02-03 Novembre 2016
CARAMANICO TERME il 2 e 3 novembre ospiterà il critico d’arte Vittorio Sgarbi per celebrare i 50 anni dalla morte di Nicola D’Antino (3 novembre 1966 – 2016), celebre artista nato a Caramanico nel 1880 e che tanto ha dato, da scultore e da uomo di cultura, al patrimonio identitario del Novecento italiano. Una due giorni di eventi incentrati sulla figura dello scultore caramanichese allievo e amico di Francesco Paolo Michetti, nel cenacolo del Convento di Francavilla al Mare, dove incontrò Francesco Paolo Tosti e Basilio Cascella. Sgarbi, profondo conoscitore ed estimatore dell’opera di D’Antino, sarà all’inaugurazione della Casa natale di D’Antino (oggi di proprietà dell’ente Parco nazionale della Majella e adibita a “Casa d’Arte” dal Comune), e terrà una conferenza sull’artista e sul periodo storico in cui è vissuto, nella sala del consiglio comunale.
Direttore artistico della manifestazione è stato nominato Licio Di Biase, estimatore di D’Antino e studioso, in particolare, delle sue importanti opere sul “Ponte del Littorio” di Pescara poi trafugate dai nazisti durante l’occupazione.
Di Biase sta lavorando anche a una mostra antologica prevista a Caramanico e a Pescara nel 2017. Il Comune di Caramanico intende ricordare lo scultore con una serie di eventi che partiranno proprio in occasione del cinquantennale. Il 3 novembre saranno presenti a Caramanico anche Bruno Parruti, storico conoscitore di D’Antino, Enrico Sconci, docente dell’Accademia di Belle arti dell’Aquila e presidente del museo di arte contemporanea Muspac, Amedeo Del Giudice artista contemporaneo e pronipote di D’Antino, e Oliviero Rainaldi artista di fama internazionale originario caramanichese come D’Antino.
«Avvieremo una serie di manifestazioni tese a ricordare e a rafforzare la figura di D’Antino sia per l’immagine dell’Abruzzo che nell’identità dei caramanichesi», afferma il sindaco Simone Angelucci, «tra queste l’intitolazione di una strada a Nicola D’Antino, in località Fonticella, tra il parco di Fontegrande e il Pisciarello, la valorizzazione della sua tomba nel cimitero di Caramanico, lo spostamento della statua del monumento ai caduti dal cimitero al Monumento, vicino al Palazzo municipale, e la valorizzazione della casa natale dell’artista quale spazio per l’arte e la cultura “Casa D’Antino, Casa d’Arte”.
Ci saranno poi progetti con le scuole e iniziative culturali per portare i giovani a casa di D’Antino, «scultore», rileva ancora Angelucci, «che incarna l’identità del paese, quale autore della statua della Madonna Assunta, nostra patrona, dopo che la statua di origine medievale venne trafugata nel 1950».
Articolo di Walter Teti