7 - 10 Aprile 1988
Una ricerca del professor Mayr
E’ in corso da ieri al Quarto di Santa Giusta (e durerà fino a domani) una ricerca del tutto particolare e, per coloro che vi sono coinvolti, estremamente interessante. L’indagine è funzionale ad uno studio dal titolo emblematico, «Il tempo scompigliato», e si snoda infatti sull’esperienza soggettiva del tempo e, in particolare, su come diverse persone possano rappresentare ed esprimere in forma grafica, sonora e gestuale alcuni specifici aspetti del loro tempo personale.
Patrocinato e finanziato dal Consiglio nazionale delle ricerche, lo studio è condotto dal musicologo Albert Mayr, membro della Società internazionale per lo studio del tempo, ed ha per soggetto un gruppo di volontari che non solo si prestano quale ‹‹materiale umano›› alle varie esperienze proposte dal professor Mayr, ma contemporaneamente acquisiscono anche una più consapevole percezione del loro tempo personale. La ricerca, iniziata ieri e durata fino a sera, prosegue oggi con un incontro, sempre al Quarto di Santa Giusta, dalle 15 alle 18 ed uno successivo dalle 19 alle 20, e si concluderà domani, rispettando lo stesso orario. Materiali da: “Indagine interdisciplinare sui codici analogici soggettivi per la rappresentazione dell’esperienza e della progettazione temporale individuale e di gruppo” (A. Mayr, E. Pessa, G. Di Bartolo, A. Colimberti, G. Montagano); “Ricerca sulla nozione di anno, secolo, storia nell’età scolare” (P. Reale); “Seminario di analisi spazio temporale” (M. Archetti, A. Mayr, G. Pizziolo); “Le reazioni periodiche oscillanti” (P. Manzelli). I materiali di questa mostra, pur nella loro diversità e nella diversità degli intenti e delle occasioni che hanno portato alla loro produzione, hanno questo in comune: sono esempi di come si possa recuperare un immaginario temporale analogico, che si manifesti dunque in configurazioni visuali, sonore, gestuali, che superi la scissione tra componente funzionale e componente estetica e arrivi a sottrarre il tempo vissuto all’attuale gestione, concettuale e operativa, pesantemente alfanumericalquantitativa.
L’impostazione della mostra che giustappone materiali di ricerca scientifica e artistica e materiali che si collocano nell’interfaccia tra i due campi è didattica nell’accezione lata del termine, vuole fornire strumenti metodologici e operativi per le più diverse occasioni formative, tra cui anche la scuola dell’obbligo e superiore.