8-16 Marzo 2008
Titolo singolare per una realtà
plurale. Singolare, perché ogni cuore è
forma e realtà soggettiva. Plurale, perché
si manifesta nella pluralità di una energia
espressiva, evocatrice di suggestioni
individuali.
Trenta cuori, uno al giorno per circa
un mese, a voler scandire in
sequenza la cronaca del nostro
tempo,solo all’apparenza delirante,
ma fin troppo vera.
Trenta cuori in nero. Il nero come colore
estremo per realtà ai margini, ma anche il
nero come non colore per realtà nascoste, trasparenti agli occhi dei più.
Il nero come somma di tutti i colori a voler
sottolineare che le negatività sociali
hanno echi in tutto il mondo, senza
differenze di razze e culture.
Trenta cuori come trecento giorni di
lavoro nero e sommerso; come
tremila abusi sessuali perpetrati su
soggetti indifesi; come trentamila
bambini oltraggiati; come
trecentomila urla nel silenzio; come
trenta milioni di lacrime versate oggi,
come ieri.
Trenta cuori da acquistare e vendere al
mercato globale.
Trenta cuori più due: uno a
significare l’estrema violenza, la
privazione della libertà, esercitata
con la forza, sintesi finale, preludio di
morte. L’altro a indicare la speranza
di un riscatto possibile
nell’essenzialità che,
soggettivandosi, può crescere ed
espandersi, così come l’impasto
lievita e diventa pane e cibo per una nuova fame di vita.