22 Novembre 1997 - 10 Gennaio 1998
Presso il MUSPAC è in corso di realizzazione un laboratorio multimediale, allestito sia a scopo didattico che sperimentale, che propone di indagare, tramite tecniche empiriche, il mondo della cosiddetta realtà illusoria o virtuale. Queste indagini vengono svolte con le stesse tecniche utilizzate per la programmazione dei grandi e piccoli computer grafici. Con questa iniziativa, nata da una interessante esperienza scientifica del documentarista Roberto Soldati, dell’Università di Roma “La Sapienza”, si intende realizzare, in seno al laboratorio, un corso sulle tecniche per la costruzione dell’immagine elettronica, fotografica e stereoscopica, con sistemi assolutamente empirici.
PROGRAMMA DEL CORSO
1. Uso elementare della videocamera
2. Gli effetti speciali e le animazioni
3. Il linguaggio dell’immagine
4. Le tecniche della stereoscopia, 3D e manipolazione della realtà apparente, realizzabile con una normale fotocamera
Per 3D si intende TERZA DIMENSIONE. Con l’uso di tecniche appropriate si può riprodurre una immagine non solo in altezza e in lunghezza, come nelle normali foto o diapositive, ma anche con la profondità di campo. In pratica la foto 3D consente di riprodurre la sensazione di lontananza o vicinanza dei vari elementi di un paesaggio, al punto da poterne stimare la distanza. 3D è quanto di più perfetto e realistico possa esistere nel campo della riproduzione dell’immagine fotografica e cinematografica. Neanche le più avanzate tecnologie elettroniche dell’alta definizione sono riuscite, fino ad oggi, ad eguagliare il grado di fedeltà all’originale come il 3D. E’ questo un aspetto perfezionato della fotografia, il più vicino alla percezione visiva naturale, soprattutto dopo l’introduzione del fotocolor. Il 3D non ha mai trovato una vera e propria applicazione pratica se non in campo scientifico e, molto saltuariamente, in quello cinematografico. Motivo dello scarso successo del 3D è il complicato sistema di riproduzione del fenomeno tridimensionale conosciuto come stereoscopia. Infatti, perchè il fenomeno si manifesti, è necessaria una speciale macchina fotografica munita di due obiettivi posti alla stessa distanza orizzontale che corre tra i due occhi umani. In questo modo si possono ottenere due foto separate dello stesso paesaggio o monumento, quindi con punti di vista lievemente diversi, a causa della distanza oculare. Introducendo le due foto ottenute dentro un visore binoculare, detto stereoscopio, esse verranno percepite dal cervello e ricomposte in una sola immagine tridimensionale.