Nata il 3 aprile 1959 a Roma, dove vive e lavora. Il suo lavoro comprende pittura, libri d’artista, installazione, video, fotografia, performance.
Espone dal 1984. Il suo primo lavoro video, Mobile–Immobile, è stato presentato nel 1996 al XVII Festival International de la Vidéo di Locarno. Ha partecipato a numerose rassegne e festival video; a mostre collettive e personali in gallerie e musei in Italia, Ecuador, Egitto, Francia, Germania, Indonesia, India, Iran, Marocco, Olanda, Svizzera, Thailandia, Turchia.
Al centro dell’attività artistica di Silvia Stucky vi sono l’acqua e la semplicità del quotidiano. Della prima, l’artista osserva l’immobilità nella mutevolezza; della seconda, la profondità che vi si può cogliere.
Dal 1999 l’artista inoltre lavora con la fotografia sul tema del paesaggio plasmato dall’intervento umano, in cui coglie le costanti che si manifestano al di là delle differenze geografiche.
Le sue mostre personali recenti sono: 2010, I giardini celesti, ArteProfumi, Roma; 2009, Il corpo pensato, (nell’ambito di Testi e Testimoni. Incontri per riscoprire libri e storie), Casa della Memoria e della Storia, Roma; 2008, Il sussurro del mondo, MLAC Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, Sapienza Università di Roma; 2007, Le jardin intérieur, TraLeVolte, Roma; 2006, Writ in Water. Ode to mutability, The Keats-Shelley House, Roma; 2004, Come l’acqua che scorre, Istituto di Finlandia, Roma; 2003, Osservare il sussurro del mondo, Porta degli Angeli, Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, Ferrara; 1998, Seguire il modo di comportarsi dell’acqua senza averne uno proprio, Change, Roma.
Tra le principali mostre collettive recenti: 2011, L’Artista come Rishi, Museo d’Arte Orientale “Giuseppe Tucci”, Roma; 2010, Portatrici d’Acqua, Mattatoio, Roma; 2009, La musica da vedere, (nell’ambito del XLVI Festival di Nuova Consonanza), American Academy, Roma; Carte7. Works on Paper by Seven Italian Women Artists, Istituto Italiano di Cultura, New Delhi; VI Biennale Libro d’Artista Città di Cassino, Biblioteca Comunale, Cassino; 2008, Basta!, Gutleut15, Francoforte; 2007, Autobiografia/Autoritratto, Museo H.C. Andersen, Roma; 2005-06, Me myself & I, Gutleut15, Francoforte, e itinerante (Glue, Berlino; Konsortium, Düsseldorf; Hobbyshop, Monaco; Arti & Amicitiae, Amsterdam); 2005, IV Biennale Libro d’Artista Città di Cassino, Biblioteca Comunale, Cassino; Outcomeout. L’identità molteplice della pittura, Soligo Artproject, Roma; 2004-05, Het Eeuwige Lichaam – The eternal body, Deutsche Akademie Villa Massimo, Roma; Universiteitsmuseum, Utrecht; 2004, Carte7. Opere su carta di sette artiste italiane, Niavaran Art Foundation, Teheran; 2002-03, Torre della pace – Le strategie dell’arte contro le strategie della violenza, Roma, Pesaro, Urbino; 2002, Accords of Light, National Gallery, Bangkok; 2001, Elettroshock. 30 anni di video in Italia 1971-2001, Acquario Romano, Roma.
Hanno scritto sul suo lavoro: Silvia Bordini, Rossella Caruso, Enrico Crispolti, Manuela De Leonardis, Gabriella De Marco, Bruno Di Marino, Patrizia Ferri, Francesca Gallo, Marie Eve Gardère, Roberto Lambarelli, Simonetta Lux, Patrizia Mania, Enrico Mascelloni, Lucilla Meloni, Peter Nesteruk, Cristina Nisticò, Michiko Nojiri, Augusto Pieroni, Cesare Sarzini, Edith Schloss, Mary Angela Schroth, Domenico Scudero, Enrica Torelli Landini, Laura Turco Liveri.
Le silence habité des maisons
stampa plotter professionale su carta Hahnemühle Rag Pearl 320 g/mq
27(h) x 36 cm
2010
L’opera è stata gentilmente donata dall’artista al MUSPAC, per la ricostituzione
della collezione permanente, gravemente danneggiata dal sisma del 6 aprile 2009
“Ho scelto un’immagine da un gruppo di foto della mia ultima personale, che hanno come titolo “Le silence habité des maisons”. Sono immagini di case, facciate, cortili, quasi tutte foto fatte a Tangeri.
Il titolo – che è anche quello di un mio video del 2002 – è tratto da un quadro di Matisse del 1947, che era stato a Tangeri nel 1912 e ‘13. Il video del 2002 era accompagnato da queste frasi:
«Ogni piccola cosa che accade tutti i giorni è degna di attenzione, di un’attenzione che guarda il mondo vedendolo dentro, dietro; come fossi non io, ma quello che guardo, quello che ascolto, il tempo che scorre.
Attenzione, apertura, attesa: se si fa di tutto questo la propria regola, la propria azione, la propria volontà, si arriva a superare le regole, l’azione, la volontà.
“Ciò che io sogno è un’arte d’equilibrio, di purezza, di tranquillità”, scriveva Matisse nel 1908. La purezza e la tranquillità, secondo il Tao Tê Ching (cap. XLV), sono la regola del mondo.»
Voglio donare questo mio lavoro come augurio che il silenzio delle case dell ’Aquila torni ad essere un silenzio abitato: un silenzio fatto di piccole cose quotidiane, di tranquillità, ma anche di progetti, di vita vera dentro la città”.
Silvia Stucky