30 ottobre – 30 novembre 2008
L’Aquila, C.so Vittorio Emanuele, 124
(Ex Monastero di Santa Maria dei Raccomandati)
Con il patrocinio del Comune dell’Aquila, della Provincia dell’Aquila e della Regione Abruzzo, il giorno giovedì 30 ottobre 2008 è stata inaugurata presso il MUSPAC – Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea dell’Aquila – la mostra La Falce e il Martello, organizzata insieme all’associazione culturale Horti Lamiani – Bettivò di Roma, promotrice dell’iniziativa.
L’evento si interroga su quale sia il futuro della falce e martello, simboli che per due secoli hanno rappresentato per milioni di uomini il riscatto dallo sfruttamento e la speranza in un avvenire migliore, fatto di giustizia e di uguaglianza. Daniele Arzenta, insieme a Giorgia Calò e Roberto Gramiccia, coautori della mostra, partendo dalla falce e martello, intendono proporre un momento di riflessione sull’importanza dei simboli, nell’immaginario collettivo dei popoli.
I curatori della mostra hanno coinvolto 136 artisti di fama internazionale, chiedendo loro di rappresentare, nel linguaggio che gli è proprio, questo simbolo della memoria storica dell’umanità. I simboli si possono dimenticare, si possono trasformare e il tempo può corroderne l’arcano, complice un’organizzazione sociale che, continuamente proiettata verso la spasmodica ricerca di stimoli, si avvale di qualunque mezzo, cannibalizzando la cultura, la religione, la storia, piegando la potenza del simbolo alla logica del merchandising. Molti artisti hanno realizzato opere adottando il simbolo della falce e martello come icona già consacrata dai media e come simulacro di ciò che era stato.
Già Andy Warhol aveva avvertito l’esigenza di confrontarsi con falce e martello (Hammer and Sickle), nel tentativo di sottrarli all’uso eccessivo da parte dei mass media. L’artista, pur appropriandosene, non ne modifica lo status ma gli restituisce nuova vitalità. Anche Basquiat mostra rispetto per quello che ha rappresentato il simbolo dell’emancipazione dallo sfruttamento ma, al contrario della classica iconografia, separa la falce dal martello.
In Italia basti pensare agli artisti della Scuola di Piazza del Popolo che, come Warhol, erano attratti dai simboli del potere. Si pensi a Franco Angeli o a Mario Schifano e alla sua celebre opera Compagni compagni.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo edito dalle Edizioni Horti Lamiani – Bettivò con testi di Carla Subrizi, Roberto Gramiccia, Daniele Arzenta e Enrico Sconci.
Falce e Martello. Scandalo per i benpensanti
“Liberazione”, 8 novembre 2008
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