4 /14 Novembre 1999
3 installazioni al Muspac: Italo Carrarini, Gian Luca Proietti, Roberto Soldati a cura di Enrico Sconci.
Il concetto di Museo Sperimentale, inteso come superamento di un’arte tradizionale, ancora legata a logiche localistiche e consolatorie, ci ha fatto stabilire, con gli artisti presenti in questa mostra, un legame di lavoro e ricerca che supera qualsiasi limite fisico, geografico e culturale. .
Iniziato a Tivoli, proseguito a Milano ed ora a L’Aquila, il lavoro comune di Italo Carrarini,Gian Luca Proietti e Roberto Soldati, si caratterizza per una continua dilatazione nel tempo e nello spazio. In sintonia con le scelte programmatiche del Muspac, portate avanti dalla nostra associazione nel corso di quindici anni di attività, tutti e tre gli artisti, con le loro azioni ed il loro comportamento, mettono in pratica un concetto allargato di arte che crea sottili collegamenti concettuali e continui spiazzamenti in chi osserva l’opera. L’attività artistica di Italo Carrarini, presentata nel numero dodici della rivista “Art e trA”, si basa spesso anche sul coinvolgimento di altri artisti ed operatori culturati:-Questo prgetto per L’Aq ila è inc ntrato su installazioni che tengono conto delle varie”tempo”, “luogo” ed “opera”. Rielaborando la pianta del museo in scala 1:100, l’artista ripropone possibili rapporti fra lo spazio espositivo e l’andamento gravitazionale di un modulo disegnato, concepito per conformarsi ad una tipologia grafica e cromatica propria dei cartelli di segnalazione turistica, relativi all’indicazione del museo.
Gian Luca Proietti propone invece lastre tipografiche offset in alluminio, già impressionate e poi dipinte. La lastra non é però solo un semplice supporto pittorico ma una forma disegnata, da lui intesa “…come epidermide dell’idea che si realizza con lo spazio”. La pittura costituisce un corpo-su-corpo (metallo-pittura): misura e racconta lo spazio circostante, stabilendo un dialogo con i multipli di Italo Carrarini e le postazioni di Roberto Soldati. Le sue visioni presentano storie, voci ed immagini correlate ad una video-installazione ed un brano elettroacustico per nastro magnetico nato da un lavoro a quattro mani con il compositore Alessandro Petrolati. Il lavoro di Roberto Soldati, più unico che raro, è sempre controcorrente: con le sue “macchine stagnatempo”, inventa una seconda realtà, trasformando la vita in sogno. In aperto dissenso con gli eccessi delle su per tecnologie, riesce, con gesti ed azioni semplici, a spingere la fantasia verso realtà metafisiche che destano sempre meraviglia e sorpresa. Utilizzando il dimenticato stereoscopio, crea, come lui dice, una “virtualità reale” in grado di sfidare qualsiasi legge fisica. Con la sua autentica “alta definizione d’immagine” è riuscito a trasportare visivamente su scala reale, intere installazioni del Muspac a Chicago.
La tensione spirituale di questi artisti dimostra che esiste un particolare modo di “viaggiare e navigare”: tanto quanto basta per metterci in guardia dall’uso acritico delle nuove tecnologie.
Enrico Sconci