Vettor Pisani, architetto, pittore e commediografo, nasce a Napoli il 12.7.1934. Nel 1970 si trasferisce a Roma, dove tiene la sua prima mostra personale presso la Galleria La Salita dal titolo “Maschile, femminile e androgino. Incesto e cannibalismo in Marcel Duchamp”. La dottrina dei Rosacroce, i riti alchemici e le filosofie esoteriche sono alcuni dei riferimenti contenuti nei lavori esposti, incentrati sul mistero della Sfinge, sul mito di Edipo e sulla figura di Duchamp. Tra i lavori esposti citiamo Suzanne in uno stampo di cioccolato, una testa muliebre di cioccolato sulla quale pende un peso per esercizi ginnici, e Carne umana macinata, carne macinata avvolta in plastica trasparente che, nel corso della mostra, imputridisce. Sempre nel 1970 ottiene il Premio Pino Pascali attribuito dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna. Agli inizi degli anni Settanta si dedica all’arte teatrale, realizzando alcune scenografie. In queste prove è evidente che il teatro è per lui luogo iniziatico e metafora, dove convergono archetipi dell’immaginario collettivo, rimandi simbolici e mitologici. Nel 1972 viene invitato a “Documenta 5” di Kassel ed espone Lo scorrevole. Nel dicembre 1975 realizza alla Galleria Sperone di Roma l’azione Il coniglio non ama Joseph Beuys, replicata a Bologna nel 1977, che propone una riflessione critica sulla poetica dell’artista tedesco. Nel 1976 presenta alla Biennale di Venezia, alla quale partecipa per la prima volta, l’opera Theatrum, anticipatrice di una ricerca che si protrarrà lungo tutto il corso della sua carriera artistica. La sua attività, ricca di riferimenti alla tradizione della storia dell’arte e della cultura, è caratterizzata da richiami all’esoterismo, alla simbologia dei Rosacroce e della Massoneria, mantenendo sempre una forma di teatro comico-didattico. Tra i momenti in cui il ciclo di lavori si esplica si ricordano Il Teatro di Edipo, il Teatro della Vergine, l’Isola Azzurra, Il Teatro della Sfinge, Il Teatro di Cristallo. L’attenzione dell’artista si è spesso concentrata sui riferimenti simbolici presenti nel mito di Edipo: l’enigma della Sfinge è metafora del labirinto; l’accecamento di Edipo per aver troppo visto, per aver realizzato l’aspirazione dell’inconscio collettivo al regressum in utero, è il passaggio dalla luce alle tenebre e viceversa; la Sfinge stessa allude alla madre, infatti da Gea nasce Echidna e da questa la Sfinge, terribile animale derivato dalla madre. Il tema del regressum in utero ci conduce ancora al tema del labirinto. L’artista vede nel labirinto un analogo del reale, secondo una cultura ermetica ed esoterica che appartiene ai tre artisti ai quali dedica la propria opera – Duchamp, Klein, Beuys – che formano con lui un sistema basato sull’ermetico numero quattro. Il suo metodo consiste nell’appropriarsi di elementi desunti da altri artisti e dalla storia dell’arte, reinventandoli: crea mediante la citazione, mettendo sotto analisi non il mondo, ma il linguaggio. Formalmente la sua ricerca si articola come installazione e performance, intervento nello spazio e nel tempo reali. Oltre alla Biennale di Venezia del 1976, Pisani partecipa alle Biennali del 1978, 1984, 1986, 1990 e 1993, alle Quadriennali di Roma del 1986 e 1992 e a mostre come Avanguardia/Transavanguardia a Roma e Italian Art Now: an american Perspective al Guggenheim Museum di New York nel 1982; Arte Italiana 1960-1982 alla Hayward Gallery di Londra nel 1982, Terrae Motus e Terrae Motus 2 a Villa Campolieto ad Ercolano nel 1986 e al Grand Palais di Parigi nel 1987; Beuys zu Ehren, Stadtische Galerie in Lenbachhaus, Monaco, 1986; Mythos Italien, Bayerische Staatsgemaeldesammlungen di Monaco, 1988. Nel 1982 il Museum Folkwang di Essen ha dedicato all’artista una mostra antologica, seguita da quelle organizzate nel 1990 a Valencia e dalla Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Trento nel 1992. Nel 1997 è presente alla mostra “Pittura italiana da Collezioni Italiane” presso il Castello di Rivoli. Partecipa a “Minimalia. Da Giacomo Balla a …” (1997 – 2000, Venezia, Palazzo Querini Dubois; Roma, Palazzo delle Esposizioni; New York, P.S.1) a cura di Achille Bonito Oliva. Nel 2005 partecipa con tre opere alla mostra “Il Bello e le bestie – Metamorfosi, artifici e ibridi dal mito all’immaginario scientifico” presso il MART di Rovereto a cura di Lea Vergine e Giorgio Verzotti. Attualmente Pisani è impegnato in un grande progetto a Serre di Rapolano presso Siena, dove intende trasformare una cava di pietra in un’opera abitabile e vivibile, luogo di contemplazione e scambio. Opera ai limiti dell’area del comportamento, indagando in termini nuovi – scrive Bonito Oliva – “il concetto di creazione. Il suo è un’analisi critica e sistematica dell’opera di Duchamp, e delle categorie culturali in essa contenute: l’alchimia , l’incesto e il cannibalismo, il maschile, il femminile e l’androgino, fino all’analisi comparata con la Gioconda di Leonardo. Altro tema critico, la figura artistica di Beuys, come eroe e demiurgo. L’arte diventa strumento di misura della cultura e della storia”. Da “Arte in Italia 1960 – 1985” Flash Art Books, Giancarlo Politi editore Arte Concettuale e Arte Povera, Francesca Alfano Biglietti, pag.90 e 91 …Le ricerche condotte da Vettor Pisani sull’iconografia ermetica citano Duchamp e lo interrogano, e nasce Lo scorrevole, in più versioni, da un’analisi del Grande Vetro, una donna nuda (l’impiccato femmina) legata per il collo e attaccata allo scorrevole, accanto allo scorrevole c’è un orologio: lo spazio del movimento e il tempo ciclico, i due elementi dell’esistenza. Dall’impossibilità del linguaggio ad uscire dall’incesto, al mito dell’androgino in Carne umana e oro, da Io che non amo la natura, in cui vengono esposte delle tartarughe che trasportano dei pesi,a Il coniglio non ama Joseph Beuys……
Cartella di 5 Serigrafie su carta
serigrafia
50 x 70 cm