NERO PARADISO Mostra personale di Lea Contestabile

14 Dicembre 1985

Nero Paradiso: mostra d’arte contemporanea.

Presentazione di R. Alfonso

 

“ La follia è l’assenza d’opera”

M.FOUCAULT

 

L’operazione di riferimento che può, successivamente, coniugarsi in una attribuzione di parentela genealogia rassicurante e conclusiva che, il più delle volte, risolve nel corteggiamento dello stile il troppo ovvio tecnico di lettura è la caratteristica che decide in primis, quasi a configurare la natura vera di un pregiudizio, la lettura di qualsiasi manufatto umano. Da questo iniziale aggiustamento ottico dipenderà il suo valore anzi, per meglio dire, quest’ultimo si costruirà, si dimensionerà. Gli ultimi lavori di Lea Contestabile non sfuggono a tale procedura e osservando con rispetto il portato di una tradizione a loro propria che è storia individuale, scrittura, messa in opera del soggetto che li determina individuano ed indicano con determinazione i due punti di riferimento le due “icone” differenziate nella propria origine di una storia dell’immagine. Giardini visivi che sperimetano la loro “necessità” nell’attuale.

La prima di esse, ancestrale e prefigurazione del riferimento prima della Storia, è il “cielo”. Generate traduzione ottico/spaziale, per eccellenza, del pensiero/sguardo che è portato dinamicamente a deliziarsi o a peccare nella trascendenza. La seconda è il “monocromo” delle avanguardie storiche (Malevic, Rodtchenko). ll portato della figurazione “ultimata” e “disperata”, declinazione ossessiva della congenita trascendenza nella sua “mondanizzazione”. Questi due nodi/immagini epocali sono assunti, accettati, come accadimenti “compiuti”, risolti sulla grafia della loro storicità. Presenze continue che delimitano il “luogo” di una scrittura dell’umano che è simultaneamente “cancellazione”, sottrazione, riduzione ai minimi termini di una struttura che è portata facilmente a trascendere. Il risultato ottenuto è la risposta attenta, allarmata, il “codice” di una scrittura che è perpetuamente minacciata dall’ideologia degli estremi.

 

Alfonso Rolando

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