Nato ad Ancona nel 1947, Gino de Dominicis formò la propria coscienza artistica nell’ istituto d’arte della città, sotto la guida di Ettore Guerriero.
Espose per la prima volta le sue opere in una galleria della città a diciassette anni, nel 1964. Dopo un periodo di viaggi si stabilì a Roma, dove espose nel 1969 alcune opere realizzate negli anni precedenti e pubblicò la sua Lettera sull’ immortalità del corpo. La ricerca artistica di De Dominicis può essere per semplicità divisa in due periodi, il primo compreso tra la fine degli anni sessanta e la fine degli anni settanta, erroneamente definito più concettuale, e il secondo compreso tra i primi anni ottanta e il 1998, anno della sua morte, più figurativo e pittorico.
Del primo periodo di attività rimangono alcuni lavori divenuti celebri. Del 1969 sono i due filmati “Tentativo di far formare dei quadrati invece che dei cerchi attorno ad un sasso che cade nell’acqua” e “Tentativo di volo”, sempre del 1969 è la scultura “Il tempo, lo sbaglio, lo spazio” dove uno scheletro umano con i pattini mantiene in equilibrio con un dito un’asta mentre tiene uno scheletro di cane al guinzaglio. Espose nello stesso anno degli oggetti invisibili come “il Cubo, il Cilindro, la Piramide”, mostrati solo dai loro perimetri tracciati sul pavimento.
Sempre alla fine degli anni sessanta apparivano per la prima volta le figure mitologiche di Urvasi e Gilgamesh, destinate a essere rappresentate in molte forme e in molte occasioni durante tutta l’ attività artistica di De Dominicis.
Del 1970 va ricordato “Zodiaco” dove rappresentò concretamente i dodici segni zodiacali esponendo un toro, un leone vivo, una giovane vergine e due pesci morti appoggiati sul pavimento.
Nella Biennale di Venezia del 1972 presenterà l’ opera “Seconda soluzione d’Immortalità, (L’Universo è Immobile)” nella quale il signor Paolo Rosa, un giovane affetto dalla sindrome di Down, sedeva in un angolo di fronte ad un cubo invisibile, a una palla di gomma (caduta da due metri) nell’attimo precedente al rimbalzo e a una pietra in attesa di movimento.
Nel 1972 terrà a Roma un cocktail per festeggiare il superamento del secondo principio della termodinamica, nel 1975 a Pescara una mostra il cui ingresso era riservato ai soli animali.
Dalla fine degli anni settanta De Dominicis si dedicherà quasi esclusivamente a opere pittoriche e disegni, i lavori di questo secondo periodo sono quasi esclusivamente figurativi, realizzati con tecniche basilari come la tempera e la matita su tavola o su carta, più raramente su tela.
In questo periodo partecipò a altre manifestazioni d’importanza internazionale, oltre che a diverse presenze alla Biennale di Venezia, nel 1982 non accettò l’ invito a Documenta di Kassel, nel 1985 vinse il Premio internazionale della Biennale di Parigi.
Nel 1990 in occasione di una mostra antologica al Museo d’Arte Contemporanea di Grenoble espose per la prima volta “Calamita Cosmica”, un gigantesco scheletro umano lungo ventiquattro metri, largo nove e alto quasi quattro sdraiato al suolo, perfettamente corretto da un punto di vista anatomico tranne che per il lungo naso, un altro segno, quello dei lunghi nasi caratteristico e ricorrente in molte opere di De Dominicis.
fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Gino_De_Dominicis
Sito web: http://www.ginodedominicis.it/
Senza titolo
litografia 139/300
100 x 100 cm