locandina della manifestazione

AFRICA INCONTRI Conferenze, proiezioni di film e mostre documentarie

8 - 9 - 13 Maggio 1991

Con: Regione Abruzzo, Centro Servizi Culturali dell’Aquila, Biblioteca della Pace, Università dell’ Aquila, Federazione Italiana Circoli del Cinema , Circolo culturale “Il Quartiere”, Circolo Universitario del Cinema, Associazione Culturale Udoka. Comitato Promotore: G. Castorina, U. Dante, M. Falcone, M.T. Falzini, M.T. Mossa, L. Puca, J. Onyeca, E. Sconci

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O.M.I. OFFICINA MUSICALE ITALIANA Collaborazione con l' O.M.I. per il Festival “musica e scuola” Laboratori musicali per le scuole “Gli strumenti della fantasia”

Marzo - Maggio 1991

“Biografia” dell’ O.M.I.


Si costituisce come Ensemble Barattelli nel 1986 per volontà dell’Avvocato Nino Carloni, allora direttore artistico della Società Aquilana dei Concerti “B. Barattelli”. E’ Ensemble in Residence di uno dei borghi medioevali più belli d’Italia, Santo Stefano di Sessanio, situato all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso.

(dal sito www.officinamusicaleitaliana.it)


Experimentum Mundi di Giorgio Battistelli


“Experimentum Mundi” è “un’opera di musica immaginistica” – su testi scelti dall’Enciclopedie di Diderot e D’Alambert, per 16 artigiani (bottai, falegnami, pasticcere, selciaioli, muratori, fabbri, arrotini, scalpellino, calzolai), 4 voci (femminili), un percussionista e un attore (voce recitante dei testi) – da collocare, un’opera ogni volta da re-installare, da adattare e da ricreare, sia per gli artigiani che ne fanno parte [la cui storia è una storia nella storia], veri e propri musicisti-attori protagonisti in scena, sia per la complessità che prevede la sua realizzazione, in scena vi sono, infatti, tutte le loro attrezzature ed è riprodotto l’ambiente in cui essi operano. Vedere e sentire “Experimentum Mundi” dal vivo è senza dubbio un’esperienza magnifica che rapisce e stupisce. Stupisce la capacità di Battisteri di partire dal rumore, dal gesto, da quanto ha per millenni fatto parte del sentire quotidiano e farne suono vivo e armonico. Rapisce poi vedere all’opera mestieri e artigiani (quasi in via d’estinzione) che sono pura arte da contemplare. Ha poi dell’incredibile come tutto ciò diventi opera di teatro musicale. Gesto, rumore, azione, costruzione, diventano battute, note, suoni, pianissimi e fortissimi, all’interno di questa grande partitura immaginistica che è il mondo artigiano.

(dal sito http://italia.allaboutjazz.com)

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GIAMPIERO DURONIO Il popolo delle cose - 36 foto di Giampiero Duronio

16 - 28 Febbraio 1994

Chi fotografa forse evoca e paralizza in immagini gli spettri delle cose. O forse agisce sulla presenza individuando un’assenza. La poesia sottile della Fotografia non può ridursi soltanto ad un fatto formale -la Poesia della Fotografia sta nell’intuizione di chi guarda quel che è stato guardato – spezzando la feriale cecità che ci accompagna. E’ vero che fotografare vuole anche dire la storicizzazione ambigua dell’attimo -ma forse è altrettanto vero che è soltanto quello l’attimo che dovremmo guardare. E’ qui che nasce come un disagio perché infine è la Fotografia che ci guarda seminando un dubbio dal quale è possibile sottrarsi soltanto regredendo a quello stadio “primitivo” del “me” che visita quel che l’obiettivo ha già visitato. In questo subdolo gioco-di-parole l’immagine fotografica trova forse un’identità che approda – ribadendolo – al suo doppio mistero e al segreto che accomuna labirinticamente le cose: l’indecifrabilità sostanziale del mondo e la sua comprensione.

Gilberto Centi

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