train of life

TRAIN DE VIE Giornata mondiale della memoria

27 Gennaio 2003

Proiezione del film Train de vie. Associazione Culturale “Karta Straccia”. Presentazione di Luca Muzi.

 

Uno shtetl, un piccolo villaggio ebreo nell’Europa dell’Est progressivamente invasa dai nazisti. I quali stanno ormai per sopraggiungere. Che fare? Il matto ha un’idea: raccogliere il denaro sufficiente per mettere insieme un treno, travestirsi da nazisti e da deportati e tentare così di passare le linee. L’impresa ha inizio tra consensi e dissensi (nasce persino un’agguerrita cellula comunista). Si beffano i nazisti, si disorientano i partigiani, ci si incontra (sul piano umano) e ci si scontra (su quello musicale) con gli zingari. Finché si giunge in una terra di nessuno. Ma sarà proprio così? Romeno ebreo, Mihaileanu gira un film che non ha dietro le spalle la spinta della Miramax, ma che ben più di La vita è bella meriterebbe l’Oscar. Perché è girato con mano sicura, perché mescola ironia e profonda conoscenza della cultura ebraica, perché ha una musica travolgente, perché ha una prima e una seconda parte che non formano due film ma un tutt’uno. E perché per la parte del matto fu inviato il copione a Benigni. Non vogliamo parlare di plagio, ma di ispirazione forse sì.

(www.mymovies.it)

Copertina
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QUALI SPAZI PER L’ARTE E GLI ARTISTI Partecipazione al forum a cura di Antonio Zi Marino

21 Dicembre 2002

Partecipazione al forum: “Quali spazi per l’arte e gli artisti”
a cura di Antonio Zi Marino, Provincia di Pescara

forum : ” QUALI SPAZI PER L’ARTE E GLI ARTISTI?”

 

PROGRAMMA:

 

ore 16,00 – interventi:

 

LUCIANO VIOLANTE (Consigliere Provincia di Pescara)

Quale progetto per la nuova pinacoteca-galleria d’arte moderna.

 

ANTONIO GASBARRINI (Critico d’arte)

Immagine e immaginazioni: spazi per la ricerca

 

ENRICO SCONCI ( Direttore M.U.S.P.A.C.)

Problematiche e modalità di gestione dinamica di uno spazio museale ed espositivo

 

 

 

ore 16,30 – dibattito

 

ore 17,30 – break

 

ore 17,40 – interventi:

 

SANDRO SANTILLI (Provveditore agli studi)

Spazi necessari e spazi possibili per l’insegnamento e l’apprendimento dell’arte nelle istituzioni scolastiche

 

MARIO ROSELLI (Assessore alla Cultura Provincia di Pescara)

Volontà progettuali e problemetiche per la realizzazione di spazi culturali da parte di un Ente Pubblico

 

ore 18,00 – dibattito

 

ore 18,50 – conclusioni

 

GIUSEPPE DE DOMINICIS (Presidente della Provincia di Pescara)

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LA SCULTURA SOCIALE DI JOSEPH BEUYS Proiezioni video

16 Luglio 2002

Joseph Beuys (Krefeld 1921-Dusseldorf 1986) fin da giovane era interessato alla scienza e alla tecnologia. Con la guerra é costretto ad arruolarsi nell’esercito nazista come pilota bombardiere di Luftwaffe. Abbattuto sulla Crimea nel 1943 fu soccorso e curato dai tartari delle steppe che lo rianimarono cospargendolo di grasso, avvolgendolo nel feltro e alimentandolo con latte di orsa e miele. Un’esperienza che sarà elemento di riflessione e tratto simbolico di tutta la sua opera definendone la sua immagine di artista-demiurgo e di sciamano, capace di esplorare le forze della natura e di organizzarla e rappresentarle secondo modalità formali che si identificano con una nuova possibilità di visione del reale. Nelle opere di Beuys ritornano, quasi ossessivamente, elementi simbolici come cervi, orsi, renne, cigni, lepri, ferite, pietà, croci, attrezzi militari e sanitari; tra il 1958-1961 utilizza i materiali che più hanno caratterizzato i suoi lavori – rame, legno, feltro, grasso, miele, osso, zolfo, batterie e meccanismi diversi – con i quali crea oggetti o environement funzionanti come metaforici dispositivi energetici e mentali. Nel 1961 occupa la cattedra di scultura monumentale all’Accademia di Belle Arti di Dusseldorf, iniziando un’attività didattica destinata ad esercitare un’influenza marcata sul lavoro e le idee dei suoi allievi (soprattutto Polke, Richter, Palermo e Kiefer). Dal 1962 inizia l’incontro con alcuni esponenti del movimento dei FLUXUS (George Maciunas e Nam June Paik) e questo lo spinge a orientare la sua attività artistica verso l’ideazione e la realizzazione di numerose performances spettacolari di cui si segnalano le più importanti quelle eseguite nel decennio 1963-1974: Le silente de Marcel Duchamp est surestimé, 1963; Le Chef, 1963-1964; Comment expliquer la peinture à un lievre mort, 1965; Eurasia, 1966; I like America and America likes me – conosciuta anche come Coyote -, 1974. Joseph Buys ha percorso la sua ricerca in relazione alla sua visione della società umana come una “scultura sociale” e la sua come un’arte “antropologica” e “popolare” intrisa di uno “stato” permanente di creatività. Anche se l’influsso dell’espressionismo tedesco lo ha spinto verso il celebrativo individuale, egli ha tentato un’operazione corale cercando l’affermazione di una creatività sociale capace di rendere il mondo una scultura con ordinamento creativo e democratico.

Fonte di Guido Faggion. dal sito internet www.bta.it

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STAGE DI PERCUSSIONI Seminario teorico-pratico di musica e strumenti etnici

15 - 16 Giugno 2002

Seminario teorico-pratico sulla musica e sui ritmi etnici.

Temi esposti nel seminario: L’organizzazione dei suoni /  L’opposizione suono – rumore / Gli strumenti musicali / Tempo e metro musicale / Ritmo e Poliritmia /  L’Improvvisazione come “gioco” e rigenerazione dei repertori / Le funzioni della musica / Contributi e prospettive della ricerca etnomusicologica.

Attività pratica:come cambiare una pelle sul tamburo ed accordarlo.

 

 

 

Sabato 14,30 – 18,30

 

Pratica dei seguenti ritmi:

 

FANKANI

Gruppo etnico Malinkè (Guinea Orientale) Regione mandiani, ritmo popolare suonato nelle celebrazioni di luna piena e per dare il benvenuto ai visitanti.

 

MUPEPE

Canto popolare dei Pigmey africani dello Zaire con inclusioni di percussioni vocali

 

NDJE MUKANIE

Gruppo etnico Dagombas (Gana). Ritmo antico di evocazione alla procreazione, con inclusioni di percussioni vocali e corporali

 

LIMBADJITOKO

Gruppo etnico Malinkè (Mali / Guinea). Ritmo precedente ai rituali di iniziazioni e circoncisione “Death Walk”

 

CAPOEIRA / JONGO / BATUQUE

Ritmi di tradizioni Afro-Brasiliane discendenti dagli schiavi Bantu dell’Africa Occidentale che si è sviluppata in Sud America

 

 

 

Domenica 14,30 – 18,30

 

HAGALA

Ritmo arabo proveniente dal deserto Siwah tra Egitto e Libia

Ritmo diffuso lungo il Nilo

 

FALAHI

Ritmo diffuso lungo il Nilo che come Hagala viene danzato sola dalle mogli

 

JHAPTAL

Struttura ritmica (talas) usata nella musica classica indiana (raga)

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