Giovedì 21 settembre 2022, alle ore 17,00 nell’ambito della manifestazione Follie d’Estate dell’Associazione 180 Amici, presso il Museo MUSPAC, in via Ficara – Piazza d’Arti sano state esposte diverse opere, che in vari modi si collegano al tema della follia.
Di rilievo internazionale sono le opere grafiche di Vettor Pisani (Bari,1934 – Roma, 2011) uno dei più interessanti e controversi protagonisti dell’arte contemporanea italiana.
La lettura “mitica” della sua storia personale e visionaria, i ricordi dell’infanzia, le ricerche sull’esoterismo, le citazioni con le foto e il calco di Sigmund Freud, i viaggi dalle tenebre del mondo sotterraneo alla luce, i labirinti tra sfingi e tartarughe, madonne e pianoforti rovesciati, il tema dell’onirico “immaginario delirante” che mette in connessione eros, ironia e un indicibile teatro della crudeltà: questi sono alcuni dei temi trattati nelle sue opere. A queste ne vengono affiancate altre sull’immortalità dell’anima di Gino De Dominicis.
Nel mese di maggio del 1990 Vettor Pisani, che incontrammo nella sua casa romana, con grande generosità dedicò al secondo numero della nostra rivista “ART e TRA” un disegno dal titolo “Virginia la bambina tre puntine e Germano” (Baby Rose e Gerry) 1989, comprendente anche la “E” di copertina, ripetuta in una pagina interna con i seguenti versi:
Inno al coniglio
Salve coniglio, candido animale
Dove vai errando per i tremila mondi
Odorosi di fico!
Un significativo testo di Mimma Pisani, dal titolo erotismo e voyeurismo nell’opera di Vettor Pisani, inquadra magistralmente l’opera dell’artista.
Tra le numerose opere di Vettor Pisani ricordiamo “L’eroe da camera. Tutta l’arte dal silenzio di Duchamp al rumore di Beuys” o “Lo scorrevole”, 1972.
Le numerose e qualificate iniziative intraprese da diversi anni dall’Associazione 180 amici per la tutela della salute mentale e dal presidente psicologo dott. Alessandro Sirolli con la creazione del Museo della Mente, ci fanno ricordare, fra le tante in ambito italiano, quella di Venezia nell’Isola di San Servolo, attuale sede della VIU – Venice International University, che ha ospitato per oltre due secoli un manicomio, ora restaurato e restituito alla città come centro di alta formazione che ogni anno accoglie studenti ricercatori e docenti da ogni parte del mondo. In quegli spazi Achille Bonito Oliva, nel 2007, presentò “L’Isola Interiore: Isolamenti e Follia” tematica affrontata da Vettor Pisani che, come evidenziato nel testo critico è “ Artista dissacrante e fortemente impregnato del senso della storia, intesa come pensiero e visione del mondo. Vettor Pisani assume come punto di partenza Marcel Duchamp e Joseph Beuys, passando per echi massonici e rosacrociani, riferimenti simbolisti, filosofici, psicanalitici, in cui fotografia, scultura, installazioni e performance indagano, con ironia intelligente e necessaria, passioni e miti…” La sua vita, il suo comportamento è stato un enigma, un rebus esoterico, un’opera in bilico fra ironia e scienza occulta, che sta a dimostrare l’inaccessibilità della vera anima dell’artista, che pur rimanendo nascosta, si rivela simbolicamente attraverso l’opera.
Purtroppo i drammi della vita e della sua arte totale hanno spinto l’artista al limite della follia, con la scelta estrema del suicidio.
Presso il MUSPAC sono state esposte anche altre opere di diverse generazioni come quelle degli artisti aquilani Gino D’Alfonso e Armando Gioia, anch’esse spinte dalla follia poetica, che ha una polivalenza di significati, in linea con le Avanguardie storiche degli anni Venti, in particolare con l’Espressionismo tedesco la cui arte fu considerata dai nazisti folle e degenerata, in realtà era espressione di un disagio esistenziale che reagiva al dramma della guerra.
Due linee dell’arte moderna quella di Van Gogh e quella di Picasso con “Les demoiselles d’Avignon”,1907 e Guernica (26 aprile 1937) ci hanno insegnato molto della vita e dell’arte.
Alla follia dell’arte possiamo collegare l’avventura dei Surrealisti con “L’amour fou” l’amore folle e rivoluzionario del teorico del movimento André Breton. Sosteneva Duchamp, genio del XX secolo, che “l’Arte, come l’amore, non si può spiegare con le parole” (Duchamp).
Nell’amore il linguaggio collassa: “mi fai impazzire, con te perdo la testa”, come nell’arte la ragione, la semplice funzionalità, è messa fuori gioco.
Altre opere della collezione permanente riguardano gli artisti delle neo avanguardie degli anni Sessanta e Settanta e quelli del movimento FLUXUS che parte da Duchamp (padre spirituale dell’Arte Concettuale) e Cage, grandi studiosi della mente umana che hanno “messo a nudo” la società e rivoluzionato il linguaggio artistico e musicale con il loro “silenzio”.
Le opere di Beuys sulla Difesa della Natura e sulla teoria della Scultura sociale sono quanto mai attuali. Continuiamo a conservarle ed esporle seguendo la sua lezione dell’ARTE come vera “scienza della libertà” e FOLLIA che, secondo Platone, fu un dono elargito agli uomini dagli déi.