Si è diplomato al Liceo Artistico di Pescara e successivamente in Pittura all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila discutendo una tesi in Estetica sulla fenomenologia del “Silenzio” con Massimo Carboni. Nel 2011 è stato invitato alla 54° Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia, Padiglione Italia (Arsenale).
Determinanti nella sua formazione gli incontri con Fabio Mauri (performer nel 1997 in “Che cosa è il fascismo” alla Kunsthalle di Klagenfurt e successivamente suo assistente) e Jannis Kounellis (Seminario-Laboratorio nel 1998 a L’Aquila curato da Sergio Risaliti). Nel 2006 nello spazio di Viafarini a Milano, ha partecipato al workshop con Antoni Muntadas curato da Gabi Scardi. Tra i vari premi: nel 1999 ha ricevuto da Alfred Pacquement (Centre George Pompidou) “Le prix des Jeunes Createurs” all’Ecole Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi. Nel 2010 la Logos edizioni ha pubblicato un volume a lui dedicato, a cura di Francesco Poli e Massimo Carboni. “Termoformatura in polistirene” è la definizione tecnica del procedimento sfruttato dall’artista per realizzare gran parte dei suoi lavori, l’appropriazione di tale processo materico lo rende artista unico nel panorama italiano e internazionale. Dal 2013 è rappresentato dalla galleria Gowen Contemporary di Ginevra. Attualmente è docente di Plastica Ornamentale, Tecniche Plastiche Contemporanee e Disegno per la Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Frosinone. Vive e lavora a Pescara.
info: www.ginosabatiniodoardi.com
Nell’opera “Impossibilità Espressa,” viene operata subito una scelta di campo che si pone in netta distanza dalla pseudo-spontaneità di certa arte informale ed espressionista. Si avverte in quest’opera un atteggiamento di astinenza espressiva tipica dell’arte minimalista, un minimalismo caldo. L’artista crea una struttura geometrica di mensole con sopra quindici bicchieri di vetro contenenti un liquido rosso, tecnicamente reso solido in modo da creare un trompe d’oeil: un solido che finge di essere un liquido che sta per uscire dai bicchieri come se questi si trovassero su un piano inclinato. Ciò testimonia come l’arte sia continuamente in uno stato di precarietà, sebbene sia in grado di sfidare qualsiasi legge, anche quelle fisiche.