01 – 13 Luglio 1996
Il 1 luglio presso i locali del Museo sperimentale d’Arte contemporanea è stata inaugurata la mostra dal titolo “L’arte povera italiana”. Sono state esposte opere di Kounellis, Paolini, Pistoletto, Merz, Mattiacci, Calzolari e Zorio. L’arte povera è “una sorta di condizione in cui si sperimenta il vivere”. In effetti gli artisti che adottano questo tipo particolare di espressione artistica rinunciano al ruolo di “Vate” rifiutando la funzione didascalica dell’arte non più vista come apportatrice di valori, come forza ricca di intenti “sociali” e come mera rappresentazione o descrizione della natura. L’arte è per loro solo l’aspirazione alla “dilatazione della sfera del sensibile, prova di esistenza contingente e precaria”. Le loro creazioni, spesso senza nome (senza identità), sono frutto e causa insieme della scoperta di sé: attraverso la scoperta e la presentazione del valore magico degli elementi naturali, gli artisti si rappresentano. Il loro rapporto col mondo non avviene più attraverso le immagini-veicoli di idee e di cose-strumenti di insegnamento, ma con le immagini e con le cose. L’immedesimazione con la cosa e con la materia è totale ed intima, sino a far sì che esse diventino vere propaggini di sé, del proprio corpo e della propria anima. Così come sentono e agiscono l’arte, gli artisti vivono ed agiscono la realtà, in una sorta di balletto elementare e spontaneo senza più costruzioni e sovrastrutture intellettualistiche.