7 - 17 Dicembre 1998
In un paese come il nostro dove poche sono le grandi città, trasformate non solo esteriormente dall’urbanesimo e dallo sviluppo edilizio degli anni del boom, molte sono invece quelle della provincia dove ancora permangono non soltanto legami e rapporti fra le persone ma anche una sorta di sentimento di complicità che lega gli abitanti ai luoghi, i cittadini alle loro vie e piazze.
Tuttavia il passaggio dal sentimento alla sua visione non è così semplice e ci si accorge presto di quanto una città sia difficile da osservare.
Per Giampiero Duronio e Sergio Maritata questo non era solo l’intento ma una sorta di urgenza interiore che li ha portati a confrontarsi con L’Aquila, la loro città, non modo più diretto e profondo.
Per questo hanno scelto la notte con tutto il suo fascino e il suo mistero, la sua solitudine e la sua poesia: il risultato è una mostra accompagnata da un libro edito Mazzotta con testo di Roberto Mutti e Gilberto Centi che racconta con il linguaggio e il ritmo della fotografia come si può dialogare con una città forse con l’intimo scopo di scoprire fino in fondo se stessi. Un’operazione, confessiamolo, che rientra nei progetti che tutti noi nel profondo continuiamo a coltivare.