SOCIETA’ DANTE ALIGHIERI Celebrazione del Centenario del primo comitato della Dante aquilana

21 Aprile

La Società Dante Alighieri (Ente morale, R. D. n. 347 del 18 luglio 1893) ebbe il nome da Giosué Carducci e fu fondata in Roma nel 1889. Essa ha lo scopo (Art. 1 dello Statuto) di tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiane nel mondo, tenendo alto dovunque il sentimento d’italianità, ravvivando i legami spirituali dei connazionali all’estero con la madre patria e alimentando tra gli stranieri l’amore e il culto per la civiltà italiana.
La Società Dante Alighieri è presente in 60 paesi nei cinque continenti, con una rete di circa 500 comitati, ai quali aderiscono circa mezzo milione di soci. Negli ultimi due mesi si è avuta l’apertura di nuove sedi a Tirana, Sofia, Cattaro, Amman, Nazareth e infine in Alaska, in Nepal, in Mongolia e nella penisola arabica. L’attuale Comitato della “Dante” dell’Aquila è stato ricostituito il 30 gennaio 2003. Non avendo ancora una propria sede, è ospitato, per quanto riguarda le riunioni del Direttivo e lo svolgimento delle Assemblee dei soci, dal MU.SP.A.C. (Museo Sperimentale Arte Contemporanea), in Via Paganica 17. Per gli appuntamenti culturali, invece, può contare sul concreto apporto della Carispaq, che mette a disposizione la propria prestigiosa Sala delle Assemblee. Il Direttivo attuale è composto da: Bruno Sabatini (presidente), Giorgio Tentarelli (vice presidente), Anna Brandani (segretaria), Elio Peretti (tesoriere), Liliana Biondi, Dante Capaldi, Walter Capezzali, Sandro Cordeschi, Marina De Marco, Amedeo Esposito, Ludovica Fabrizi, Maria Rita Magnante, Mario Narducci, Flavia Stara, Patrizia Tocci, Marcello Vittorini (consiglieri).

 

 

Titolo Originale: DANTE THE INFERNO CANTOS I-VIII

Regia: Peter Greenaway

Interpreti: John Gielgud, Bob Peck, Joanne Whalley

Durata: h 1.28

Nazionalità: UK 1989

Genere: drammatico

 

Miniserie inglese “A TV Dante” dell’89,che reca la firma collettiva di Tom Phillips, Raoul Ruiz ma soprattutto di Peter Greenaway, il carismatico, contorto, labirintico, multidisciplinare e spesso insopportabile autore de “I misteri del giardino di Compton House” e “Il ventre dell’architetto”. Il lavoro di Greenaway affronta i primi otto canti dell’Inferno in un caleidoscopio stilistico dove s’intersecano parti monologanti in primo piano, allegorie, numerologie, materiali d’archivio, eleganti nudi e riferimenti pittorici: i ruoli di Dante, Virgilio e Beatrice sono affidati rispettivamente a Bob Peck, John Gielgud e Joanna Whalley-Kilmer, e l’insieme rappresenta forse il più ambizioso (ancorché puntualmente fallito) tentativo di raccordare la fascinazione simbolistica del verso dantesco con l’infinito e inestricabile intrico di “segni” che popolano il morboso immaginario dell’autore inglese.

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