08 Dicembre 2017
Presso il MU.SP.A.C. Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea sarà possibile visitare la mostra dal titolo “La Camera Chiara”.
Prendendo come spunto il titolo del libro che il critico francese Roland Barthes scrisse nel 1980, l’obiettivo è di riflettere sulle diverse modalità con cui gli artisti si servono della fotografia come strumento per veicolare le proprie riflessioni sulla contemporaneità.
L’esposizione indaga varie metodologie operative del linguaggio fotografico: possiamo trovare immagini come espressione “dell’attimo fuggente della vita”, immagini legate alla dimensione puramente documentaria degli anni Sessanta e Settanta, in cui fotografia e video sono stati impiegati per tenere memoria di happening e performance live; foto dai rimandi metafisici, critico-concettuali e di reportage. Tuttavia, come evidenzia Barthes, la fotografia, come “morte piatta” o come “verità folle”, che divide la storia del mondo, si sottrae alla semplice classificazione. Si può pensare ad essa anche come a una sorta di percorso proustiano, un sentire per affetti e sentimenti, o anche a un discorso che è interrogazione, è dialogo, oppure confessione o ancora una vera e propria premonizione: da qui nasce per Barthes la fotografia come “studium”, o applicazione, e come “punctum”, che ferisce e ghermisce, ma anche come riflessione dell’effimero e della catastrofe contemporanea.
Alle 18,30, all’interno della rassegna ART e CINEMA, sarà proiettato “FUR. Un ritratto immaginario di Diane Arbus”, film del 2006 diretto da Steven Shainberg, e ispirato al romanzo di Patricia Bosworth Diane Arbus: Una biografia. Il film è un ritratto immaginario di Diane Arbus, fotografa americana del XX secolo, famosa soprattutto per i ritratti in bianco e nero di persone emarginate (nani, transessuali, nudisti, malati mentali e artisti del circo), che incontrava e fotografava per le strade di New York, nei parchi pubblici e nei locali.