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CARNEVALE ALL’AQUILA Sfilata e corteo in maschera per le vie del Centro Storico

18 - 26 Febbraio 1995

CARNEVALE A L’AQUILA

Sfilata e corteo in maschera per le vie del Centro Storico.

 

 

 

IL CENTRO , sabato 18 febbraio 1995

Coinvolte anche le circoscrizioni

Tante iniziative per il Carnevale

 

DA OGGI l’assessorato alla promozione culturale promuove una serie di iniziative diffuse sul territorio sotto la sigla di “Carnevale all’Aquila 1995”. Il programma prevede una serie di iniziative che comprendono gli spettacoli teatrali in cartellone al San Filippo il 19 e il 26 febbraio e appuntamenti a Sassa e a Monticchio (il 25), come pure a Coppito e Camarda, sempre il 25. Il 26 ci sarà un concerto al circolo “Torquet” a cura dell’Arac; due i momenti cardine della manifestazione, ovvero la sfilata mascherata prevista per il 23 febbraio in pieno centro storico a cura del Quarto di Santa Giusta a degli alunni dell’Accademia, nonchè “Coriandoli”, fissato per il 6 in piazza Duomo a cura dell’Arac. Il programma, pertanto, prevede l’opportuno coinvolgimento di alcune circoscrizioni. il primo appuntamento è previsto per stasera alla ore 21, al ridotto del Comunale, dove verrà allestito “Miseria e nobiltà” dalla Primaria compagnia d’arte napoletana. Gli incassi saranno devoluti in beneficienza. Tra gli altri appuntamenti previsti occorre segnalare per il 24 alle 16, nella sede dell’Aptdh, associazione che si occupa dei disabili, il tradizionale carnevale organizzato in collaborazione dai ragazzi dell’associazione.

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FESTA DI SAN VALENTINO Allestimento atrio ex Accademia

14 Febbraio 1995

Iniziativa per il giorno di San Valentino

Comune, una rosa a tutte le coppie.

 

SARA’ una festa di San Valentino particolare quella di oggi. Il Comune dell’Aquila ha voluto caratterizzare il giorno degli innamorati con una iniziativa che è stata denominata «Attimi d’amore». L’organizzazione è stata curata dall’assessorato alla promozione culturale. Oggi due musicisti eseguiranno brani in alcune zone del centro storico, e in particolare, alle 18, dinanzi all’ex Accademia di Belle arti, alle 18,20 sotto i portici del Centro turistico Gran Sasso, alle 18,40 a Piazza Palazzo e contemporaneamente le coppie di passaggio riceveranno in dono una rosa.La performance musicale sarà realizzata dai violinisti Angela Bruccoleri a Gianni Nataloni dell’associazione “Bottega Ars musicalis” mentre l’allestimento della scenografia è a cura degli studenti dell’accademia delle Belle arti.

Sempre il Comune, nell’ambito dell’iniziativa “Poesie sui muri” ha fatto affiggere un manifesto con il testo della poesia “Non c’è amore più grande” di autore anonimo. Un tocco di gentilezza e grazia che nel giorno di San Valentino non guasta.Anche il Centro turistico aquilano del Gran Sasso ha voluto caratterizzare la festa degli innamorati con una iniziativa alla quale è stata data nome “Innamorarsi sulla montagna piu bella dell’Appennino”. Si tratta in sostanza di sconti sul viaggio in funivia e sull’uso degli impianti sconti riservati alle coppie.L’utilizzo della funivia e degli impianti sciistici costerà, ad esempio, solo 15.000 lire a coppia. Sconti anche per chi vorrà mangiare all’ostello e all’albergo. In serata è prevista anche una festa danzante.Intanto ieri il solito via vai nei negozi soprattutto di profumi e di fiori, per i piccoli regali che coppie di fidanzati, ma non solo, si scambiano nel giorno di San Valentino. Per stasera è previsto anche grande affollamento in ristoranti e locali pubblici, soprattutto discoteche.

 

Il Centro, Martedi 14 febbraio 1995

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CONCENTRATI (RISVEGLIA LA TUA MEMORIA) Mostra personale di Antonello Santarelli

29 Ottobre - 10 Novembre 1994

Come è nostra consuetudine, il Centro apre ancora una volta le porte della galleria ad un giovane artista diplomatosi all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila. Per il tipo di lavoro svolto con continuità e con scelte coerenti, condotto ormai da più di dieci anni dalla nostra associazione, non è un caso che giovani talenti come Antonello Santarelli scelgano di esporre in uno spazio inteso come una grande stanza di lavoro, un laboratorio di ricerca e sperimentazione di nuovi linguaggi. In questa stanza, dove le idee vengono esplicitate in “segni”, con Antonello abbiamo parlato a lungo del significato dell’installazione, del modo cioè di segnare uno spazio dato (in questo caso una stanza di m.7,50 x 7,50), in perfetta sintonia con alcune tendenze della ricerca artistica contemporanea. L’idea iniziale ha subito in relazione allo spazio una lenta metamorfosi, un aggiustamento e controllo che conduce ad un risultato soddisfacente, anche se, come del resto è la ricerca, mai conclusivo. Sono propenso a pensare infatti che l’arte è il tutto non la parte, ed esiste come idea che genera altra arte. E’ per queste considerazioni che sentiamo particolarmente vicini gli artisti che, come Antonello, lavorano sul significato e non sulla forma, che espongono quello che non c’è, cioè l’invisibile, tutto quello che sta a monte della forma. Ecco allora che in questa video installazione l’arte è intesa come un grande teatro dell’assenza e della presenza: un modus operandi, inteso come fatto mentale, riferito a tutta quell’arte che da Duchamp in avanti non può che essere, per sua natura, concettuale. Con tali presupposti Antonello Santarelli dimostra di sapersi muovere con grande agilità e di saper osservare, di prestare attenzione critica a quanto avviene oggi in arte. Questa attenzione non può che riferirsi ovviamente a molti artisti, a cominciare da Fabio Mauri, docente della nostra Accademia aquilana, ma anche alle installazioni di R.Wilson, a Cage, Buys, e quindi ai movimenti degli anni ’60 a 70 come Fluxus, Arte Concettuale, Arte Povera, Comportamento. Fare ora delle riflessioni critiche piu vicine al senso generale dell’installazione in questione, significa inevitabilmente essere parziali e riduttivi nei confronti della polisemia dell’opera d’arte. La scrittura infatti per forza di cose è un linguaggio altro nei confronti dell’opera: non la spiega ma le corre accanto. Azzardo tuttavia il mio parziale punto di vista. Lo spazio della galleria è sezionato virtualmente a metà: da una parte il territorio artificiale, con il polistirolo che copre la superflue della terra, e il performer Luigi Verini che fa corpo unico con il televisore (un corpo non vedente, inutile, abbandonato, condannato e incosciente), dall’altra un gigantesco arco in tensione, pronto a scoccare la freccia contro lo schermo televisivo. L’arco è un grande simbolo metafisico, è I’archetipo: possiamo riferirlo alla memoria storica, al mito classico, ma essendo posto dalla parte del pubblico che, come in una rappresentazione teatrale osserva la scena, può rappresentare anche la coscienza critica dell’uomo e dell’intera collettività. L’arco quindi appartiene ad una memoria antropologica, è posto in alto ed è strumento di difesa dell’uomo che deve concentrarsi ed individuare bene I’obiettivo per difendersi dal nemico. Ecco allora due simboli mito appartenenti a diverse epoche della storia che vengono messi a confronto ma che stanno anche per scontrarsi: una scena della storia ed una scena della quotidianità. Nella stanza si avverte una certa tensione, un certo disagio: gli oggetti parlano, sono come le persone. Scritte, oggetti, immagini, suono, rumore del televisore, luci, performer e lo stesso pubblico, che è parte integrante della mostra scena, sono un insieme di elementi che vengo metaforicamente legati gli uni agli altri, permettendo ai signiflcati di insinuarsi da un contesto all’altro. La presenza del televisore non può che farci pensare alle teorie espresse da McLuban (il medium come messaggio e come massaggio, che plasma e modella la vita sociale ed individuale), ma anche alle dichiarazioni di K.Popper recentemente scomparso “…la televisione è il diavolo”. La televisione infatti è violenta, aggressiva, è il luogo della persuasione occulta e quindi manipola il consenso sociale, politico, ed ideologico. Lo schermo è immanentemente bianco e liscio, senza più trascendenza e profondità, ed è in attesa di essere sintonizzato. Non sappiamo quale immagine, quale messaggio, quale informazione arriverà dal mondo. Siamo sospesi a un filo sottilissimo: la freccia dell’arco può partire a colpire l’immagine che comparirà nel televisore. CONCENTRATI IDENTIFICA BENE L’0BIETTIVO RISVEGLIA LA TUA MEMORIA possono essere frasi correlate in difesa della nostra coscienza, assopita e narcotizzata. Tutti allora abbiamo delle responsabilità nei confronti del presente quotidiano poichè non abbiamo più le nostre difese naturali e siamo incerti perfino della nostra esistenza. Quali immagini potranno comparire dal televisore: di pace o di guerra? di bene o di male? di vita o di morte? o forse, per il momento, non c’è niente da vedere? Ancora all’uomo ed alla sua creatività la scelta del proprio destino.

Enrico Sconci

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I GIOVEDÍ DELL’ARTE CONTEMPORANEA Cicli di mostre

Settembre - Ottobre 1994

I “Giovedi dell’arte contemporanea” è un appuntamento settimanale che serve a far conoscere le ampie problematiche dell’arte, relative soprattutto a temi filosofici ed esistenziali. Gli artisti che espongono al Centro Multimediale sono affermati in campo nazionale e sviluppano ricerche riconducibili all’arte contemporanea, in particolare ad alcuni aspetti dell’arte concettuale ed alle modalità comportamentali tipiche dell’installazione. Le varie esposizioni sono accompagnate da proiezioni video sulI’arte contemporanea e sul lavoro sperimentale degli stessi artisti che espongono. Per far conoscere al grande pubblico l’arte dei nostri giorni sono previsti anche incontri con gli studenti delle scuole aquilane. La prima mostra in calendario è quella dell’artista FRANCO FIORILLO. Nella sua installazione emerge il ruolo negativamente “accattivante” degli apparati bellici, così perfettamente macchinati da apparire positivi. Legno, Ferro, Sale sono i tre elementi della naumachia. Il legno è per i vasceIli: le imbarcazioni che si affrontano in battaglia sulle acque. Il ferro è per le armi: gli strumenti attivi in battaglia. Il sale è la parte pungente del mare. Quando la spada colpisce la pelle questi elementi interagiscono, creando un ossido rossastro. Il colore rosso del sangue è dato dalla presenza del ferro. Così come in battaglia.

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