéo di Locarno. Ha partecipato a numerose rassegne e festival video; a mostre collettive e personali in gallerie e musei in Italia, Ecuador, Egitto, Francia, Germania, Indonesia, India, Iran, Marocco, Olanda, Svizzera, Thailandia, Turchia. 
Al centro dell’attività artistica di Silvia Stucky vi sono l’acqua e la semplicità del quotidiano. Della prima, l’artista osserva l’immobilità nella mutevolezza; della seconda, la profondità che vi si può cogliere.
Dal 1999 l’artista inoltre lavora con la fotografia sul tema del paesaggio plasmato dall’intervento umano, in cui coglie le costanti che si manifestano al di là delle differenze geografiche. 

Le sue mostre personali recenti sono: 2010, I giardini celesti, ArteProfumi, Roma; 2009, Il corpo pensato, (nell’ambito di Testi e Testimoni. Incontri per riscoprire libri e storie), Casa della Memoria e della Storia, Roma; 2008, Il sussurro del mondo, MLAC Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, Sapienza Università di Roma; 2007, Le jardin intérieur, TraLeVolte, Roma; 2006, Writ in Water. Ode to mutability, The Keats-Shelley House, Roma; 2004, Come l’acqua che scorre, Istituto di Finlandia, Roma; 2003, Osservare il sussurro del mondo, Porta degli Angeli, Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, Ferrara; 1998, Seguire il modo di comportarsi dell’acqua senza averne uno proprio, Change, Roma. 

Tra le principali mostre collettive recenti: 2011, L’Artista come Rishi, Museo d’Arte Orientale “Giuseppe Tucci”, Roma; 2010, Portatrici d’Acqua, Mattatoio, Roma; 2009, La musica da vedere, (nell’ambito del XLVI Festival di Nuova Consonanza), American Academy, Roma; Carte7. Works on Paper by Seven Italian Women Artists, Istituto Italiano di Cultura, New Delhi; VI Biennale Libro d’Artista Città di Cassino, Biblioteca Comunale, Cassino; 2008, Basta!, Gutleut15, Francoforte; 2007, Autobiografia/Autoritratto, Museo H.C. Andersen, Roma; 2005-06, Me myself & I, Gutleut15, Francoforte, e itinerante (Glue, Berlino; Konsortium, Düsseldorf; Hobbyshop, Monaco; Arti & Amicitiae, Amsterdam); 2005, IV Biennale Libro d’Artista Città di Cassino, Biblioteca Comunale, Cassino; Outcomeout. L’identità molteplice della pittura, Soligo Artproject, Roma; 2004-05, Het Eeuwige Lichaam – The eternal body, Deutsche Akademie Villa Massimo, Roma; Universiteitsmuseum, Utrecht; 2004, Carte7. Opere su carta di sette artiste italiane, Niavaran Art Foundation, Teheran; 2002-03, Torre della pace – Le strategie dell’arte contro le strategie della violenza, Roma, Pesaro, Urbino; 2002, Accords of Light, National Gallery, Bangkok; 2001, Elettroshock. 30 anni di video in Italia 1971-2001, Acquario Romano, Roma. 

Hanno scritto sul suo lavoro: Silvia Bordini, Rossella Caruso, Enrico Crispolti, Manuela De Leonardis, Gabriella De Marco, Bruno Di Marino, Patrizia Ferri, Francesca Gallo, Marie Eve Gardère, Roberto Lambarelli, Simonetta Lux, Patrizia Mania, Enrico Mascelloni, Lucilla Meloni, Peter Nesteruk, Cristina Nisticò, Michiko Nojiri, Augusto Pieroni, Cesare Sarzini, Edith Schloss, Mary Angela Schroth, Domenico Scudero, Enrica Torelli Landini, Laura Turco Liveri.

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SilviaStuckyLe silence habité des maisons-alta-1

Le silence habité des maisons

stampa plotter professionale su carta Hahnemühle Rag Pearl 320 g/mq

27(h) x 36 cm

2010

 

 

L’opera è stata gentilmente donata dall’artista al MUSPAC, per la ricostituzione

della collezione permanente, gravemente danneggiata dal sisma del 6 aprile 2009

 

“Ho scelto un’immagine da un gruppo di foto della mia ultima personale, che hanno come titolo “Le silence habité des maisons”. Sono immagini di case, facciate, cortili, quasi tutte foto fatte a Tangeri.
Il titolo – che è anche quello di un mio video del 2002 – è tratto da un quadro di Matisse del 1947, che era stato a Tangeri nel 1912 e ‘13. Il video del 2002 era accompagnato da queste frasi:

«Ogni piccola cosa che accade tutti i giorni è degna di attenzione, di un’attenzione che guarda il mondo vedendolo dentro, dietro; come fossi non io, ma quello che guardo, quello che ascolto, il tempo che scorre.
Attenzione, apertura, attesa: se si fa di tutto questo la propria regola, la propria azione, la propria volontà, si arriva a superare le regole, l’azione, la volontà.
“Ciò che io sogno è un’arte d’equilibrio, di purezza, di tranquillità”, scriveva Matisse nel 1908. La purezza e la tranquillità, secondo il Tao Tê Ching (cap. XLV), sono la regola del mondo.»

Voglio donare questo mio lavoro come augurio che il silenzio delle case dell ’Aquila torni ad essere un silenzio abitato: un silenzio fatto di piccole cose quotidiane, di tranquillità, ma anche di progetti, di vita vera dentro la città”.

Silvia Stucky