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CORSO DI FUMETTO a cura di Riccardo Amedoro

Luglio 2002 – Marzo 2003


PROGRAMMA DEL CORSO

 

DALLA PROGETTAZIONE ALLA REALIZZAZIONE
LA SCRITTURA DEL FUMETTO
– l’idea’
– il soggetto;
– la scaletta;
– i blocchi narrativi;
– il personaggio;
– la sceneggiatura;
– i dialoghi;
– le onomatopee;
– lo story-board;
– il quadro o vignetta.

IL DISEGNO
– anatomia artistica;
– la prospettiva;
– la caratterizzazione fisica dei personaggi;
– espressione e gestualità;
– gli atteggiamenti;
– i costumi;
– le ambientazioni.

LE TECNICHE DI RIPASSO
– gli strumenti di ripasso;
– uso e lanco e nero ;
– il tratteggio; – le retinature;
– l’illuminazione; – il colore.

LA REGIA E IL MONTAGGIO

LEZIONI DI REGIA
– le inquadrature;
– la regia nella vignetta;
– la regia generale;
– il montaggio.

 

ANALISI E COMPARAZIONE

Dalla presentazione dei personaggi alla regia dei seguenti film:

-“Otto e mezzo” e i “I vitelloni” di F.Fellini dalla scrittura all’immagine;
– “Il fascino discreto della borghesia” di Luis Bunuel;
– “Il cielo sopra Berlino” di Wim Wenders;
– “L’anno scorso a Marienbad” di Alain Resnais;
– “Professione reporter” di Michelangelo Antonioni;
– “Il monello” di Charlie Chaplin;
– “Il gabinetto del dottor Caligari” di Wiene;
– “Nosferatu” di Murnau e di Herzog;
– “Shining” di Stanley Kubrick;
– “Psyco” di Alfred Hitchcock;
– “Film Blu” di Kieslowski;
– “I soliti sospetti” di B. Singer.

 

Dalla presentazione dei personaggi alla regia dei seguenti titolii:
– “Zanardi” di Andrea Pazienza;
– “Dylan dog” di Stano e Sclavi;
– “Alack Sinner” di Munoz e Sampayo:
– “Corto Maltese” di Hugo Pratt;
– “Cin City” di Frank Miller;
– “Batman” autori vari;
– “Ranxerox” di Tamburini e Liberatore.

IL FUMETTO D’AUTORE

Analisi dell’opera dei seguenti autori: – Guido Crepax;
– Jean Giraud (Moebius);
– Tanino Liberatore;
– Lorenzo Mattotti;
– Josè Munoz;
– Andrea Pazienza;
– Hugo Pratt;
– Roberto Raviola (Magnus);
– Igor Tuveri (Igort);
– Albert Uderzo e René Goscinny;

LE SCUOLE

– la tradizione argentina;
– la linea chiara franco-belga
– la scuola americana;
– la scuola italiana;
– le nuove correnti anglosassoni;
– i manga.

COME SI COSTRUISCE UNA RIVISTA

Dall’ideazione alla realizzazione:
– analisi del mercato;
– analisi dei costi;
– studio di fattibilità;
– destinazione per tipologia di pubblico;
– ideazione e progettazione della rivista;
– sviluppo in termini di scrittura e immagine;
– impaginazione e stampa;
– distribuzione;
– la rendita in termini economici e professionali.

 

OBIETTIVI DEL CORSO

A fine corso gli alunni che avranno raggiunto un livello di preparazione adeguato potranno prendere parte alla autoproduzione di una rivista a fumetti edita dal MUSPAC stesso.

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LA MINIERA VERDE Mostra sulle carbonaie di Roberto Soldati

22 - 30 Marzo 2003

LA MINIERA VERDE – MOSTRA SULLE CARBONAIE a cura di Roberto Soldati.

 

 

Il giorno sabato 22 marzo, presso il MUSPAC- Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea, si è tenuta l’inaugurazione della Mosta LA MINIERA VERDE- mostra sulle carbonaie. La mostra, a cura di Soldati Roberto, è stata accompagnata da un numero monografico della rivista del museo ARTetrA riguardante il lavoro svolto fuori regione dai carbonai di Lucoli e Tornimparte. Questo allestimento del museo, arricchito di vari materiali, grazie anche alla collaborazione dell’Associazione Culturale “le Carbonaie” di Tornimparte, è rientrato nel progetto europeo di Cultura 2000, svolto in collaborazione con la Regione Abruzzo, il Museo della Lana di Scanno, e il laboratorio di Lettura e scrittura dell’Università di Siena. Gran parte delle foto storiche esposte, scattate tra il 1926 ed il 1935 dal geometra Giovanni Pontino, all’epoca della bonifica, sono state recuperate da Roberto Soldati tramite il Consorzio della bonifica di Latina. Per l’occasione Roberto Soldati ha presentato il film “La stagione delle carbonaie” e sono stati esposti visori stereoscopici 3D ad alta definizione d’immagine.

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PALLADIO – MOZART La sintesi tra rinascimento romano e universo veneto

19 Marzo 2003

Conferenza dell’arch. Paola Ardizzola su Andrea Palladio: la sintesi tra Rinascimento romano e universo veneto. Presso Università G. D’Annunzio – Chieti.

 

 

Proiezione del film “Don Giovanni”: Conferenza sui luoghi palladiani, scenario della tragedia mozartiana

 

 

L’Ouverture del Don Giovanni inizia sugli ampi, solenni accordi, neri con barbagli di fuoco, della Punizione mediante la Morte. Accordi prolungati in cui dominano gli ottoni, simili – ma consonanti – a quelli che, dissonanti, sottolineeranno l’ingresso del Commendatore, il convitato di pietra, nella sala della cena funebre – allorchè, accettando l’insolente invito dell’erotico assassino, la Statua, uscita dal cimitero, verrà ad intimare il pentimento all’anima e poi a trascinarla via. Accordi «fortissimo» in re minore – la tonalità tragica di Mozart – su tonica e dominante, sollevati all’interno da un ritmo insistente e prolungati con accento dolente in un’ultima nota degli archi nel registro grave. Subito dopo si leva dal quartetto un elemento scandito, ostinato, implacabile – un impulso lungo seguito da uno breve – che sembra imporre il movimento di un Passo, dell’avanzata verso una méta. Sovrastando questo ritmo si diffonde una successione discendente di toniche e dominanti maestose – espressa dai legni, cui vengono ad aggiungersi gli ottoni – che traccia lo schema di quello che più avanti sarà il primo appello della Statua: “Don Giovanni!”. E tutto ciò introduce al gemito, al lamento, al pianto infantile della creatura gettata nel mondo del dolore: una breve frase sincopata dei violini, di quattro sole battute, ma che sembra coprire tutta la durata del nostro essere. E’ lo stesso gemito che più avanti salirà immediato dall’anima di Don Giovanni in risposta all’appello della Statua. Il gemito, a sua volta, dà origine a larghi movimenti intrisi di lacrime, che grondano sull’intera orchestra per arrestarsi davanti a nuovi accordi possenti, posti qui come frontiere del Destino; infine sopraggiungono le scale ascendenti e discendenti, le scale caratteristiche dell’Ouverture del Don Giovanni, che si dilatano per poi afflosciarsi bruscamente, e salgono per semitoni o toni interi, su armonie mutevoli; scale della disperazione, saranno le armi del commendatore nella sua missione punitiva, e già preannunciano lo spalancarsi dell’inferno. L’opera che inizia è una cruda tragedia. Ma appena ne siamo compresi e impressionati già muta completamente lo spirito: ecco irrompere all’improvviso, brillante e terso, uno spensierato uragano di desiderio, la vita lanciata all’inseguimento. La catena ininterrotta del sentimento con i suoi guizzi, lo stimolo continuo e gioioso della carne, l’allegria, la giovinezza e la sfida: cose umane talmente sfavillanti che il peccato, un attimo prima incombente e oppressivo, diventa improbabile ed irreale. Don Giovanni – peccatore senza peccato – ha iniziato la sua corsa; lo scortano splendidi volti di vivezza sonora, oggetti del suo desiderio; e la nostra simpatia è tutta per lui. Lo sviluppo rigoroso e perfetto della Musica ci incatena a Don Giovanni, ci ammalia con delizie sempre nuove, accumula i conflitti senza risolverli, mette a tacere i nostri timori – sino ad arrivare piano piano al finale, appagante, prodigiosamente dolce e toccante: un sospiro. Fin dalla sua prima espressione orchestrale, questa Musica dà quindi l’impressione di un irrompere; è nata con il potere di sedurre e di soggiogare. Ci sentiamo pervasi e trascinati dalla sua forza, carica di una straordinaria tensione che per tutto il primo atto non si allenterà neanche un attimo, ed è destinata ad aumentare via via che si procede verso il cupo finale dell’opera. Una simile tensione quasi travalica l’umano; perciò non cesserà di procurarci piacere e angoscia insieme. Se in certi momenti è paragonabile alla misteriosa concitazione del delirio, in altri può essere vista come la potenza naturale del fiotto di sangue che sgorga da un petto -ammesso che il sangue possa sgorgare da un petto lasciandolo intatto. Soffermiamoci ancora un po’ su questa seconda immagine, perché l’intera opera è incentrata su una vita fin troppo ricca e desiderosa di vivere e di morire. Ed è proprio qui che rivela l’animo di Mozart. Le gioie e le pene non possono rimanere inerti: Don Giovanni non ha tregua; l’amore non ha limiti; la felicità e il dolore non avranno né risoluzione né termine, se non in Don Giovanni stesso e nella sua esistenza. Ecco dunque tutto lo sfavillìo su Don Giovanni e sulle sue gesta, tutta la cupezza sul resto. Una cupezza talmente profonda e presaga della fine da avvolgerci nelle sue spire; eppure mai ci abbandona un senso di tenerezza; così come l’ironia ci trattiene sempre dal disperare: giacchè è sotto un manto di gaiezza che ogni nota esprime la più nuda verità. In quest’opera ispirata, l’istinto può giungere ad una tale Isteria – nel senso sacro del termine – a una tale varietà di ebbrezze e annullamenti, di positività suprema e di negatività assoluta, che siamo costretti (noi che abbiamo le sue stesse inclinazioni) a saltare insieme con lui da una sfera all’altra, anche noi, come lui, senza tregua. Ci stiamo avventurando nei bui recessi dell’uomo, e tuttavia non lasceremo mai la cornice intensamente dorata della perfetta bellezza chiarificata e delucidata.

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LEAVES Mostra d'arte contemporanea

08 - 22 Marzo 2003

Mostra d’arte contemporanea “LEAVES”

Chiesa di S. Apollonia – Salerno. In collaborazione con “Codice Ean”, Associazione per l’arte contemporanea – Napoli.

CODICE EAN nasce a Napoli nel febbraio del 2001. La ricerca di spazi possibili per la sperimentazione, di momenti di confronto e di relazione tra gli artisti, il bisogno di favorire scambi ed intrecci tra settori e discipline differenti, il tentativo di spezzare il cerchio in cui l’arte contemporanea da tempo appare – irrimediabilmente? – chiusa, sono alla base della sua fondazione, del suo proporsi laboratorio indipendente intorno al contemporaneo. Da questi presupposti è facile comprendere la scelta di far propria e presentare LEAVES.
L’idea di Antonio Picardi è all’inizio una semplice richiesta di collaborazione, di un fare per. Chiede ad amici ed artisti di raccogliere foglie; le foglie si trasferiranno così – attraverso la semplice tecnica del frottage – dai viali e dai giardini alle pagine, ai fogli, dei suoi libri d’artista. Ma artisti ed amici ben presto non si accontentano più del loro ruolo di raccoglitori, fanno domande, avanzano dubbi e richieste, propongono. S’inizia, insieme, a parlare di foglie. Di tutto questo Leaves ne è il racconto. Il discorso prosegue, in catalogo, edito da MUSPAC EDIZIONI, grazie ai contributi di Vinni Lucherini, ricercatrice di Storia dell’arte medioevale, di Vincenzo Cuomo, studioso di estetica, di Rolland Caignard, poeta e letterato. Nuove, altre, voci si aggiungono ancora una volta per proporre ulteriori aperture, prospettive, differenti punti di vista. Il percorso, ancora, si arricchisce qui a Salerno, nella Chiesa di S.Apollonia, con la presentazione del Libro d’Artista “L’alfabeto dell’angelo” di Sergio Vecchio, testo a cura del prof. Aldo Masullo, edito da Il Laboratorio di Noia, e della collana Librid’Arfisfa, undici libri d’artista editi da Morgana Edizioni (Firenze) per sopraTUTTOLIBRI (Prato). Fogli. E foglie.

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Città ideale

IL RINASCIMENTO: ISTITUZIONI E SOCIETA’ Conferenza della Prof.ssa Silvia Mantini

06 Marzo 2003

Silvia Mantini : ricercatore presso l’Università degli Studi dell’Aquila, Dipartimento di Storia e Metodologie Comparate

 

 

ELENCO DELLE PUBBLICAZIONI (in ordine cronologico)

 

Monografie e volumi: 1 – Silvia Mantini, Lo Spazio sacro della Firenze medicea. Trasformazioni urbane e cerimoniale pubblico tra Quattrocento e Cinquecento, Firenze, La Loggia dei Lanzi, 1995 pp. 292 2 – Silvia Mantini, Harem. Storia di un mondo di donne, Dossier allegato alla Rivista “Storia e Dossier”, diretta da G.Clemente e J. Le Goff, anno XIII, n.128 giugno 1998, pp.3-61 3 – Silvia Mantini, a cura di, Margherita d’Austria. Costruzioni politiche e diplomazia tra corte Farnese e Monarchia spagnola, Roma, Bulzoni, 2003 4.-. Silvia Mantini, L’Aquila spagnola. Società e cultura all’Aquilatra i secoli XVI e XVII (in corso di stampa) Articoli e saggi: – Per un’immagine della notte fra Trecento e Quattrocento, in “Archivio Storico Italiano”, diretta da E.Sestan, fasc.IV, (1985) pp.565-594 II – Istituzioni giudiziarie e criminalità: un dibattito pisano, in “Ricerche Storiche” 3, (1988), pp.170-183 III – Notte in città, notte in campagna tra medioevo ed età moderna in La Notte, a cura di Mario Sbriccoli, collana di “Laboratorio di Storia” diretta da Sergio Bertelli, Firenze, Ponte alle Grazie, 1991, pp. 30- 45 IV – “…Et chi vi andava una volta vi sarebbe andata sempre”. Una storia di streghe in M. Lombardi, S. Mantini, S. Nannipieri, A.Orlandi, Gostanza, la strega di San Miniato, a cura di Franco Cardini, con un excursus di Adriano Prosperi, Bari, Laterza, 1989, pp. 5-25 V – Gostanza da Libbiano, guaritrice e strega (1534- ?), in Rinascimento al femminile, a cura di Ottavia Niccoli, Bari, Laterza 1991, pp. 143-162 VI – Le “Ben regolate città”. Riflessioni sulla classe dirigente dello Stato pontificio in età moderna in “Rassegna degli Archivi di Stato” 2 (1994) pubblicato nel novembre 1995 , pp.436-447 VII – Un recinto di identificazione: le mura sacre della città, in “Archivio Storico Italiano” fasc.II (1995), pp.211-261 VIII – Cerimoniali pubblici e rituale politico: riflessioni su linguaggi e simboli del Rinascimento e del periodo Giacobino in “Abruzzo Contemporaneo” n.3 (1996) pp. 131-146 XI – La Storia delle donne in Italia: percorsi culturali e nuove proposte negli attuali indirizzi storiografici in “Annali di Storia Moderna e Contemporanea” 3 (1997) pp. 349-381 XII – Dalla corte inglese alla tenda dell’harem: il viaggio di Lady Montagu, in Dinora Corsi, a cura di, Altrove. Il viaggio delle donne dall’antichità all’età contemporanea, Palermo, Viella, 1999 XIII- Lady Montagu e il mondo femminile turco in S.Marchese, I contratti nuziali nell’Egeo e l’harem ottomano, Napoli E.S.I., 2000 XIV – Women’s History in Italy: Cultural Itineraries and New Proposals in Current Historiographical Trends in “Journal of Women’s History” , vol.12 n.2 summer 2000 XV – Cerimonie, ingressi, funerale: simboli e potere di Margherita d’Austria in Margherita d’Austria. Costruzioni politiche e diplomazia tra corte Farnese e Monarchia spagnola, a cura di Silvia Mantini, Roma, Bulzoni, 2003 XVI- Dentro e fuori dal Palazzo: il potere e la mediazione di Margherita  d’Austria (1522-1586) in Donne di Palazzo.