19 Dicembre 2001
Riemerge finalmente, da un meritato e lungo oblio, la figura di Sabatino Tarquini, pittore, scultore ed intagliatore vissuto artisticamente tra il 1909 ed il 1940. La riscoperta, grazie al contributo del Comune di Prata d’Ansidonia, sua terra natale, e della Comunità Montana Campo
Imperatore-Piana di Navelli (che, già si era segnalata alcuni anni fa per l’interessante mostra fotografica La civiltà del territorio, sfociata poi in
una apprezzata pubblicazione) si è concretizzata, il 25 agosto, in una giornata dedicata alla vita e all’’opera di Tarquini ed in un libro.
Il volume, a cura di Domenico Marcocci, Antonio Mattozza ed Enrico Sconci (con prefazione di Ferdinando Bologna), ripercorre le tappe fondamentali di questo artista complesso e poliedrico, geniale e sfortunato. Dai primi anni vissuti a Prata (in una parte di Abruzzo che a fine ‘800 attraversa una profonda crisi economica causata dal declino della pastorizia, crisi che sfocerà nell’emigrazione Oltreoceano) alla scuola di Arti e Mestieri dell’Aquila, dall’incontro con Teofilo Patini, del quale l’artista è continuatore e superatore nel campo della pittura, alle prime esperienze come intagliatore e scultore, la vita di Sabatino Tarquini influenzerà sempre la sua arte, con la prima che, alla fine, avrà il sopravvento sulla seconda
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da Sipario n.97, 1996