03 - 10 Ottobre 2013
In occasione della Nona Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI, il MU.SP.A.C. presenta la mostra d’arte contemporanea dal titolo “ARTE POVERA – ARTE CONCETTUALE”. In esposizione opere di Joseph Beuys, Jannis Kounellis, Mario Merz, Michelangelo Pistoletto, Gilberto Zorio, Pier Paolo Calzolari, Fabio Mauri, Giulio Paolini, Luca Maria Patella, Vettor Pisani, Gino De Dominicis, Giuseppe Chiari.
Joseph Beuys “utilizza la storia come conduttore e amplificatore dell’attività creatrice, la sola che possa sottrarre l’individuo alla parzialità in cui vive per riportarlo in una dimensione di totalità, in cui si ritrovano le istanze antropologiche dell’uomo” (A. Bonito Oliva).
Jannis Kounellis ha sempre praticato “l’Arte come urto e come urlo che cerca nei fatti il punto di frattura e di confine, dove la furia del singolo trapassa nella storia e nel sociale, come opposizione e critica al mostruoso universo del conformismo” (G. Celant). Tutte le sue installazioni e performances tendono a sottolineare l’impiego diverso della sensibilità tesa ad una visione del mondo in cui la cultura si ricongiunge alla natura.
Mario Merz ha operato con riferimento costante alla progressiva crescita della forma e dell’energia fisica e mentale in base alla serie numerica di Fibonacci.
Michelangelo Pistoletto, con le sue superfici specchianti, testimonia una dualità tra immaginario e reale, tra rappresentazione e riflessione di sé. Il rapporto non è più unidirezionale ma dialettico. Riguarda la possibilità di interazione tra originale e copia, tra mimesi e realtà, tra istantanea ed istante, tra fissare e scorrere.
Gilberto Zorio è interessato, fin dagli esordi, alle caratteristiche volubili della materia e si concentra sul portare alla luce elementi magici, alchemici, intrinseci ai materiali, nell’attesa di far comparire le variabili che designano mutazioni formali.
Il lavoro di Pier Paolo Calzolari è denso di riferimenti poetici e letterari. Silenziose apparizioni, pulsazione della materia e un senso di malinconia attraversano la sua opera, che assume spesso anche caratteri metafisici ed esistenziali.
Fabio Mauri, attraverso la sperimentazione di diversi linguaggi artistici, ha lavorato attorno al tema dell’ideologia nell’arte, ha indagato sulle tematiche della guerra, del Fascismo, della memoria storica e sui risvolti sociologici di alcuni modelli comportamentali e di comunicazione.
La riflessione di Giulio Paolini si estende al problema dell’arte come rispecchiamento, ribaltamento, autorappresentazione. La pittura è per lui qualcosa di compiuto e definitivo: un contenitore di tutte le opere passate e future, una totalità che implica tutto il dipingibile.
Luca Maria Patella utilizza, per le sue ricerche, numerosi media espressivi sperimentali, indagando le complesse relazioni semantiche e tecniche tra arte e scienza.
Il lavoro di Vettor Pisani, ricco di riferimenti alla tradizione della storia dell’arte e della cultura, è caratterizzato da richiami all’esoterismo, alla simbologia dei Rosacroce e della Massoneria, mantenendo sempre una forma di teatro comico-didattico.
I lavori di Gino De Dominicis riflettono con ironia su temi senza tempo come la gravità, l’immortalità, l’invisibilità, il mistero della creazione, le tradizioni occulte, il significato della materia, il senso ultimo delle cose.
Giuseppe Chiari, sostenitore dell’interazione tra musica, linguaggio, gesto e immagine, ha elaborato azioni che si ricollegano alle esperienze neodadaiste e concettuali: brevi brani confluiscono, di volta in volta e senza un ordine prestabilito, in complesse pièces musicali, tese a esaltare la libertà espressiva e il concetto di indeterminazione del fare artistico.